Friedrich Engels secondo Lenin

27 Agosto 2009
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Vladimir Lenin

Scritto nell’autunno 1895. Pubblicato per la prima volta nel 1896, nella miscellanea Rabotnik, No. 1-2.
Trascritto per Internet da mishu, Dicembre 1999

Che torcia della ragione ha cessato di ardere,
Che cuore ha cessato di battere!
[dal poema di N. A. Nekrasov
“In Memoria di Dobrolyubov”]

Il 5 agosto (nuovo calendario), 1895, Frederick Engels è morto a Londra. Dopo il suo amico Karl Marx (che morì nel 1883), Engels fu il più grande scienziato e maestro del proletariato moderno dell’intero mondo civilizzato. Dal momento in cui il fato unì Karl Marx e Frederick Engels, i due amici dedicarono il lavoro di tutta una vita ad una causa comune. Per comprendere quindi ciò che Frederick Engels ha fatto per il proletariato, occorre avere una chiara idea dell’importanza che gli insegnamenti e il lavoro di Marx hanno avuto per lo sviluppo del movimento della contemporanea classe operaia. Nella loro opera scientifica Marx ed Engels furono i primi a spiegare che il socialismo non è un’invenzione da sognatori, ma lo scopo finale ed il risultato necessario dello sviluppo delle forze produttive della società moderna. Tutti ora sono consci del fatto che la storia fino ad oggi è stata la storia della lotta delle classi, della successione dei ruoli e della vittoria di alcune classi sociali su altre. E così continuerà ad essere fino a che ciò che è alla base della lotta di classe - la proprietà privata e l’anarchia della produzione - non sparirà. È interesse del proletariato distruggere queste basi, perciò la lotta di classe cosciente dei lavoratori organizzati deve essere diretta contro di esse. Ed ogni lotta di classe è una lotta politica.

Quest’ottica assunta da Marx ed Engels è ora adottata da tutti i proletari che stanno lottando per la loro emancipazione; ma quando negli anni Quaranta i due amici entrarono nei movimenti sociali e nella letteratura socialista del loro tempo, essa era assolutamente nuova. C’erano molte persone, talentuose e meno talentuose, oneste e disoneste, che, assorbite dalla lotta per la libertà politica, dalla battaglia contro il dispotismo dei re, della polizia e dei preti, non riuscivano a vedere l’antagonismo esistente tra gli interessi della borghesia e quelli del proletariato. Queste persone non avrebbero potuto accettare l’idea che i lavoratori potessero agire come forza sociale indipendente. C’erano inoltre molti sognatori, alcuni dei quali veri e propri geni, che pensavano fosse sufficiente convincere i sovrani e le classi dominanti dell’ingiustizia dell’ordine sociale esistente, e che con ciò sarebbe stato semplice stabilire pace e benessere sulla terra. Essi sognavano un socialismo senza battaglie. Infine, pressoché tutti i socialisti di quel tempo e gli amici delle classi lavoratrici generalmente concepivano il proletariato solo come un’ulcera, ed osservavano con orrore come esso cresceva al crescere dell’industria. Tutti loro, perciò, cercavano modi per fermare lo sviluppo dell’industria e del proletariato, per fermare il “motore della storia”. Marx ed Engels non condividevano la paura generalizzata dello sviluppo del proletariato, ma riponevano al contrario tutte le loro speranze nella continuazione della sua crescita. Più proletari c’erano, più cresceva la loro forza di classe rivoluzionaria, e sempre più vicino e realizzabile diveniva il socialismo. Il servizio reso da Marx ed Engels al proletariato può essere espresso con queste poche parole: essi hanno insegnato alla classe operaia a conoscere se stessa e ad avere coscienza di se stessa, ed essi hanno sostituito la scienza ai sogni.

Questo è il motivo per cui il nome di Engels sarà ricordato da ogni lavoratore. Ecco perché in questa raccolta di articoli, il cui scopo, come per tutte le nostre pubblicazioni, è quello di destare la coscienza di classe nei lavoratori russi, noi dobbiamo dare conto della vita e delle opere di Frederick Engels, uno dei due grandi maestri del moderno proletariato.

