Ho un’idea! Votiamo chi rispetta la Costituzione

16 Gennaio 2014
3 Commenti


Amsicora

Volete sapere come mi sto orientando per il voto alle elezioni regionali? Presto detto. Voterò chi rispetta e dice di voler attuare la Costituzione. Del resto, sono iscritto all’ANPI, l’Ass. naz. partigiani italiani, cosa potrei fare di diverso? Molti giovani partigiani, quelli veri, ci hanno rimesso la pelle per darci la Costituzione, io voglio solo godermela, vederla apprezzata, rispettata e applicata. Anzitutto dai mei rappresentanti, consiglieri comunali, provinciali, regionali e parlamentari.
Bella trovata, voi direte! Caro Amsicora, così diventi un qualunquista! Puoi votare tutti, da Cappellacci a Pigliaru. Sono tutti dell’arco costituzionale, come si diceva un tempo. Bah! Sarà. Ma siete proprio sicuri che sia così?  Possiamo parlarne?
Partiamo da Cappellacci. Ha esercitato con “disciplina ed onore” il suo mandato? In altre parole ha rispettato il comma 2 dell’art. 54 Cost., che lo richiede? Ditemi voi: rispetta quella regola chi ha diversi procedimenti penali in corso e non per fatti connessi alla lotta in difesa della Sardegna, ma per vicende in difesa del suo tornaconto o di quello di amici suoi? Parliamo, ovviamente sulla base delle contestazioni della Procura e delle notizie di stampa. Le sentenze sono di là da vanire, ma le contestazioni sono reali. E allora, non ditemi che sono un settario o un giustizialista, se affermo che io Cappellacci non posso votarlo, a prescindere dalla sua azione politica, fatta di proclami roboanti e di zero realizzazioni. Guardando i risultati della giunta Cappellacci vien da dire, senza paura di smentita, che la Regione spesso fa solo danni e che sarebbe meglio se non ci fosse. Pensando alla presidenza Cappellacci, vien da diventare o statalisti-centralisti o anarchici-individualisti.
E Pigliaru? Il prof. - direte - è tutt’altra cosa, non puoi non votarlo. E’ un santo laico, tutto università, libri e correttezza. Proprio come piace a te. Certo, compagni ed amici, questo è vero, non posso negarlo. E posso aggiungere che è anche un gran signore, una di quelle persone che riconciliano con la buona educazione ed oggi anche di questa c’è estremo bisogno nella politica e nei politici. Pigliaru potrei non votarlo solo perché è uno “alla Monti”, tutto rigore economico e liberismo. Ma di questi tempi - potrete obiettarmi - chi c’è che non sia liberista? La stessa sinistra è di destra perché liberista. Tutto questo è vero, non lo nego. Son d’accordo con voi, compagni ed amici, ma io sono “un rosso antico” e questi sinistri neofiti del liberismo non mi affascinano. Anzi mi creano allergia, politicamente parlando. Farò male, ma mi viene d’istinto. E’, per dirla coi giuristi, una vis cui resisti non potest , una forza cui non si può resistere, è forza maggiore, più forte di me. Ma per Pigliaru non c’è bisogno di scomodare l’economia, basta sempre e solo l’amata Costituzione. Rispettano l’art. 54, comma 2, quelli della lista che sono indagati? Indagati per peculato, si badi, non per aver fatto i picchetti in fabbrica o i blocchi stradali con gli operai e i pastori in lotta. E poi gran parte del gruppo dirigente PD è indagato: dal segretario regionale Lai a Soru. Dovete ammettere: la disciplina è venuta meno e l’onore è perduto! E allora che faccio? Mi contraddico? Faccio come Piras ed Uras? Dico che sono malandrini gli indagati delle parrochie altrui e buoni quelli della mia? Non compagni ed amici, vi ho già detto che sono un “rosso antico” e nel dna della sinistra di un tempo, la contraddizione sopratutto in questa materia ultrasensibile (che tocca la sfera dell’etica pubblica) non era ammessa. Eravamo tutti d’un pezzo, diversi. E ne andavamo orgogliosi. Lo diceva, da ultimo, anche il buon Enrico Berlinguer, quando lanciò l’idea del “governo degli onesti“, facendo però - bisogna ammetterlo - un clamoroso flop. Io poi, negli anni verdi, ho avuto come maestri, Luigi Pintor, Lucio Magri, Rossana Rossanda. E allora? Allora, per prendere in considerazione il voto al PD & C., Pigliaru dovrebbe liberarsi degli indagati nelle liste e togliersi di torno i dirigenti con carichi pendenti, se no, mi dispiace, ma non posso.
E Michela, lei sì che è candida. Certo, è bianca che più bianca non si può, come diceva una vecchia pubblicità di Carosello. Ma lei e di Progres e ProgReS sapete cosa vuol dire? Per chi non lo sapesse, non vuol dire “progresso”, ma significa Progettu Repubbrica Sarda. Nel loro Manifesto politico scrivono fra l’altro “Noi siamo indipendentisti, operiamo per la costruzione di una repubblica sarda indipendente e sovrana“. Come conciliare questa finalità, il programma massimo di ProgReS, con l’art. 5 Cost.? Questo sancisce i principi di autonomia e decentramento, ma anche quelli dell’unità e indivisibilità: “l’Italia, una e indivisibile, riconosce e promouove le autonomie locali…“. Sì lo so che oggi i principi non contano, le coerenze ancor meno; bisogna essere pragmatici, oggi qui domani là, ma io vi dico e vi ripeto che sono un “rosso antico” e per gente di questa tipologia le questioni di principio sono inderogabili. Si poteva e si può discutere sulle questioni, pur importanti, di tattica politica, ma non cedere sulla strategia. E allora, anche qui, seppure con grande dispiacere, non mi ritrovo. Neanche Michela, Costituzione alla mano, fa per me.
Non mi rimangono che i 5 Stelle. Loro hanno difeso coerentemente la Costituzione dallo stravolgimento proposto da PD-PDL  in parlamento. Non solo: il M5S i soldi anziché prenderli (legittimamente), li restituisce, e i suoi parlamentari, anziché aumentarsi l’indennità col peculato, se la sono autoridotta, come si faceva al PCI. Di più: perché in Sardegna i pentastellati hanno dato segni di prurito elettorale, un tempo dicevamo di “elettoralismo”, Grillo, correttamente, non ha presentato simbolo e lista. Per l’ex comico gli aderenti sardi al Movimento non davano affidamento sul rispetto dell’art. 54, comma 2, Cost. E per il M5S l’etica pubblica è un punto d’nore, sta al primo posto. Ecco il paradosso, proprio il movimento politico che avrebbe le carte in regola per prendere il voto, Costituzione alla mano, non ha presentato le liste perché, almeno in Sardegna, nelle sue fila si sono manifestati segnali negativi in ordine all’etica politica. Non danno segnali di “discipina ed onore“, secondo il gruppo dirigente nazionale, che, per rispetto verso noi sardi, non ha depositato il simbolo, perdendo una quindicina di consiglieri regionali. Apprezzo molto la serietà anche in questo caso del M5S, tanto più mentre molti cambiano casacca o ne inventano una nuova per un seggio, inteso come bottino, come preda. Ma resto con un pugno di mosche e non so che pesci prendere. Devo ammettere: politicamente sono malconcio. Sì, mi hanno ridotto male, non solo destra e centro, ma anche la sedicente sinistra. Ma ciò che più conta, hanno ridotto male, malissimo la Sardegna, i sardi. Che faccio? Che facciamo? Aggittoriu! Aiuto!

