Su l’Unione, leggo di Francesca, Max… e M’Poku

13 Febbraio 2015
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Amsicora

Avete capito perché ormai mi professo apolide da ogni punto di vista anche  politico? Apprendo su L’Unione di “tweet” al veleno tra il deputato di Sel Michele Piras e il sottosegretario alla Cultura Francesca Barracciu. E perché tanta vis polemica sul web? Confesso che a malincuore prendo le distanze dalla statista di Sorgono, ma voglio essere sincero: sto con Michele. Anche a me non è andata giù l’ultima uscita di Francesca contro i tagli delle classi della Giunta Pigliaru. Non che condivida i tagli, sia ben chiaro, e ancor meno la passività di Pigliaru nell’accettarli, anche perché aveva messo la scuola al primo posto nel suo programma. Ma chi taglia? Il governo nazionale, o sbaglio? Ed allora, con Piras, vien naturale osservare: “Più risultati e meno tweet da chi siede sui banchi del governo nazionale. Meno sproloqui e meno superficialità. Meno risentimento e meno polemichette. E qualche caduta di stile in meno. Così, giusto per richiamare ciascuno al proprio ruolo“. Bravo Michele! Ben detto! Suvvia, Francesca, scarica la tua vis polemica e propositiva sul Consiglio dei ministri e sul Ministro della Pubblica istruzione. Possiamo protestare noi, comuni cittadini, i governanti non possono, devono fare proposte e decidere. E se le loro proposte non vengono considerate, l’unica protesta consentita sono le dimissioni. Hai capito? Lotta in senso al governo e poi trai le conclusioni.
Il seguito del tuittaggio non m’intressa. Penso, fra me e me, che certo il centrosinistra è malmesso.
Poi sempre sfogliando il giornale apprendo che  il candidato alle primarie del centrosinistra quartese, tal Stefano Delunas, Pd, benché abbia 56 anni suonati, e dunque abbia raggiunto da tempo l’età della ragione, assicura che farà di Quartu una zona franca. No comment. Mi arrendo!
Volto pagina  per non cadere in depressione. Ma ecco in risalto le nuove prodezze di Massimo. Riesce perfino a farsi contestare dai dipendenti del Teatro lirico, che tiene senza stipendio, benché lavorino, loro. Certo per uno che non è stato mai dipendente, capire che si lavora anche per campare, dev’essere arduo! E poi che fa? Chiude a tamburo battente una via e un palazzo, mettendo gli abitanti per strada. Ragioni di sicurezza e incolumità pubblica, signori! Ordinanza contingibile e d’urgenza, non si scherza! Poi dispone più approfonditi accertamenti e pare che l’allarme rientri: basta qualche piccola opera di rinforzo.
Non conosco la vicenda e, quindi, sto zitto, ma mi vien da pensare che prima di chiudere strada e palazzo, forse il sindaco avrebbe dovuto chieder un supplemento di istruttoria tecnica. E se ha ordinato lo sgombero dello stabile. come dicono i legulei, in mancanza del presupposto? In altre parole se non c’era il tanto per una misura così drastica? C’è il rischio di un’azione di risarcimento contro il Comune e per Massimo un pericolo d’intervento della Procura della Corte dei conti. Ma i guai se li va proprio a cercare! Sembra li calamiti. Non gli bastavano quelli del Lirico. Sembra che a Massimo l’esperienza non insegni alcunché. Eppure dovrebbe ormai sapere che la prudenza e la ragionevolezza sono le doti del buon amministratore.
Ora pare che lui voglia delegare ad altri le sue funzioni al Teatro. Ottima notizia. L’ammettere i propri errori è il primo passo per non sbagliare più, per correggersi. Il dubbio è il padre di ogni conoscenza e della consapevolezza. E, se davvero si è insinuato nella sua testa, è buon segno. Ma allora perché non rimanere? Il consiglio d’indirizzo è formato da persone serie e collaborative, nella nomina del nuovo sovrintendente ha avuto la maggioranza. Insomma, ha le condizioni ideali per fare bene. Chissà!
Giro pagina e finalmente ecco la cronaca sportiva. Un po’ di distensione? Neanche per sogno. Ahinoi! le cose vanno male anche qui, anzi malissimo! Siamo in piena zona retrocessione. L’unica nota che mi consola è l’arrivo di M’Poku. Che sia lui la nostra salvezza!

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