Engels nacque nel 1820 a Barmen, nella provincia renana del regno di Prussia. Suo padre fu un industriale. Nel 1838 Engels, senza aver completato le scuole superiori, fu costretto da circostanze familiari a trovarsi un lavoro in un’impresa commerciale come impiegato a Brema. Gli affari commerciali non hanno impedito a Engels di proseguire la sua educazione politica e scientifica. Egli iniziò a disprezzare l’autocrazia e la tirannia dei burocrati quando ancora era studente. Lo studio della filosofia lo portò oltre. A quel tempo gli insegnamenti di Hegel dominavano la filosofia tedesca, ed Engels divenne un suo seguace. Per quanto Hegel fosse un ammiratore dello Stato autocratico prussiano, al cui servizio fu docente all’Università di Berlino, i suoi insegnamenti erano rivoluzionari. La fede hegeliana nella ragione umana e nei suoi diritti e le fondamentali tesi della sua filosofia sul fatto che l’universo è sempre in un costante processo di cambiamento e sviluppo, portarono alcuni filosofi berlinesi suoi discepoli - quelli che si rifiutavano di accettare la situazione esistente - a concepire l’idea che la lotta contro questa situazione, la lotta contro l’ingiustizia del presente e i suoi mali prevalenti, avesse anch’essa radici nella legge dell’eterno sviluppo. Se tutte le cose sono soggette a sviluppo e se le istituzioni di un tipo lasciano il loro posto ad altre istituzioni, perché allora l’autocrazia del re prussiano e dello zar russo, l’arricchimento di un’insignificante minoranza a spese della vasta maggioranza, dovrebbero continuare in eterno? La filosofia hegeliana parla dello sviluppo della mente e delle idee; ciò era idealistico. Dallo sviluppo della mente egli deduceva lo sviluppo della natura, dell’uomo, delle relazioni umane e sociali. Mentre accettarono l’idea dell’eterno processo di sviluppo [*1], Marx ed Engels rigettarono i suoi preconcetti idealistici; in relazione alla vita reale, essi videro che non è lo sviluppo della mente che spiega lo sviluppo della natura ma che, al contrario, la spiegazione dello sviluppo mentale può essere derivata dalla natura, dalla materia… a differenza di Hegel e di altri hegeliani, Marx ed Engels furono materialisti. Guardando materialisticamente il mondo e l’uomo, essi hanno percepito che come ai fenomeni naturali sottostanno unicamente cause materiali, così anche lo sviluppo della società umana è condizionato dallo sviluppo delle forze materiali, le forze della produzione. Dal livello di sviluppo delle forze produttive dipende il modo in cui gli uomini entrano in relazione gli uni con gli altri nella produzione di ciò che serve alla soddisfazione dei loro bisogni. Ed in questa relazione risiede la spiegazione di tutti i fenomeni della vita sociale, delle ispirazioni umane, delle idee e delle leggi. Lo sviluppo delle forze produttive crea le relazioni sociali basate sui rapporti di proprietà privata, ma oggi noi vediamo che questo stesso sviluppo delle forze produttive toglie alla maggioranza ogni proprietà per concentrarla nelle mani di un’insignificante minoranza. È lo stesso sviluppo della produzione ad abolire la proprietà, la base del moderno ordine sociale, ed esso stesso spinge verso la realizzazione dello scopo che i socialisti si sono posti. Tutto ciò che i socialisti devono fare è appoggiare quella forza sociale che, per la posizione che occupa nella moderna società, è interessata alla realizzazione del socialismo, e rendere cosciente questa forza dei suoi interessi e del suo compito storico. Questa forza è il proletariato. Engels conobbe il proletariato inglese, del centro più industriale d’Inghilterra, Manchester, quando nel 1842 prese servizio dell’impresa commerciale di cui il padre era comproprietario. Qui egli non stette tutto il tempo seduto in ufficio, ma vagabondò per i sobborghi nei quali i lavoratori vivevano ingabbiati ed ebbe modo di vedere con i propri occhi la miseria e la povertà in cui questi versavano. Ma egli non si limitò alle sole considerazioni personali. Lesse tutto ciò che era già stato precedentemente rilevato da altri sulla condizione del proletariato inglese e studiò accuratamente tutti i documenti ufficiali che poté procurarsi. Il risultato di questi studi e di queste osservazioni fu la stesura di un libro apparso nel 1845: La Condizione della Classe Operaia in Inghilterra. Abbiamo già accennato al servizio principale reso da Engels nella sua stesura del La Condizione della Classe Operaia in Inghilterra. Già prima di Engels molte persone avevano descritto le sofferenze del proletariato ed indicato la necessità di aiutarlo. Engels fu però il primo a dire che il proletariato non era semplicemente una classe sofferente e che è, infatti, la vergognosa condizione economica in cui vive il proletariato a guidarlo in modo inarrestabile verso la sua lotta per la definitiva emancipazione. E attraverso la sua lotta il proletariato aiuterà se stesso. Il movimento politico del proletariato porterà inevitabilmente i lavoratori a comprendere che la loro unica salvezza è il socialismo. D’altra parte, il socialismo diverrà una forza solo nel momento in cui diverrà lo scopo principale della battaglia politica della classe proletaria. Queste sono le idee principali del libro di Engels sulle condizioni della classe operaia inglese, idee che ora vengono adottate da tutti i pensatori e lottatori proletari, ma che a quel tempo erano completamente nuove. Queste idee erano esposte in un libro scritto in uno stile impegnato e condito con le più autentiche e scioccanti immagini della miseria del proletariato inglese. Il libro fu una terribile accusa al capitalismo e alla borghesia e creò una profonda impressione. Esso cominciò ad essere considerato ovunque come la migliore immagine del proletariato moderno. Mai infatti, né prima né dopo il 1845, è stata data un’immagine così notevole e veritiera della miseria della classe lavoratrice.

