Contro l’eliminazione del diritto dagli istituti superiori

27 Ottobre 2009
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Franco Labella

Il Coordinatore nazionale  dei docenti di Diritto ed Economia, Prof. Franco Labella, ha inviato ai componenti del “Comitato in difesa della Costituzione” la lettera che volentieri pubblichiano per le sue evidenti implicazioni di carattere generale.

Vi scrivo in qualità di componente del Coordinamento Nazionale dei Docenti di Diritto ed Economia per sottoporVi una questione di cui Voi siete forse già a conoscenza: la progettata eliminazione delle discipline giuridiche ed economiche dalla scuola secondaria superiore. Se gli Schemi di Regolamento relativi ai Licei e agli Istituti tecnici e professionali dovessero essere definitivamente approvati (gli atti sono in questo periodo al vaglio della Conferenza Stato-Regioni e il governo intende concludere l’iter entro il mese di novembre p.v.) il diritto e l’economia politica spariranno quali materie curricolari obbligatorie nella quasi totalità dei Licei e del triennio superiore dei suddetti Istituti Tecnici. Tale decisione è immotivata, illogica e penalizzante da ogni punto di vista per il futuro dei nostri giovani. E’ immotivata, perché il taglio delle ore di tali discipline (valutato nella misura del 64% dal dr. Paolo Iacci, vicepresidente dell’Associazione Italiana Direzione del Personale) eccede assai ampiamente quello delle altre materie (stimato nell’ordine del 15%) senza alcuna spiegazione plausibile sul piano didattico, educativo e formativo. E’ illogica perché contrasta palesemente non solo con una Raccomandazione del Consiglio Europeo - che il 18 dicembre 2006 si era pronunciato a favore dell’acquisizione delle competenze sociali e civiche nella scuola europea - ma con l’esigenza, da tutti avvertita, di un più solido aggancio della scuola italiana al mondo del lavoro e dell’impresa. E’ penalizzante, perché i tecnici italiani (geometri, periti agrari ed industriali, tecnici dell’alimentazione etc.) e i futuri laureati in discipline specialistiche nulla avranno conosciuto e nulla saranno più tenuti a sapere delle norme giuridiche e dei concetti economici basilari per la propria professione (un solo esempio fra i tanti: il futuro geometra sarà esentato dallo studio del Testo Unico in materia edilizia, della Valutazione d’Impatto ambientale, dell’espropriazione, della legislazione urbanistica e ambientale, del regime di tutela delle acque o di gestione dei rifiuti etc.), risultando così penalizzati sul mercato del lavoro rispetto ai loro omologhi europei. Per ciò che concerne il mondo liceale, chi racconterà ai futuri diplomati il reale significato e le modalità d’interpretazione e di tutela dei diritti e delle libertà stabiliti dalla nostra Costituzione? I docenti di discipline letterarie che dovranno insegnare la nuova materia “Cittadinanza e Costituzione” (che peraltro sarà inserita nelle ore già di loro competenza, e senza una valutazione autonoma), per percorso e titolo di studio e per esperienze professionali nulla sono tenuti a sapere né dell’espressione giuridica del concetto di cittadinanza né, tantomeno, di Costituzione e appare assai dubbio che essi possano, attraverso sporadici corsi - quand’anche questi fossero tenuti da precari esperti - diventare competenti in una materia tanto complessa. Vi faccio un solo esempio fra i tanti: Voi pensate che potrebbe efficacemente spiegare agli studenti le analogie e le differenze tra le due sentenze della Corte Costituzionale, quella relativa al cd. “Lodo Schifani” e quella inerente il cd. “Lodo Alfano” o il collegamento - vero, presunto, preteso o inesistente - tra quest’ultima decisione della Suprema Corte e la decisione del tribunale monocratico civile di Milano relativa al cd. “Lodo Mondadori” un docente che nulla sa di tali istituti, di tali organi, di tali concetti? Che non ha mai affrontato, neppure episodicamente, i temi del diritto e della giustizia costituzionale o del diritto processuale civile e penale? Eppure, oggi i docenti di diritto ed economia affrontano e decodificano tali argomenti nelle loro lezioni. L’approvazione definitiva dello Schema di Regolamento dei Licei, al di là delle intenzioni di chi propugna tale riforma, non potrà che avere come conseguenza l’eliminazione dell’educazione alla legalità e alla cittadinanza dalla scuola italiana. L’Associazione Italiana Costituzionalisti aveva già indirettamente espresso, attraverso l’adesione del Presidente Alessandro Pace all’Appello contro la soppressione di tali materie dalla scuola secondaria superiore, un giudizio su tale riforma. Io e il Coordinamento cui appartengo speriamo che ora almeno la Vostra voce si levi pubblicamente, in questo momento decisivo per le sorti della scuola italiana, per scongiurare tali pericoli. RingraziandoVi per l’attenzione, Vi porgo i più cordiali saluti.

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