Scuola: l’assessore Milia cura i precari coi pannicelli

22 Ottobre 2010
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Cristian Ribichesu

Leggo sulla Nuova che il neo assessore regionale all’istruzione, S. Milia, ha deciso di destinare finanziamenti regionali per i corsi da 800 ore. Questi corsi non sono la soluzione ottimale per la difesa della scuola pubblica, ma neanche solo per garantire la giusta didattica agli studenti, e non possono neanche essere definiti surrogati dei corsi scolastici: a) perché hanno un’offerta didattica ridotta rispetto alla normale scuola, meno ore di lezione; b) perché non sono normali lezioni scolastiche e per “rientrare” nella scuola gli alunni dovrebbero superare un esame; c) perché sono fatti speculando sui mali della scuola e dei lavoratori, nel senso che nella gran parte dei casi, puntando sulla sicurezza, si potevano creare classi meno numerose e formare piú classi normali di scuola, dando normali condizioni di studio agli studenti e normali condizioni di lavoro ai docenti.
Proporre tale falsa soluzione, poi, in un frangente simile, dove sono stati tagliati ben piú di 3000 docenti da settembre 2008 a oggi, nella scuola sarda, é un’ulteriore offesa per lavoratori preparati e specializzati, perché questi corsi non possono garantire il punteggio e perché sono sottopagati e vengono stipulati con contratti tipo co.co.co, ecc… Come detto, falsa soluzione che dovrebbe far vergognare Regione e nel caso Province che si prestano a tale gioco sulla pelle dei docenti precari, dato che gli stessi docenti avevano proposto le soluzioni per una didattica migliore e per condizioni di lavoro normali, sia puntando sul rispetto della legge sulla sicurezza, sia sulla legge regionale 3 del 7 agosto 2009, e sulla relativa sentenza della Corte Costituzionale, in base alla questione di legittimità costituzionale sollevata dal Presidente del Consiglio su questa legge sarda http://www.facebook.com/note.php?note_id=443989157972 .
Inoltre, nel programma radiofonico Linea diretta, in onda su Radio Onda Stereo, durante la puntata dedicata alla scuola e all’universitá, domenica scorsa, sempre il neo assessore Milia, in un intervento telefonico, ha affermato che solo i bidelli devono lamentarsi per i tagli, e non gli insegnanti, e addirittura in misura minore gli insegnanti precari, perché, per lui, tra i pensionamenti e gli interventi del direttore regionale Tocco, lo stesso che piú volte ha ribadito che la scuola sarda con questa riforma non perde in qualitá e efficienza e garantisce normali condizioni per un servizio ottimale, sono stati garantiti quasi tutti i posti di docenza http://www.ondastereo.com/lineadiretta.asp?id=943 . Per l’assessore Milia questo perché, a suo dire, indipendentemente dalla riforma Gelmini, in Sardegna negli ultimi due anni c’è stata una riduzione di 3000 alunni. Il tutto, poi, concludendo con un pensiero riguardante il rilancio delle condizioni socio-economiche dell’isola, non puntando primariamente sull’istruzione ma piuttosto sulla formazione professionale.
Ovviamente, davanti a queste affermazioni è doveroso dire che il neo assessore non conosce la situazione, o che sembra non conoscerla, o forse che ha avuto informazioni non esaurienti, o piú precisamente che dovrebbe completare meglio i suoi “dati alla mano”. La colpa è sua o di chi lo consiglia? Ma a noi questo non importa, a noi importano le azioni concrete.
Non é vero, infatti, che i docenti precari non sono stati tagliati, o che gli è stato garantito, a quasi tutti, il posto di lavoro, dato che nonostante gli 850 pensionamenti di quest’anno, il taglio dei posti di docenza è stato, solo per il 2010/2011, di 1037 persone, e che gli stessi pensionamenti non solo non hanno garantito il posto a molti docenti precari, ma sono stati quasi tutti utilizzati per salvare i posti degli insegnanti di ruolo, molti dei quali, anche loro per le contrazioni di ore e per l’aumento degli alunni per classe, sono rimasti senza sede. Una vera tragedia.
E non è vero, poi, che la scuola sarda ha perso 3000 alunni in due anni, dato che per lo scorso anno la riduzione è stata di 538 alunni, ma con una contrazione ben superiore del numero dei docenti, pari a 1509, elevando, per il 2009/2010, il rapporto alunni/docenti, di un +0,43 http://www.coronadelogu.com/wp-content/uploads/2010/05/Dati-iscritti-e-classi-Sardegna-anno-2009-2010-.gif , ed è normale che in queste condizioni l’abbandono e la dispersione, con la riduzione del numero totale degli alunni, aumenta, soprattutto considerando che giá nel 2008 la Sardegna era la terza regione italiana per abbandono scolastico, e che per ciò, anzi, dovrebbe godere di piú insegnanti per un maggior lavoro individualizzato. L’assessore Milia dovrebbe sapere, invece, che gli alunni delle scuole primarie e dell’infanzia stanno aumentando, e che se si curasse l’istruzione potenziandola, accompagnandola con un recupero dell’abbandono scolastico, potremmo invertire il trend, ma a scuola e non nella formazione professionale, e anche abbastanza velocemente potremmo aumentare il numero dei diplomati e conseguentemente del bacino dei potenziali iscritti per le università sarde http://www.coronadelogu.com/2010/05/08/calano-gli-iscritti-nelle-facolta-della-sardegna-crisi-abbandono-e-riforma-scolastica/ . Da noi, infatti, gli iscritti solo nel 2009/2010 sono aumentati nelle scuole dell’infanzia e primarie, + 657 alunni (per questo, si consideri l’aumento della popolazione straniera, cresciuta del doppio dal 2001 fino al 2008), subendo un calo nelle medie e superiori, – 1.195, con un andamento negativo indicante la riduzione totale di 538 alunni, da 220.311 del 2008/2009 a 219.773 del 2009/2010, ma proprio per il fenomeno dell’abbandono scolastico, che si manifesta nelle classi terze della scuola media e sin dal primo anno delle superiori.

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