Non fu che dopo il suo arrivo in Inghilterra che Engels divenne socialista. A Manchester egli stabilì contatti con gente attiva nel movimento operaio inglese e cominciò a scrivere per pubblicazioni socialiste inglesi. Nel 1844, sulla via di ritorno in Germania, prese a frequentare Marx a Parigi, con cui aveva già cominciato a scriversi. A Parigi, sotto l’influenza dei socialisti francesi e dello stile di vita francese, anche Marx era divenuto socialista. Qui i due amici scrissero insieme un libro intitolato La Sacra Famiglia, o Critica del criticismo critico. Questo libro, che apparve un anno prima de La condizione della classe operaia in Inghilterra, e la gran parte di esso scritta per mano di Marx, contiene il fondamento del materialismo socialista rivoluzionario, la cui idea principale è stata esposta sopra. “La Sacra Famiglia” è un soprannome ironico per i fratelli Bauer, i filosofi, ed i loro seguaci. Questi galantuomini predicavano una critica che stesse al di sopra di ogni realtà, al di sopra dei partiti e della politica, che stesse al di fuori di ogni attività pratica e che solo “criticamente” contemplasse il mondo circostante e gli eventi che in esso si susseguivano. Questi galantuomini, i Bauer, guardavano dall’alto al proletariato come ad una massa acritica. Marx ed Engels si sono opposti vigorosamente a questa assurda e dannosa tendenza. In nome della vera persona umana - il lavoratore, calpestato dalle classi governanti e dallo Stato - essi esigevano non contemplazione, ma una battaglia per un miglior ordine sociale. Loro, certamente, consideravano il proletariato come la forza capace di intraprendere questa lotta e la classe più interessata a farlo. Ancor prima che apparisse La Sacra Famiglia, Engels aveva pubblicato nel Deutsch-Französische Jahrbücher di Marx e Ruge il suo “Saggio critico sull’economia politica”, nel quale esaminava il fenomeno dell’ordine economico contemporaneo da un punto di vista socialista, riferendosi ad esso come alla necessaria conseguenza delle leggi della proprietà privata. Il contatto con Engels fu senza dubbio un fattore rilevante nella decisione di Marx di studiare l’economia politica, la scienza nella quale il suo lavoro ha prodotto una vera e propria rivoluzione.

Dal 1845 al 1847 Engels visse tra Bruxelles e Parigi, combinando lavoro scientifico e attivismo pratico tra gli operai tedeschi di Bruxelles e Parigi. Qui Marx ed Engels entrarono a far parte della “Lega dei Comunisti” (l’associazione segreta tedesca), che commissionò loro di illustrare i principi del socialismo ai quali avevano lavorato. Da questo lavoro nacque il famoso Manifesto del Partito Comunista di Marx ed Engels, pubblicato nel 1848. Questo breve opuscolo è meglio di un intero volume: da allora il suo spirito ispira e guida nella sua lotta l’intero proletariato organizzato del mondo civilizzato.

