Autonomia, De Luca e il “pacco” dei Lep

15 Dicembre 2022
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Massimo Villone

e ontrordine compagni, Calderoli ci piace e l’autonomia
differenziata è figa, anzi fighissima. È l’ultimo De Luca, che
non smette mai di stupirci. Gli avevamo (quasi) creduto. Cosa è
successo? De Luca celebra a gran voce vittoria sui livelli essenziali
delle prestazioni (Lep) per aver convinto Calderoli ad accettare
che precedano l’autonomia differenziata. Esuggerisce che siano
adottati niente meno che dall’Ufficio parlamentare di bilancio.
Siamo chiari. I Lep possono essere per il Sud un “pacco”. Equi di
“pacchi”
ci intendiamo. Si sente spesso dire che i Lep servono a
garantire diritti uguali in ogni parte del paese. Falso. Al più ,
possono limitare l’eccesso di diseguaglianze, e forse nemmeno.
Non si può leggere la formula livelli essenziali” come equivalente
di “livelli eguali”. Il dettato costituzionale chiaramente indica che
solo peruna quota - la parte “essenziale” -va garantita
l’eguaglianza in tutto il paese. Ad esempio, l’ex ministra Carfagna
ci ricorda che il suo governo ha stabilito i Lep per i nidi e il
trasporto degli studenti disabili. Ma è con ogni evidenza un
frammento nelle materie scuola e trasporto pubblico. Per
stabilire Lep in generale sulla scuola, vorremmo o no
comprendere il tempo scuola? li rapporto docenti-studenti? La
dotazione di palestre? I laboratori? La refezione? I libri gratuiti? E
così via. Per i Lep bisogna decidere in quali materie vanno
applicati, su quali ambiti in ciascuna materia, con l’asticella della
“essenzialità” a quale livello. Sono scelte politiche, da assumere in
una sede appropriata e responsabile. Solo a valle si potranno poi
stabilire gli oneri sul bilancio, direttamente ad esse commisurati.
Secondo alcune ipotesi, Lep adeguati a temperare le profonde
diseguaglianze che affliggono il paese richiederebbero risorse
nell’ordine di decine di miliardi. Qualcuno può smentire?
Troviamo qui la ragione di fondo per cui un paese in crescita
stentata e sostanziale stagnazione non ha messo mano ai Lep per
più di venti anni.In ogni caso, non si parli più di Lep senza citare
anche le cifre. Èdecisivo che fin qui per i Lep non sia prevista
l’assegnazione di risorse. Lep a costo zero o invarianza di spesa
non si danno in natura, a meno di non volerli stabilire in ambiti
così ridotti e a un livello talmente basso da lasciare tutto com‘è.
L’Ufficio parlamentare di bilancio richiamato da De Luca non può
decidere i Lep, ma solo dirci se i per i Lep stabiliti dal decisore
politico sono correttamente assegnate risorse sufficienti. Ed è in
specie inaccettabile il perdurante tentativo di estromettere dal
processo decisionale le assemblee elettive. Qual è stato dunque il
senso del teatrino Calderoli-De Luca? Il ministro si erge a
paladino della Lega, di nuovo “sindacato del Nord”, in piena
battaglia congressuale, e notifica alla Meloni che non si illuda
sulla contestualità con il presidenzialismo. De Luca, secondo una
lettura, ha interesse a una trattativa per sé e per i suoi, a partire da
un appoggio al suo terzo mandato. Poi, può sembrare più nobile il
piano in sette punti su burocrazia zero”. Solo che, a ben vedere,
non si tratta di ~B~r«ratizzare, ma di sostib1 ela burocrazia
regionale a que~a statale. Che questo sia uJlguadagno, di
efficienza o di spesa, è tutto da dimostrare. Mentre è certa la
sostituzione del centralismo statale con un neo-centralismo
regionale, che i sindaci anticipano e giustamente temono come
esito possibile delle turbolenze istituzionali in atto. Vedremo cosa
Calderoli porterà in consiglio dei ministri. Intanto, De Luca si
spende contro la regionalizzazione di scuola e sanità, anticipando
la concorrenza insostenibile di regioni più ricche. Ma certo sa che
organici aggiuntivi e contrattazione integrativa sono appunto gli
obiettivi dei fan dell ‘Autonomia differenziata. Il suo nuovo a mico
ministro si unirà a lui nella resistenza? In realtà, potrebbe anche
recitare la parte. L’assetto dei rapporti Stato-Regione com’è oggi
già in buona parte consente quel disegno, anche senza
Autonomia differenziata. Proprio nell’assetto vigente si è
sostanzialmente dissolto il servizio sanitario nazionale.
Il pericolo si può evitare con certezza solo con una limatura
mirata del Titolo V. È quel che intendiamo fare con la proposta
di legge costituzionale di iniziativa popolare per la modifica
degli artt.116.3 e 117, che sta raccogliendo le 50000 firme
necessarie. Vogliamo una Autonomia che non spezzi l’unità della
Repubblica e non neghi l’eguaglianza.
Si può firmare anche online con lo SPID, su www.
coordinamentodemocraziacostituzionale.it. ~.,,,oouz,o,, ‘”"‘”,

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