Tre ricordi e un impegno. In memoria di Bell Hooks, Jean-Marie Muller, Desmond Tutu, per la liberazione di Leonard Peltier

28 Dicembre 2021
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Beppe Sini

Il “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo ci invia queste note che volentieri pubblichiamo.

Nel giro di pochi giorni sono scomparse tre persone la cui azione, le cui opere, la cui testimonianza, molto hanno contato per noi.
Il 15 dicembre e’ morta la pensatrice e militante femminista ed antirazzista bell hooks.
Il 18 dicembre e’ morto il filosofo e attivista della nonviolenza Jean-Marie Muller.
Il 26 dicembre e’ morto Desmond Tutu, uno dei simboli della lotta contro l’apartheid e animatore della Commissione per la verita’ e la riconciliazione.
Al dolore per la loro scomparsa si unisce la gratitudine per quanto nelle loro vite hanno saputo fare per il bene comune dell’umanita’.
E’ anche nel loro ricordo che esortiamo una volta ancora all’impegno comune contro tutte le violenze, le ingiustizie, le oppressioni; per la vita, la dignita’ e i diritti di tutti gli esseri umani; per la liberazione dell’umanita’; per la salvezza dell’intero mondo vivente.
E’ anche nel loro ricordo che esortiamo una volta ancora all’impegno comune per la liberazione di Leonard Peltier: un uomo innocente e perseguitato, un difensore dei diritti umani, un difensore della Madre Terra. Dopo 45 anni di ingiusta, barbara ed assurda detenzione sia restituita la liberta’ a Leonard Peltier

Ha scritto Leonard Peltier:
Io sono chiunque
sia morto
senza una voce
o una preghiera
o una speranza
o un’opportunita’…
Chiunque abbia sofferto
per essere indiano
per essere umano,
per essere indigeno,
per essere libero,
per essere Altro,
per essere impegnato…
Io sono chiunque di loro.
Ognuno di loro.
Si’.
Anche te.
Io sono chiunque.
*
Ha scritto il Presidente del Parlamento Europeo:
“Inviero’ una lettera alle autorita’ statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell’American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita’ accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque”.
“I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere”.
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E’ stato scritto su Leonard Peltier:
La vicenda di Leonard Peltier puo’ essere riassunta brevemente: nato a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944, attivista dell’American Indian Movement per i diritti umani dei nativi americani e in difesa della Madre Terra, nel 1977 fu condannato a due ergastoli in un processo-farsa sulla base di presunte prove e presunte testimonianze dimostratesi false; da allora e’ ancora detenuto, sebbene la sua innocenza sia ormai universalmente riconosciuta (gli stessi suoi accusatori e giudici responsabili della sua scandalosa ed assurda condanna hanno in prosieguo di tempo ammesso che le cosiddette “prove” e le cosiddette “testimonianze” erano false). Anche dal carcere ha continuato ad impegnarsi per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra, sostenendo e promuovendo molte iniziative educative ed umanitarie, a cui ha affiancato un’apprezzata attivita’ di pittore, poeta, scrittore.
Di seguito riportiamo una breve nota di presentazione dal suo libro autobiografico edito in Italia nel 2005: “Accusato ingiustamente dal governo americano – ricorrendo a strumenti legali, paralegali e illegali – dell’omicidio di due agenti dell’FBI nel 1975 (un breve resoconto tecnico della farsa giudiziaria e’ affidato all’ex ministro della giustizia degli Stati Uniti Ramsley Clark, autore della prefazione), Peltier, al tempo uno dei leader di spicco dell’American Indian Movement (AIM), marcisce in condizioni disumane in una prigione di massima sicurezza da quasi trent’anni. Nonostante la sua innocenza sia ormai unanimemente sostenuta dall’opinione pubblica mondiale, nonostante una campagna internazionale in suo favore che ha coinvolto il Dalai Lama, Nelson Mandela, il subcomandante Marcos, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu’, Robert Redford (che sulla vicenda di Peltier ha prodotto il documentario Incident at Oglala), Oliver Stone, Howard Zinn, Peter Matthiessen, il Parlamento europeo e Amnesty International, per il governo americano il caso del prigioniero 89637-132 e’ chiuso. Non sorprende dunque che Peltier sia divenuto un simbolo dell’oppressione di tutti i popoli indigeni del mondo e che la sua vicenda abbia ispirato libri (Nello spirito di Cavallo Pazzo di Peter Matthiessen), film (Cuore di tuono di Michael Apted, per esempio) e canzoni (i Rage Against the Machine hanno dedicato a lui la canzone Freedom). In parte lucidissimo manifesto politico, in parte toccante memoir, questa e’ la straordinaria storia della sua vita, raccontata per la prima volta da Peltier in persona. Una meravigliosa testimonianza spirituale e filosofica che rivela un modo di concepire la vita, ma soprattutto la politica, che trascende la dialettica tradizionale occidentale e i suoi schemi (amico-nemico, destra-sinistra e cosi’ via): i nativi la chiamano la danza del sole” (dalla scheda di presentazione del libro di Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, 2005, nel sito della casa editrice: fazieditore.it).
Per ulteriori informazioni si veda di Leonard Peltier, Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin’s Griffin, New York 1999 (in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005); e tra le opere su Leonard Peltier: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994; Edda Scozza, Il coraggio d’essere indiano, Erre Emme, Pomezia 1996; Michael Koch, Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016. Particolarmente utile anche l’opera di Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013, piu’ volte ristampata.
Si puo’ utilmente consultare anche il sito dell’”International Leonard Peltier Defense Committee”: www.whoisleonardpeltier.info
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E’ stato scritto sul significato della solidarieta’ con Leonard Peltier:
La solidarieta’ con Leonard Peltier e’ la solidarieta’ con la Resistenza degli indiani d’America vittime di un genocidio che tuttora continua e che occorre contrastare.
La solidarieta’ con Leonard Peltier e’ la solidarieta’ con la lotta di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani oppressi e denegati dalla violenza dei poteri dominanti.
La solidarieta’ con Leonard Peltier e’ la solidarieta’ con la lotta dell’umanita’ cosciente in difesa del mondo vivente dalla minaccia di distruzione da parte di un sistema di potere, di un modo di produzione e di un modello di sviluppo che schiavizzano, divorano e distruggono gli esseri umani, gli altri animali, l’intero mondo vivente.
La lotta di Leonard Peltier e la lotta per la sua liberazione sono quindi parte di un impegno in difesa della vita, della dignita’ e dei diritti di tutti gli esseri umani, di un impegno per la salvezza dell’intero mondo vivente.

