La terra di Giovanni Cualbu sia la nostra trincea

25 Agosto 2016
2 Commenti


 Andrea Pubusa

 


Al sig. Giovanni Cualbu di Decimoputzu noi sardi dovremmo erigere un monumento. perché oggi è il simbolo della resistenza del lavoro dei sardi contro le lobbyes internazionali e il governo centrale. Non solo: è l’esempio in carne ed ossa delle conseguenze devastanti dell’accentramento che la revisione costituzionale di Renzi-Boschi-Verdini produrrà sulla pelle delle imprese piccole o a conduzione familiare nella parte in cui toglie voce alle Regioni sulle scelte energetiche. Ancora, è la traduzione personale di chi difende l’isola contro la prepotenza e, a contrario, dimostra la remissività e l’inesistenza della nostra giunta regionale come organo preposto alla difesa degli interessi dell’Isola e dei suoi abitanti.
Nei giorni scorsi è scopiato il caso La Maddalena. Certo che la giunta sapeva. Non si svolgono operazioni di quella portata senza comunicazione istituzionale. La segretezza c’è ma nei riguardi di noi poveri “amministrati”.Ma il governo regionale non ha reagito in alcun modo e sapete perché? Voi direte perché non ha potere contrattuale, perché la decisione è tipicamente statale riguardando una questione internazionale. Non signori! Non è solo per questo. La ragione più allucinante è che Pigliaru & C. sono d’accordo, sono intimamente d’accordo. culturalmente d’accordo. Pigliaru, Paci, Deiana e compagnia bella ritengono che sul piano culturale prima che su quello politico questa sia la modernità, sia il futuro e che la difesa della Sardegna contro l’intervento degli alleati internazionali o contro le multinazionali sia un riflesso negativo di un pensiero passatista. Quindi immaginatevi, il povero sig. Giovanni Cualbu da Decimoputzu e la sua famiglia, che con le loro mani traggono dalla terra il pane onesto e sudato! Arcaismo vs. modernità. Arretratezza contro innovazione tecnologica. Questo è il pensiero dei nostri governanti regionali, che non fan nulla, non perché si sentano impotenti, ma perché son d’accordo.
Ed allora, i democratici sardi e i sardi onesti in genere devono fare del terreno di Cualbu la trincea della nostra autonomia, o sovranismo se più vi aggrada. Giovanni Cualbu ha detto che tutti i sardi sono con lui e la sua famiglia. E noi dobbiamo inverare questa sua convinzione.

2 commenti

  • 1 GINO ZANLARI - PARMA
    29 Agosto 2016 - 00:28

    Ho letto gli articoli che raccontano della lotta del sig. Cualbu contro il tentativo di esproprio. Ho letto anche i tanti commenti che sono apparsi nei vari siti che hanno trattato l’argomento. E’ confortante che tante persone si siano pronunciate
    (quasi tutte a favore del pastore) anche se qualcuno, protetto dall’anonimato, non esita ad offendere. Comunque, al di là delle ingenuità di alcuni, l’argomento è trattato con sufficiente buon senso, segno che la gente ragiona: ed è ciò la cosa più importante. Mi viene, tuttavia, un dubbio: credevo che esistesse un lagge, recente, che proibisce di costruire impianti del genere sopra terreni agricoli. Sbaglio?

  • 2 PAOLO MASSA
    29 Agosto 2016 - 16:03

    Caro Andrea, le tue sono parole sacrosante.
    Proprio da Cualbu dobbiamo ripartire per coltivare una nuova identità di sardi, non aspettiamoci decisioni verticistiche ma è il popolo che ci guida e ci indica la strada giusta.

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