Sardegna. Che pastrocchio il “riordino” degli enti locali!

23 Aprile 2016
3 Commenti


 Andrea Pubusa
PASTROCCHIO N 2

Volete farvi una risata? Sentite questa: la legge sul sistema delle autonomie locali, approvata l’altro ieri, viene chiamata dalla giunta regionale legge di “riordino”! Sissignori di “riordino”!  Sennonché la legge dispone…in attesa di un referendum! Ebbene sì,  se il referendum costituzionale - come è probabile e desiderabile - boccia lo scasso costituzionale di Renzi, il riordino rimane in sospensione, a bagno maria! Un bel casino!
E allora cosa cambia? Nulla o quasi. Le province di Sassari, Nuoro e Cagliari rimangono perché sono previste nello Statuto speciale (articolo 43). Oristano rimane perché è prevista da una legge statale. Dicono i “riordinatori” della giunta: attendiamo il referendum costituzionale di ottobre per sapere se la soppressione delle province prevista nella proposta Renzi-Boschi-Verdini passerà. Intanto, è probabile che non passi. Ma cosa c’azzecca? La modifica del titolo V della Costituzione non tocca lo Statuto, che è legge costituzionale e non è, al momento, soggetta a revisione. Ergo, Sassari, Nuoro e Cagliari rimangono. Al più Renzi, se non si nasconde nella Garfagnana dopo il referendum di ottobre, potrà sopprimere la provincia di Oristano abrogando o modificando la legge che a suo tempo la istituì. Bell’avanzamento per quelle popolazioni! Rimangono senza una rappresentanza territoriale potenzialmente credibile. Ma Cagliari, Sassari e Nuoro rimarranno. E a quel punto, ve la immaginate la provincia di Cagliari…senza Cagliari? Non la possono neanche chiamare del Sud Sardegna perché lo Statuto speciale prevede la provincia di Cagliari, non del Sud Sardegna. Quindi, modificando la circoscrizione territoriale attuale, dovranno prevedere che nella provincia di Cagliari…non c’è Cagliari e che il capoluogo è, poniamo, Sanluri!
Un bel riordino con c’è che dire! Da far venire i capogiri!
E la rete metropolitana di Sassari, si sovrapporrà alla Provincia di Sassari? E le unioni di Comuni, piccole aggregazioni governate da consorterie locali e prive di qualunque peso nei riguardi dello Stato e della Regione? E così via riordinando. 
Volete il senso politico di tutto questo o, se preferite, il prevedibile risultato? Creare casino nei territori, stravolgere e paralizzare qualsiasi iniziativa delle comunità locali, privarle di rappresentanza, nel caos istituzionale dare permanentemente le decisioni locali a gruppi e consorterie, dove anche i buoni amministratori sono neutralizzati.
Certo richiamare alla razionalità un ceto politico uscito di senno è difficile. Ma, di grazia, non sarebbe più sensato mantenere le province attuali e rinforzarle, delegando loro tutte le funzioni di area vasta, lasciando ai Comuni tutte le quelle a da esercitare a contatto coi cittadini? L’area metropolitana cagliaritana più che la provincia avrebbe sostituito i comuni nell’esercizio delle funzioni aell’area, senza intaccare quelle elementari, da esercitare sull’uscio di casa.
Il riordino vero passa anzitutto dalla Regione e si realizza prosciugandola attraverso un rafforzamento delle funzioni e della rappresentatività degli enti locali minori. Meno Regione più autonomie sub-regionali pienamente rappresentative, ecco la linea di una vera riforma, che voglia riattivare le comunità locali e la loro voglia di partecipare. Il “riordino” della legge Erriu è solo un pasticcio volto a mortificare la rappresentanza e le comunità locali. L’obiettivo? Ripeto: nel casino assegnare il potere decisionale sulle questioni locali a quel grumo oscuro, costituito dall’intreccio fra consorterie regionali e locali, accomunate dalla volontà di escludere i cittadini.

3 commenti

  • 1 Andrea
    23 Aprile 2016 - 09:05

    Allo scenario da lei descritto s’aggiunga la recente Pdl statutaria, presentata dall’On. Deriu il 7 Aprile scorso, di modifica della legge elettorale sarda.
    Solo per gradire, le riporto qui un assaggino :

    Art. 7 co 2
    “2. Nessun candidato può essere compreso in più di una lista circoscrizionale. Ciascun candidato può tuttavia ricevere preferenze anche nelle circoscrizioni nelle cui liste non è compreso, purché la preferenza sia espressa nel rettangolo che ricomprende il medesimo contrassegno della lista circoscrizionale alla quale esso appartiene.”

    Qui di seguito il link alla Pdl :
    http://www.consregsardegna.it/XVLegislatura/Progetti%20legge%20statutaria/06STAT.asp

  • 2 Mario Carboni
    23 Aprile 2016 - 11:29

    L’alternativa è nelle ultime righe e sottende alla questione politica più importante. Non è solo una classe politica uscita di senno ma un grumo politico centralista che senza cultura neppure autonomistica ha gettato alle ortiche ogni idea di federalismo e di federalismo interno arroccandosi in una Regione col motore fuso. Prima di ogni riforma e riordino va riscritto lo Statuto sardo. In seguito riorganizzati i comuni e gli organismi intermedi con ampi poteri verso il basso. L’architettura descritta nell’articolo ricorda le tele di ragno tessute da insetti alimentati in laboratorio con allucinogeni. Vedremo altre follie quando ripeteranno a breve, per conservare un loro potere oscuro e colluso, metteranno mano alla statutaria ed elettorale. Naturalmente prima di mettere mano allo statuto come dovrebbe essere fatto. Ma data la lo totale incompetenza in materia è molto meglio che dello Statuto se ne dimentichino dato che sono capaci solo di cancellarlo . C’è da sperare che un crollo politici li seppellisca ed allora su quelle macerie forse si potra ricostruire una Sardegna politica e amministrativa .

  • 3 La legge sulle autonomie locali: né riforma né riordino, manca un’idea di Sardegna! | Aladin Pensiero
    24 Aprile 2016 - 10:03

    […] di Andrea Pubusa su Democraziaoggi […]

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