Di Maio fa autocritica sulle elezioni regionali. Meglio tardi che mai. Ma in Sardegna è andata!

14 Febbraio 2019
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Amsicora

Meglio tardi che mai!“, diceva quello. E niente si attaglia di più a Di Maio. “In questi giorni dopo le elezioni ho riflettuto - ha detto -. Mi sono chiesto se fosse il caso di dire una verità che tutti nel M5S conosciamo ma nessuno ha ancora avuto il coraggio di dire. Dopo Sicilia, Molise e Abruzzo. Se non siamo riusciti a conquistare una regione con Giancarlo Cancelleri nonostante il 35%, con Andrea Greco nonostante il 38% e con Sara Marcozzi persone che hanno dato l’anima e fatto l’ impossibile è chiaro che ci sono problemi di fondo che dobbiamo affrontare. Che io come capo politico intendo affrontare”. “Dove non siamo pronti dobbiamo smetterla di presentarci“.
E bravo Cigino! Ma noi del CoStat in Sardegna glielo abbiamo detto fin da settembre in vista delle elezioni che la legge elettorale sarda richiede “contratti” prelettorali e non post. In tempi non sospetti abbiamo detto a Mario Puddu (allora coordinatore nell’isola) che le regionali, rispetto alle politiche, sono altra cosa, seguono altri codici. Il M5S - gli dicemmo a settembre -  che pure ha fatto un contratto di governo a livello nazionale dopo le elezioni, dovrebbe pensare ad un’intesa simile prima, perché la legge elettorale sarda è fortemente maggioritaria, e se vuoi vincere devi prender un voto in più del tuo concorrente. D’accordo nello scartare l’alleanza con un partito, ma - lo avvertimmo - esiste in Sardegna una vasta area democratica, delusa dal centrosinistra, che ha fatto molte battaglie in questi anni. Pensare di favorire la formazione di un “raggruppamento” e dargli visibilità elettorale sarebbe stata una mossa utile al M5S e alla Sardegna. All’isola perché avrebbe determinato una svolta e un cambio di gruppi dirigenti. Al M5S, anzitutto, perché avrebbe potuto consentirgli di vincere le elezioni, secondariamente perché, dopo l’alleanza di governo con la Lega, avrebbe esplicitato, dove possibile, una propensione per le forze democratiche. Abbiamo proposto al M5S, a partire dalle regionali sarde, un laboratorio non solo locale. Ci voleva poco a capirlo, ma i pentastellati isolani pensavano che i voti venissero sempre trasportati dal vento e non anche grazie a scelte appropriate.
Gianni Marilotti ha spiegato in questo blog le ragioni della chiusura, il rifiuto di un dono politico; solo da guadagnare per i pentastellati nulla da pagare o perdere. Il seguito lo conosciamo tutti: isolati e con un candidato noto solo ai 5Stelle il seggio alla Camera nelle suppletive è stato perso.  Replica per le regionali, candidato presidente Desogus, con tutto il rispetto, fuori dal dibattito pubblico regionale e sempre in splendido isolamento. Mai riuscito a imporre i temi del Movimento nel dibattito regionale. Harakiri! Certo chi ritiene che in Sardegna occorre fare un po’ di pulizia li vota lo stesso. Lo fa per doppia responsabilità nei riguadri dei sardi. Ma alle elezioni il consenso bisogna favorirlo, invogliarlo. Non sono ragionevoli le scelte supponenti per respingerlo!
Ma ormai è andata!  Ahinoi! Probabilmente nell’isola dei mori ci sarà una replica dell’Abruzzo. Sarà per la prossima. Ma a queste elezioni il M5S ha soffocato con le proprie mani l’ottima speranza di vittoria che veniva dell’onda travolgente del 4 marzo. Non diversanmente, i partiti dell’area natzionalitaria hanno perso l’occasione per sfondare alleandosi e si arrabattano per superare lo sbarramento. Noi del CoStat, al fine di dare razionalità alla politica regionale nell’interesse generale, li abbiamo riuniti, messi a confronto, abbiamo fatto un appello all’unità. Indarno! I nostri eroi della sardità, a petto in fuori, vanno alla pugna per perdere! Meglio ha fatto Zedda e il PD. Con un camuffo imbroglionesco, che solo PD & C. san fare, nascondono ai sardi che sono la continuazione di questa giunta da far dimeticare. Anziché lottare per essere primi, sperano di arrivare secondi. Contenti loro! Tutti han lavorato per il tanto vituperato Salvini. Che statisti!
E noi democratici sardi non intruppati e combattenti in servizio attivo in tutte le battaglie importanti? Eravamo pronti a buttarci nell’agone senza chiedere nulla se non serietà, rigore, partecipazione. Respinti e irresponabilmente lasciati a guardare, vaghiamo incerti tra l’astensione e un voto a caso nel mucchio, fuori dal centrodestra, più per affezione al seggio che per speranza di vittoria.
So cosa vi è venuto in mente, anche a me: un bel vaffa…!

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