Il Consiglio regionale è il Parlamento del popolo sardo. O no?

14 Gennaio 2025
3 Commenti


Andrea Pubusa

Per molti politici ed opinionisti il caso Todde è diventato il motivo per esprimere il proprio consenso o l’opposizione alla presidente in carica. I toni diventano talora aspri in rapporto alla simpatia o al dissenso rispetto alla Todde. E siccome questa donna è del M5S l’attacco è più accanito, come è avvenuto indecorosamente per la Raggi quando era sindaco di Roma.

E se dicessi che la Todde in questa dicussione non c’entra? Che qui si sta parlando d’altro? Può apparire una sparata, ma è proprio così. Si dibatte sulla natura giuridica e sul ruolo degli organi regonali, e sorprende che molti non l’avvertano, anche personaggi che si segnalano per essere in senso lato sardisti, difensori del popolo sardo, taluni fino all’indipententismo o quasi.

In realtà, in questo caso stiamo discorrendo della posizione del Consiglio regionale nel nostro ordinamento costituzionale. Qual è il rapporto del Consiglio con un organo come la Commissone di garanzìa presso Corte d’appello? Dire che l’assemblea sarda deve votare per la sua decadenza in ossequio alla ordinanza della Commissione significa condiderare quest’ultima di pari rango rispetto al Consiglio. Quindi, ritenere l’assemblea regionale un organo amministrativo oppure qualificare la Commissione come organo di rango costituzionale. Ora, nè l’una nè l’altra delle due opinioni è corretta. Si tratta di due organi di natura diversa, la Commissione è un organo amministrativo, il Consiglio è l’organo rappresentativo del popolo sardo ed è un organo di rango costituzionale. È previsto e disciplinato dallo Statuto speciale, che è un pezzo della Costituzione, ha potestà legislativa, è un parlamento. Proprio per questo il suo scioglimento può essere disposto solo dal Presidente della Repubblica. Dire il contrario significa negare soggettività al popolo sardo. In termini storici e politici un allineamento alle posizioni più retrive e accentratrici.

Morale della favola: il Consiglio regionale ha il potere di deliberare senza vincoli sulla decadenza degli organi regionali. Vedremo come deciderà.

3 commenti

  • 1 aldo lobina
    14 Gennaio 2025 - 18:41

    Quanto corre, professore! La questione non riguarda il celodurismo, non è neanche una questione di rango. Come è possibile che si confrontino diversi livelli di funzioni? Il Consiglio regionale sardo e l’altro, quello dell’organismo preposto ai controlli di Garanzia presso la Corte d’Appello.
    Credo, mi corregga se sbaglio, che tutti e due, l’ Assemblea del Popolo Sardo –come Lei pomposamente la chiama - e l’altro, siano subordinati alla Legge. Né bisogna confondere la gradazione di sardismo (fino all’indipendentismo) col doveroso rispetto delle leggi della Repubblica Italiana, di cui la Regione Sarda è parte. Non mi risulta che finora i sardisti veri si siano comportati come fuorilegge. Non parlo del PSd ‘Az, per intenderci, ma dei sardisti diffusi, non iscritti ai partiti, che forse non si sentono così bene rappresentati dagli eletti in quell’Assemblea. I cui membri – e lei sa bene – nella prima adunanza del Consiglio regionale prestano giuramento di fedeltà alla Repubblica e si impegnano ad esercitare il loro ufficio al solo scopo del bene inseparabile dello Stato e della Regione.
    Metterei l’accento sulle funzioni, non sul rango. Anche perché si potrebbe fare anche un altro ragionamento, che addirittura precede l’individuazione delle istituzioni democratiche, siano esse di afferenza amministrativo-giudiziaria o politico istituzionale. Un ragionamento che è di principio: l’eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. E’ in forza dello stesso principio in fondo che un ministro per esempio può essere processato, condannato o assolto.
    Certe eccezioni, certi privilegi sono previsti anche nelle nostre norme, ma non nel caso della decadenza di eletti nelle assemblee comunali o regionali.
    Dunque, a mio avviso, non si tratta, nel nostro caso, di mettere in discussione il rango della assemblea regionale, che è rispettabile nella misura in cui rispetta le leggi della Repubblica cui appartiene e amministra con discernimento per il bene di tutti i cittadini.
    Si tratta di capire – e lo decideranno i giudici, studiando l’eventuale ricorso della Todde, se le leggi che valgono per tutti prevedono una eccezione. Ma non mi pare.
    Non c’è alcuna morale nella presente favola. Deliberare senza vincoli è un diritto, a meno che la legge di riferimento, prevedendo per ciascuno degli eletti (e non solo) obblighi, cioè vincoli, non preveda anche la possibilità per il Consiglio regionale di cancellarli ex post con una sorta di assoluzione più o meno interessata.

  • 2 Roero Brusori
    15 Gennaio 2025 - 10:28

    Certo materia complessa dal punto di vista giuridico ed etico, oltretutto senza conoscenza diretta dei fatti conclamati ispiratori del procedimento aperto ed attualmente in essere. Rinviamo il giudizio personale ad un più approfondimento discernimento.

  • 3 Aladin
    16 Gennaio 2025 - 08:34

    Anche su aladinpensiero online: https://www.aladinpensiero.it/?p=160877

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