No alla repressione del dissenso sulla manomissione della Costituzione

20 Giugno 2014
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Red

Si può comprimere la libertà di opinione e di azione perlamentare quando è in discussione la manomissione della Costituzione? E’ una riforma o un modifica in peggio la proposta di trasformazione del Senato avanzata da Renzi in combutta con Berlusconi? Ecco cosa ne pensa l’Ars - Ass. per il rinnovamento della sinistra.

L’assemblea nazionale dell’Ars, riunita a Roma il 19 giugno, esprime piena
solidarietà e incoraggiamento ai senatori del Pd che si stanno battendo per
affermare il pieno rispetto dell’articolo 67 della Costituzione che non
prevede vincolo di mandato per i parlamentari eletti, tanto più su questioni
di grande peso che implicano la libertà e questioni di principio, come sono
certamente le scelte istituzionali.
Non a caso questi senatori si erano autosospesi dal gruppo del Pd del Senato
di fronte all’atto di sopraffazione che li aveva visti rimossi dalla
presenza nella commissione affari costituzionali, come se il diritto
previsto dall’articolo 67 della Costituzione fosse relegato al solo
comportamento in aula.
Per un partito che ha scritto “democratico” nel suo nome questo resta un atto
grave e gravemente contraddittorio, che va denunciato. Il consenso
elettorale non giustifica in alcun modo un’azione come questa di riduzione
della libertà dei parlamentari di fare valere fino in fondo i diritti
previsti dalla Costituzione. Diritti che furono garantiti perfino durante la
discussione parlamentare in occasione dei bombardamenti in Serbia.
La Costituzione non può essere appannaggio dei governi. Di nessun governo.
Le modifiche costituzionali debbono garantire la divisione e l’equilibrio
tra i poteri. La riduzione del numero dei parlamentari può essere ottenuta
diversamente e in modo più ampio come dimostrano proposte di legge i campo,
mentre un Senato ridotto di numero ma non votato dagli elettori non avrebbe
la necessaria autonomia verso il governo. Inoltre il Senato, sebbene non
eletto, concorrerebbe all’elezione del Presidente della Repubblica e della
Corte Costituzionale creando così un ulteriore accentramento dei poteri
nelle mani del Governo, già rafforzato dalla proposta di legge elettorale
ipermaggioritaria che, paradossalmente, sta proprio al Senato ora modificare
nella versione approvata dalla Camera dei Deputati.
Il Governo Renzi deve aprirsi ad un confronto libero ed aperto sulle
modifiche costituzionali, tenendo conto delle opinioni espresse da diverse
parti per evitare un accentramento di poteri nelle mani del governo.
L’Ars fa appello a tutte le energie politiche, intellettuali, sociali per
una mobilitazione a sostegno di tutte le posizioni che puntano a mantenere,
pur nel quadro delle necessarie riforme della Costituzione, autonomia ed
equilibrio tra i poteri dello Stato e in particolare la garanzia dell’autonomia
e della centralità del parlamento, pur riservando alla sola Camera dei
deputati il voto di fiducia verso il Governo.

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