3 commenti

  • 1 Renato Monticolo
    16 Gennaio 2014 - 11:59

    Caro Amsicora , la tua analisi non fa una grinza eppure, rileggendola….E si ,….parte aristotelicamente da un sillogismo in cui l’elemento “medio” è parzialmente corretto.
    Dice infatti “vis cui resisti non potest” tralasciando un “maior” che rende fondante l’espressione stessa. Se infatti ci troviamo di fronte ad una “causa di forza maggiore” non possiamo che optare per una scelta che sia più vicina possibile al nostro desiderio e quindi al rispetto dell’articolo 54 della Costituzione, dobbiamo cioè calcolare la “virtù media” degli schieramenti ed allora…non credo che possano sussistere molti dubbi.

  • 2 Andrea Murru
    16 Gennaio 2014 - 12:27

    Mi permetta un suggerimento, caro Amsicora. Nella coalizione di centrosinistra vi sono altre formazioni politiche che rispecchiano i criteri da lei richiamati e, se vogliamo, ne aggiungono di nuovi. Non hanno indagati in lista, credono nel mercato, ma governato da regole certe e trasparenti, non hanno cavalcato la menzogna della zona franca, hanno candidato donne di peso, sia per mumero che per competenza, hanno ottenuto le dimissioni del proprio segretario regionale a distanza di 48 ore dalla sua iscrizione nel registro degli indagati, nell”indagine-bis sui fondi ai gruppi, hanno deciso di candidare nella cittá capoluogo, come capolista, un insegnante di lingua e cultura sarda, a contratto. Hanno promosso due giornate di dibattito su temi quali Autoritá portuale e carceri vedendosi totalmente ignorati dagli organi di stampa e dai media locali solo perché non si chiamano Pd e Sel. Hanno infine deciso di affidare ai giovani del partito parecchi ruoli e compiti di alta responsabilitá poiche credono ancora nella preparazione delle future classi dirigenti. Come potrá constatare lei stesso, caro Amsicora, qualche speranza ancora nutro di poterla sottrarre al purtroppo ampio partito dell’astensione.

  • 3 Emanuele Pes
    17 Gennaio 2014 - 21:37

    Mi lascia abbastanza perplesso motivare il non voto a Michela Murgia sulla base del vincolo dell’unità e indivisibilità della Repubblica italiana: non ho molti strumenti per elaborare un ragionamento, ma il principio di autodeterminazione l’ho sempre immaginato con valenze molto, molto complicate, non solo per la sua affermazione, ma anche per la sua negazione (anche quando assume la denominazione di indipendentismo). Tranne che, ad es., per Napolitano, che mi è capitato di sentire una volta farsene beffe, e grasse risate. Ma proprio grasse. Che ci avrà da ridere, ho pensato, ride solo di sarcasmo. Avrei voluto dirgli, tanto appunto per dirgliene una su unità ed indivisibilità: il principio di autodeterminazione viene prima della Costituzione e il Trattato di Osimo è venuto dopo. Detto proprio in termini meramente cronologici. E mi rimane sempre il dubbio, mi sembra più che fondato, che il principio di autodeterminazione sia stato comunque alla base della Resistenza, della nascita della Repubblica e della Costituzione. Poi definire gli ambiti di esercizio di questo principio/diritto sarà anche difficile, epperò…esiste, è una di quelle cose che stanno in piedi da sole.
    E ancora: contrapporre indipendentismo-sovranismo alla Costituzione non mi sembra utile, anche perché facilita e legittima una mancanza di confronto tra posizioni indipendentiste e le conquiste (io continuerei a definirle così) del pensiero politico democratico italiano.

    (Non voto Michela Murgia, che non mi convince per altre ragioni, e nonostante abbia nelle proprie liste tanti compagni, amici, che meriterebbero solo di essere votati. Voterò Pigliaru e SEL)

Lascia un commento