La rivoluzione del 1848, che esplose in Francia per poi espandersi agli altri Stati dell’Est europeo, riportò Marx ed Engels alla loro terra natia. Qui, nella Prussia renana, essi presero a lavorare per la Neue Rheinische Zeitung, giornale democratico pubblicato a Colonia. I due amici erano il cuore e l’anima di tutte le aspirazioni democratico-rivoluzionarie nella Prussia renana. Essi lottarono sino all’ultimo in difesa della libertà e degli interessi del popolo contro le forze della reazione. Queste ultime, come sappiamo, ebbero però a vincere. La Neue Rheinische Zeitung venne soppressa. Marx, che durante l’esilio aveva perso la cittadinanza prussiana, fu espulso; Engels partecipò alla rivolta popolare armata, lottò per la libertà in tre battaglie, e dopo la sconfitta dei ribelli fuggì, attraverso la Svizzera, a Londra.

Anche Marx fuggì a Londra. Engels presto tornò a fare l’impiegato, e poi divenne comproprietario, nell’impresa commerciale di Manchester nella quale aveva lavorato negli anni Quaranta. Visse a Manchester fino al 1870, mentre Marx viveva a Londra, ma ciò non ha impedito loro di mantenere un vivace interscambio di idee: si scrivevano infatti quasi quotidianamente. Nella loro corrispondenza i due amici si scambiavano punti di vista e si comunicavano scoperte, continuando a collaborare nell’elaborazione del socialismo scientifico. Nel 1870 Engels si trasferì a Londra, e lì la loro unione intellettuale continuò sino al 1883, quando Marx morì. Il suo frutto fu, per Marx, il Capitale, il più grandioso lavoro di politica economica dei nostri tempi, e, per Engels, uno svariato numero di lavori grandi e piccoli. Marx lavorò all’analisi del complesso fenomeno dell’economia capitalista. Engels, con semplici scritti, spesso di carattere polemico, si occupò di problematiche scientifiche più generiche e di diversi fenomeni del passato e del presente, analizzati nell’ottica della concezione materialistica della storia e dell’economia politica marxiana. Tra i lavori di Engels menzioniamo: il lavoro polemico contro Dühring (che analizza problematiche estremamente importanti nel campo della filosofia, della scienza naturale e delle scienze sociali) [*2], L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato (tradotto in russo, pubblicato a San Pietroburgo, 1895), Ludwig Feuerbach (traduzione russa e note di G. Plechanov, Ginevra, 1892), un articolo sulla politica estera del governo russo (tradotto in russo nel ginevrino Social-Demokrat, nn. 1 e 2), splendidi articoli sulla questione delle abitazioni e, finalmente, due piccoli ma preziosi articoli sullo sviluppo economico russo (Frederick Engels sulla Russia, tradotti in russo da Vera Zasulich, Ginevra, 1894). Marx morì prima di poter dare gli ultimi ritocchi al suo vasto lavoro sul capitale. Le linee generali conclusive erano però già state tracciate e, dopo la morte del suo amico, Engels si assunse l’oneroso compito di sistemare e pubblicare il secondo ed il terzo volume del Capitale. Egli pubblicò il secondo volume nel 1885 ed il terzo nel 1894 (la morte gli impedì di preparare il quarto volume). Questi due volumi apportano un grande lavoro. Adler, il socialdemocratico austriaco, ha giustamente sottolineato che, pubblicando il secondo e il terzo volume del Capitale, Engels ha eretto un maestoso monumento al genio che è stato il suo amico, un monumento sul quale, senza volerlo, ha indelebilmente scolpito il suo nome. Infatti questi due volumi del Capitale sono il lavoro di due uomini: Marx ed Engels. Molte vecchie leggende narrano di commoventi amicizie. Il proletariato europeo può dire che la sua scienza fu creata da due scienziati e lottatori, il cui rapporto reciproco supera le più commoventi storie antiche sull’amicizia umana. Engels sempre - e, nel complesso, piuttosto giustamente - si è posto al di sotto di Marx. “Durante la vita di Marx,” ha scritto ad un vecchio amico “io ho suonato come secondo violino”. Il suo amore per Marx e il suo rispetto per la sua memoria erano sconfinati. Questo severo combattente ed austero pensatore possedeva un animo profondamente affettuoso.

