Il G8 a La Maddalena e il gioco delle tre carte

17 Febbraio 2010
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Andrea Pubusa

Per fare memoria pubblichiamo un articolo su la Nuova Sardegna dell’aprile del 2008 su Il G8 a la Maddalena, dal titolo
Il gioco delle tre carte

Conoscete il trucco nel gioco delle tre carte? A me l’insegnò un povero pirata, quand’ero alle prime armi nella professione forense. All’ingenuo giocatore bisogna mostrare con insistenza la carta che vince, decantandogli l’entità del guadagno, per indurlo alla puntata; fargliene seguire il percorso pur nel mutarne la posizione; lasciare in minor evidenza le altre carte, mostrarle velocemente, ancorché chi comanda il gioco punti su di esse, perché son quelle che gli consentono di realizzare il suo scopo. E così, dopo le varie attività dimostrative e diversive, con un finale scatto delle dita, il giocoliere abilmente colloca una di queste al posto di quella che un istante prima era stata mostrata come vincente. Insomma, l’inganno sta nel sostituire la carta gradita al pubblico con quella sfavorevole. Ma che c’entra tutto questo col G8? C’entra, eccome! Anche in vista del summit di La Maddalena si gioca con tre carte: il summit degli 8 Grandi, gli alberghi a cinque stelle, il dibattito fra alcuni grandi intellettuali critici della globalizzazione. Il Presidente della regione ostenta molto quest’ultima carta, per rinverdire o perpetuare la sua immagine di Presidente simpatizzante dell’ambientalismo e dell’altermondialismo. Per ipnotizzare l’intellettualità critica sarda, distogliendola dalla contestazione di un summit, che è l’emblema dell’assenza di democrazia nelle scelte internazionali. A questo scopo ha fatto stanziare somme importanti e si preannunciano arrivi da capogiro: un critico della globalizzazione del peso del Nobel Stigliz, il banchiere dei poveri Muhammad Yunus o un teorico della democrazia e dello sviluppo su scala planetaria come Amarthia Sen o l’invito a Mandela, che sta nel cuore di tutti gli uomini giusti e liberi. Sono indubbiamente dei colpi a grande effetto, di forte impatto emotivo, che certamente con gli ampi fondi stanziati non appaiono impossibili. Soru ci lavora diligentemente. Apparirebbe così un campione dell’altermondismo, come il presidente del Venezuela al Forum mondiale di P. Allegre di qualche anno fà. Sennonché Chavez giocava con una sola una carta, quella contro gli USA e il capitalismo finanziario internazionale. Il Presidente sardo ha invece in serbo altre due carte: quella, non sua, del G8, di cui si vuole mostrare un solerte ed intelligente organizzatore, e soprattutto quella che gli sta più a cuore: la costruzione degli alberghi a cinque stelle con procedure veloci sull’onda dell’urgenza. Lo aveva detto con sospetta immediatezza, subito dopo la notizia della dismissione della base d’appoggio USA: i bandi internazionali son pronti, aveva annunciato, segno che più del recupero da parte dei sardi, gli interessava la concessione o la vendita dei beni smilitarizzati. Ma una valanga di critiche e di sospetti lo avevano indotto alla prudenza, ad attendere momenti migliori. In tempi normali, son d’obbligo le procedure di gara, che, si sa, spesso frustrano i desideri di chi gestisce i fondi, mentre, col G8 alle porte, l’urgenza di realizzare le opere giustificano procedure veloci, affidamenti diretti, senza garanzie di par condicio; insomma, la situazione ideale per far fare ciò che si vuole, senza l’intralcio di procedure garantiste. Ecco, allora il diversivo da ostentare: una ventata di altermondismo, come cortina fumogena per consentire agli 8 Grandi, senza le noie della contestazione, di decidere dei futuri assetti mondiali sulla pelle di tutti i poveri della terra, e al presidente, più prosaicamente ed in piccolo, di fare quanto si era proposto fin dall’inizio: consegnare a grandi gruppi esterni alla Sardegna alcuni beni preziosi che il demanio militare ci aveva miracolosamente conservato. Insomma, un gioco delle tre carte abile contro gli interessi dell’Isola. Ma anche rischioso, perché non è detto che i sardi si lascino ancora una volta coglionare

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