Prefetto batte Cagliari 3-0

25 Settembre 2012
2 Commenti


Com’era prevedibile, gli organi sportivi hanno dato la partita vinta alla Roma, che ha fatto ricorso in barba alla sportività che avrebbe dovuto indurre questo club a ricercare sul campo la vittoria.
Tuttavia questo risultato è il frutto di una condotta insensata di Cellino, non nuovo ai colpi di testa, ma anche delle Autorità amministrative, che non hanno esercitato in modo prudente e misurato il loro potere discrezionale.
Di fronte alla nota del sito del Cagliari, che invitava gli abbonati e gli sportivi muniti di biglietto a recarsi allo stadio, l’unica scelta era la sospensione della partita? O vi erano alternative? Insomma, la decisione del prefetto non poteva che essere quella o potevano e dovevano sondarsi altre vie? 
In realtà, quando il potere è discrezionale l’Amministrazione deve valutare tutte le possibili soluzioni e deve porre in essere una istruttoria completa prima di scegliere quella più adeguata alla situazione. In questa attività poi l’Autorità amministrativa dev’essere guidata da due principi giuridici imprescindibili: la tutela dell’interesse pubblico e il minor aggravio per i destinatari del provvedimento. Insomma, il Prefetto doveva tutelare la sicurezza e l’incolumità pubblica (interesse primario) col minimo mezzo, ossia recando il minor pregiudizio al Cagliari e ai tifosi sardi. Esula dagli interessi in gioco ogni intento sanzionatorio e punitivo nei confronti di Cellino.
Cosa si poteva e si doveva fare dunque? Prendere contatti immediati con la dirigenza del Cagliari, invitandola a pubblicare immediatamente nel sito un “contrordine”, ossia a precisare che la partita si giocava a porte chiuse e che quindi nessuno doveva recarsi allo stadio.  Si poteva e si doveva preannunciare alla dirigenza del Cagliari-calcio che l’alternativa sarebbe stata la sospensione del match. E’ stato fatto tutto questo? Se no, vi è stata una grave carenza da parte della Prefettura, segno che ha prevalso un atteggiamento punitivo verso Cellino, senza tener conto che gli interessi in gioco lo travalicano: ci sono anche i tifosi e i sardi che, generalmente, vedono nel Cagliari un loro simbolo.
Si poteva e doveva in ogni caso emanare una nota ufficiale con l’invito del Prefetto a non recarsi allo stadio, data la modalità non aperta dello svolgimento della partita. Siccome la tifoseria sarda è una delle più misurate è verosimile che un avviso ufficiale di quel tenore avrebbe indotto la quasi totalità dei tifosi a stare a casa. Si è tenuto conto della comprovata ragionevolezza e tranquillità della tifoseria sarda? E’ stata valutata questa eventualità? Quali argomentazioni, fondate su elementi obiettivi e ragionevoli, hanno indotto il Prefetto ad una soluzione che più che punire Cellino sanziona i sardi? Esistevano fatti comprovati che inducevano ragionevolmente a pensare che di fronte ad una nota prefettizia che ribadisse lo svolgimento della partita a porte chiuse vi sarebbe stata da parte dei tifosi una sfida all’autorità e una calca ai cancelli?
Insomma, senza una spiegazione che mostri in modo puntuale l’iter logico giuridico che ha messo capo alla sospensione della partita, la sensazione che si ha è che il provvedimento sia stato sproporzionato e volto principalmente a colpire l’arroganza insensata di Cellino.
Non è un  caso che tutta la stampa nazionale e gli organi sportivi siano unanimente diretti a mettere in luce la necessità di una punizione esemplare per il Presidente del Cagliari piuttosto che a ragionare sulle alternative possibili rispetto alla sospensione della partita. E’ del tutto scomparsa in questa discussione la considerazione della squadra e della tifoseria sarda, sicuramente fra le più tranquille e corrette d’Italia. Infine, ma non per importanza, sia consentito dire che al fondo della decisione del prefetto c’è una scarsa considerazione della ragionevolezza e mitezza dei sardi e del loro rispetto delle regole. In fondo, siamo stati tutti accomunati - quanto a sconsideratezza - al Presidente Cellino. E questo è stato l’errore più grave della Prefetto, che ha mostrato di non conoscere la nostra indole.

2 commenti

  • 1 Vittorio Sanna
    25 Settembre 2012 - 21:18

    Professore. sono semplicemente allineato al suo autorevole parere. Lo ero ancor prima di leggerlo. E la cosa mi lusinga.
    Saluti cordiali

  • 2 Renzo Defraia
    26 Settembre 2012 - 06:53

    Grazie per queste sue riflessioni, mi hanno dato conforto!
    Eh.. Il buon senso!!!

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