Dopo il movimento del 1848-49, Marx ed Engels in esilio non si sono confinati nel lavoro scientifico. Nel 1864 Marx fondò l’Associazione Internazionale dei Lavoratori, guidandola per un intero decennio. Anche Engels prese parte a questa impresa. Il lavoro dell’Associazione Internazionale, che, in accordo con l’idea marxiana, univa i proletari di tutte le nazioni, fu di immenso valore per lo sviluppo del movimento operaio. Ma anche con la chiusura dell’Associazione Internazionale negli anni Settanta, l’unificante ruolo di Marx ed Engels non è cessato. Al contrario, si può dire che la loro importanza come leader spirituali del movimento proletario crebbe di continuo, poiché il movimento stesso cresceva ininterrottamente. Dopo la morte di Marx, Engels continuò da solo la sua attività di leader e consigliere dei socialisti europei. I suoi consigli e le sue istruzioni erano ricercati con pari intensità sia dai socialisti tedeschi, la cui forza, nonostante le persecuzioni del Governo, cresceva con costanza e rapidità, sia dagli spagnoli, dai rumeni e dai russi, che erano costretti a ponderare e soppesare bene tutti i loro primi passi. Tutti loro trassero insegnamenti dal bagaglio di conoscenze e dall’esperienza dell’ormai vecchio Engels.

Marx ed Engels, che entrambi conoscevano il russo e leggevano libri russi, provavano un vivace interesse per la Russia, seguivano il movimento rivoluzionario russo con simpatia e mantenevano continui contatti con i rivoluzionari russi. Entrambi divennero socialisti dopo essere stati democratici, ed il sentimento democratico di odio per il dispotismo politico era estremamente radicato in loro. Questo diretto sentimento politico, combinato con una approfondita comprensione teorica della connessione tra dispotismo politico ed oppressione economica, ed anche alla loro ricca esperienza di vita, rese Marx ed Engels straordinariamente interessati alla politica. Questo è il motivo per cui l’eroica battaglia di un pugno di rivoluzionari russi contro il potente governo zarista sollevò un benevole eco nel cuore di questi provati rivoluzionari. D’altra parte, la tendenza dei socialisti russi a voltar le spalle, per amore di illusori vantaggi economici, al loro più importante compito immediato, cioè alla conquista della libertà politica, naturalmente appariva loro sospettosa e veniva considerata come un diretto tradimento della grande causa della rivoluzione sociale. “L’emancipazione dei lavoratori deve essere un atto dei lavoratori stessi” - costantemente insegnavano Marx ed Engels. Ma per poter lottare per la sua emancipazione politica, il proletariato deve ottenere alcuni diritti politici. Inoltre, Marx ed Engels vedevano chiaramente che la rivoluzione politica in Russia avrebbe avuto un’immensa importanza anche per il movimento operaio dell’Est europeo. L’autocrazia russa è sempre stata il baluardo della reazione europea in generale. La posizione internazionale straordinariamente favorevole goduta dalla Russia a seguito della guerra del 1870, che per molto tempo ha seminato discordia tra Francia e Germania, avrebbe potuto certamente solo aumentare l’importanza dell’autocrazia russa come forza reazionaria. Solo una Russia libera, una Russia non più bisognosa di opprimere i polacchi, i finlandesi, i tedeschi, gli armeni né qualsiasi altra piccola nazione, o di mettere costantemente zizzania tra Francia e Germania, avrebbe permesso alla moderna Europa, libera dal fardello della guerra, di respirare liberamente, e avrebbe indebolito tutti gli elementi reazionari d’Europa e rafforzato il proletariato europeo. Questo fu il motivo per cui Engels desiderava ardentemente il raggiungimento della libertà politica in Russia, per amore del progresso che ne sarebbe scaturito anche per il movimento operaio dell’Est. In lui i rivoluzionari russi hanno perso il loro miglior amico.

Sia reso sempre onore alla memoria di Frederick Engels, grande lottatore e maestro del proletariato!

Note
*1. Marx ed Engels hanno frequentemente posto l’accento sul fatto che per il loro sviluppo intellettuale molto dovevano ai grandi filosofi tedeschi, particolarmente a Hegel. “Senza la filosofia tedesca”, ha detto Engels “il socialismo scientifico non sarebbe mai venuto in essere”.

*2. Questo è un libro formidabilmente ricco ed istruttivo. Sfortunatamente, solo una piccola porzione di esso, contenente un abbozzo dello sviluppo storico del socialismo, è stata tradotta in russo (Lo Sviluppo del Socialismo Scientifico, II ediz.., Ginevra, 1892).

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