Maradona campione inarrivabile e antisistema

26 Novembre 2020
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A.P.

Non poteva essere diversamente, su Maradona si è scatenata la fiera dei luoghi comuni. “Genio e sregolatezza”, dicono tutti. Invece fu genio e per nulla sregolatezza, se non nella vita privata. In realtà fu il miglior calciatore del mondo, ma fu e volle rimanere estraneo al sistema calcio. Non sarebbe mai potuto diventare come Platini, altro 10 famoso e geniale, ma poi del tutto interno al sistema calcio ed anzi uno dei massimi interpreti di esso e non negli aspetti migliori. A differenza di Pelè non avrebbe mai potuto giocare nei Cosmos o in altra squadra USA, perché Diego fu sempre dalla parte di quanti si sono ribellati alla teoria del Sud America “orto di casa degli States“. E per questo fu ammiratore del Che e amico di Castro, nonché sostenitore di quanti nell’America latina si impegnarono nella lotta antimperialista, come Evo Morales e Hugo Chavez.
Ecco anche questa parte di Maradona viene annoverata nella sregolatezza e invece è istintiva ribellione ad un sistema di potere corrotto nel calcio e ingiusto nelle relazioni fra i continenti e gli stati.
Non a caso  Maradona fu squalificato nei mondiali del ‘94 giocati negli Stati uniti. E come disse Abel Balbo, “tutto quello che successe ai Mondiali ‘94 con Maradona fu un boicottaggio, l’Argentina dava fastidio e non si poteva consentire che vincesse il trofeo nell’ultimo anno di presidenza Fifa di Joao Havelange con Maradona capitano“. Si temeva che Diego facesse come ai campionati del mondo in Messico dell ‘86, quando anche per vendicarsi dell’invasione delle Malvinas, scartò mezza squadra inglese e depositò il pallone in porta, trascinandol’Argentina alla vittoria finale.

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