Ciascuno col suo voto costruisca un’Italia migliore

30 Gennaio 2013
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Aldo Lobina

Più si avvicina il momento del voto e più si surriscalda la campagna elettorale. Tutti fanno la loro parte: Alfano, non cede alle lusinghe montiane di collaborazione col PDL “magari senza il Cavaliere”, e rinnova l’obbedienza al padre padrone: “senza B. infatti non c’è PDL”. Come dargli torto? Le tentazioni fatte da Monti mirano a mettere in secondo piano il primato di B. e Alfano rinuncia a “Satana-Monti” con una espressione forte, perché lo identifica come quel qualcosa da cui l’Italia deve essere mondata insieme al governo tecnico. Un rifiuto netto ad uso e consumo dei berluscones, ringalluzziti dopo le comparsate “travagliate” del Cavaliere nell’etere.
Un rifiuto solo all’apparenza impensabile alcuni mesi fa quando il sostegno era strato giustificato dalla speranza che le cose andassero meglio.
Solo Bersani ha continuato a sostenere il governo Monti, artefice di scelte molto sgradevoli e spiacevoli per i più deboli.
Il PD ha sostenuto Monti con convinzione fino a quando lo stesso Monti non si è  messo di traverso, cioé in proprio,  accettando di guidare un ensemble insieme a Fini e Casini. Ora il PD compete con Monti, per marcare alcune differenze, ma si augura di potergli essere alleato dopo le elezioni.
Monti ha bisogno di accreditarsi come uomo di destra, quale è, e per farlo prende le distanze da Vendola, che è la foglia di fico narrante e perdente di Bersani. Monti è diabolico. Col suo fare fa credere di essere in competizione col PD,  accredita il PD come partito di sinistra (e gli fa un favore) e si prepara a salire al Quirinale coi voti del PD, che è pronto, pur di guidare il nuovo governo,  a rispettare l’agenda del professore.
Ma non mi meraviglierei affatto se il professore alla fine arrivasse ad accettare una alleanza “riformista” con la destra di Berlusconi, riuscendo nell’intento di sconfiggere il PD, isolato come ai tempi di Veltroni, rispetto ai partiti e movimenti che per affinità “culturale” (non ideologica – è termine desueto) potevano essere considerati come suoi alleati naturali. Così Rivoluzione Civile anziché morire sul nascere, come si augura il PD, parteciperebbe – ancora in fasce – al funerale del cinico fratellastro.
L’unica certezza è la vittoria dei Grilliniqualunque, prodotto di tutti gli impresentabili che li  hanno generati, figli anch’essi dello stesso porcellum, senza il quale il fenomeno Grillo, con i suoi improbabili candidati, avrebbe avuto dimensioni certamente diverse.
Questo è lo spettacolo che questi teatranti – veri o falsi -  ci regalano per convincerci a votarli.  In una competizione che si misura  meno   sulle cose da fare (ora tutti promettono meno tasse!) e più su artifici propagandistici di bassa lega, a danno dei cittadini elettori, che però non hanno l’anello al naso. Altro che desistenza! Ai cittadini spetta il dovere di dare segnali forti a questa classe politica impresentabile,che è fuori dal mondo, dai suoi veri problemi e osa  farsi gioco dell’intelligenza delle persone.
Gli ultimi scandali legati ai rapporti tra partiti e mondo finanziario, indebolendo vieppiù la fiducia residua dei cittadini, faranno crescere da una parte l’astensione, dall’altra quei movimenti che giustamente si oppongono all’imbroglio. Sensibili al canto del Grillo o al programma di Rivoluzione Civile.
Azzerare la situazione votando per chi promette di opporsi a questo maledetto sistema – e merita la nostra fiducia - sarà salutare, se non per l’immediato, almeno per il prossimo futuro. In attesa che maturi una diversa classe dirigente, ostile ai privilegi, più sana, più giusta.
Sono d’accordo con l’articolo di Sedda in questo blog. Ciascuno costruisca col suo voto, cioè con la sua testa e il suo cuore, la speranza di un’Italia migliore. Gli Italiani si son turati il naso per troppo tempo. Ma oggi il fetore è insopportabile.

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