Ovidio Marras

15 Marzo 2023
4 Commenti


Andrea Pubusa

Ovidio Marras ci ha lasciato. Era un personaggio, un uomo di grandi qualità morali e professionali. Onestà intelletuale e morale cristallina. Preparazione e capacità professionale insuperabile. Ovidio padroneggiava le categorie giuridiche come solo i grandi avvocati e maestri sanno fare. In ogni caso sapeva individuare i punti salienti, le questioni rilevanti e, senza perdersi negli aspetti ininfluenti, trattava con assoluta semplicità le questioni giuridiche. La sua scrittura era essenziale e lineare. I suoi atti erano dei piccoli scrigni di sapienza giuridica e di linearità. Non una virgola o una parola in più del necessario. La sua cultura comprendeva oltre il diritto sostanziale, quello processuale. Molte cause le vinceva prima dell’esame del merito proprio in punto di procedura.
Ovidio veniva da una grande scuola di avvocati sardi. Aveva ereditato lo studio dallo zio Avv. Zonchello, che ai tempi era ritenuto il miglior avvocato sardo. Attorno a lui ruotavano avvocati come Giampaolo Frau, Beniamino Piras ed altri che formavano una vera scuola di avvocati. Politicamente erano liberali, nel senso dei liberal americani, veri liberali, attenti alle condizioni dei meno abbienti. Dello zio Zonchello aveva mutuato anche i ritmi di studio. Entrava in studio alle 19, come lo zio era anche lui al tempo scapolo, riceveva i clienti, e poi verso le 21 preparava le difese delle cause in corso, tenendo delle vere e proprie magnifiche lezioni di diritto ai suoi uditori, praticanti e anche alcuni giovani avvocati amici suoi che a quell’ora chiudevano il loro studio e venivano da Ovidio per ascoltarlo e poi magari andare a cena assieme a lui. Quei momenti erano veramente formativi sia nel metodo che nella sostanza.
Io gli devo molto, anche se la mia collaborazione con lui si rivelò impossibile per via degli orari. Ho sempre avuto una passione, superiore a quella del diritto, la politica e, dopo le 19 nei ruggenti anni ‘70 si tenavano riunioni e incontri della sinistra c.d. extraparlamentare, io ero de Il Manifesto di Luigi Pinttor e Lucio Magri, non potevo a quell’ora rimanere da Ovidio, e così la mia frequentazione si affievolì e poi finì.
Siamo rimasti sempre legati, perhé Ovidio era un uomo buono, generoso, un gran signore. Non potevi non volergli bene. Era anche una persona divertente, ottimo suonatore di chitarra “alla sarda” (che teneva in macchina, pronta all’uso), aveva sempre la battuta pronta e raccontava aneddoti e racconti curiosi che provocavano la risata collettiva. Stare con lui era molto piacevole. Non è mai stato supponente, benché fosse un vero principe del Foro, riconoscimento a cui non aspirava nella consapevolezza di esserlo.
Ci siamo abituati alla sua assenza per via dell’età e della malattia, ma la sua scomparsa commuove chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e frequentarlo. Lascia un vuoto sapere che non c’è più.
Ovidio riposa certamente in pace, come in pace con tutti è vissuto.

4 commenti

  • 1 Alberto
    15 Marzo 2023 - 22:51

    Grazie per le belle parole caro Professore.
    Ciao Papa’ , riposa sereno.

  • 2 Aladin
    16 Marzo 2023 - 12:12

    Anche su alladinpensiero online: http://www.aladinpensiero.it/?p=141708

  • 3 Giorgio Piras
    17 Marzo 2023 - 19:55

    Grazie, caro amico Andrea. Condivido i tuoi meravigliosi ricordi. Ovidio è stato una persona ed un professionista di altissimo livello, indimenticabile.

    Risposta

    Caro Giorgio,

    nel fare la storia dell’avvocatura sarda un posto di assoluto rilievo merita tuo padre Beniamino, la cui grandezza era esaltata dalla modestia e dalla mitezza nel rapporto con gli interlocutori e coi colleghi. Però, ci vorrebbero testimonianze ora in via di estinzione. Per quanto mi riguarda non dimenticherò fin quanto campo alcuni piacevoli colloqui, in cui lui pronunciò dei giudizi spiazzanti su alcuni aspetti della professione e della giurisdizione.
    Per me, neolaureato che venivo da Carbonia, l’incontro con tuo padre, Giampaolo Frau (col quale mi mise in contatto quel fine giurista e brav’uomo ch’era il Prof. Franco Ledda), Ovidio e altri, fu una fortuna impagabile. Inutile dire che avevo una comprensibile soggezione. Ma queste erano persone che badavano alla serietà e all’impegno dei giovani ed erano veramente liberal quanto alle idee politiche. Ebbi perciò un’accoglienza stupenda.
    Non è fuor di luogo in questo contesto, partendo da Ovidio, ricordare il forte rapporto e la stima che legava questi avvocati liberal ad un altro indimenticabile collega, Nuto Pilurzu, comunista, il “capo siprituale” della “sinistra forense”, una delle persone più straordinarie da me conosciute.
    Caro Giorgio, quanta grandezza professionale!, quanta nobiltà d’animo!

  • 4 Gianni Campus
    19 Marzo 2023 - 14:38

    Condivido appieno il giudizio di Andrea. Ho avuto la fortuna e l’onore di godere dell’amicizia e dell’alta professionalità di Ovidio sia operando da urbanista, sia da assessore comunale di Cagliari.
    Le nostre immancabili cene erano una felice e intensa conclusione di tante chiacchierate professionali, sempre gradevoli e ricche di humor.
    Lo chiamo così, “Ovidio”, perché ci davamo del tu, ma soprattutto perché - come per tutte le grandi figure - il solo nome di battesimo era ben sufficiente a evocarne l’immagine. Caro amico, Ovidio, ci manchi.

Lascia un commento