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A chi legge queste righe chiediamo di inviare un messaggio di sostegno all’impegno per la liberazione di Leonard Peltier indirizzandolo:
- al Comitato internazionale di difesa di Leonard Peltier: contact@whoisleonardpeltier.info,
- al Presidente del Parlamento Europeo: president@ep.europa.eu, lorenzo.mannelli@ep.europa.eu, armelle.douaud@ep.europa.eu, barbara.assi@ep.europa.eu, helene.aubeneau@ep.europa.eu, marco.canaparo@ep.europa.eu, fabrizia.panzetti@ep.europa.eu, michael.weiss@ep.europa.eu, luca.nitiffi@ep.europa.eu, matea.juretic@ep.europa.eu, francesco.miatto@ep.europa.eu, barbara.hostens@ep.europa.eu, monica.rawlinson@ep.europa.eu, beate.rambow@ep.europa.eu, laetitia.paquet@ep.europa.eu, nicola.censini@ep.europa.eu, arnaud.rehm@europarl.europa.eu, julien.rohaert@europarl.europa.eu, jose.roza@ep.europa.eu, roberto.cuillo@ep.europa.eu, silvia.cagnazzo@ep.europa.eu, eulalia.martinezdealosmoner@ep.europa.eu, iva.palmieri@europarl.europa.eu, tim.allan@ep.europa.eu, andrea.maceirascastro@ep.europa.eu, angelika.pentsi@ep.europa.eu,
- alle associazioni democratiche promotrici di questa iniziativa: bigoni.gastone@gmail.com, nepi1.anpi@gmail.com, centropacevt@gmail.com,
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Salvare le vite e’ il primo dovere.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.
Solo la nonviolenza puo’ salvare l’umanita’ dalla catastrofe.

Viterbo, 26 dicembre 2021

Mittente: “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt@gmail.com
Il “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo e’ una struttura nonviolenta attiva dagli anni ‘70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E’ la struttura nonviolenta che oltre trent’anni fa ha coordinato per l’Italia la piu’ ampia campagna di solidarieta’ con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano “La nonviolenza e’ in cammino”.

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