Il presidenzialismo carismatico di Renato Soru

16 Novembre 2010
3 Commenti


Francesco Cocco

Il significato del libro “Il breve volo” - (Delfino Editore), pubblicato da Antonello Licheri, già presidente del gruppo di Rifondazione Comunista nella XIII legislatura del Consiglio regionale, é subito chiarito dal sottotitolo — il presidenzialismo carismatico di Renato Soru. Qui è da ricercare la cifra di uno stimolante lavoro che va ad aggiungersi alle elaborazioni sulla stagione politica che tanti entusiasmi ed altrettante lacerazioni ha generato nel primo decennio di questo secolo.
Opera acuta e nello stesso tempo di agile lettura che cerca di dare una risposta alla sollecitazione che Filippo l’eretti pone a conclusione della presentazione: “sino a quando non si capiranno le ragioni vere della debacle, il centrosinistra non potrà trovare la strada della ripresa”.
Licheri fa un breve excursus storico sulle condizioni della Sardegna negli anni del dopoguerra e poi negli anni sessanta e settanta. Anni di grande povertà prima e poi di speranze deluse. “Bisognerà aspettare le elezioni del 2004 perché - come scrive l’autore - i sardi possano finalmente sperare in una nuova stagione politica, capace di ridare dignità ad un popolo e ad un’isola che storicamente è stata rappresentata come terra di conquista”.
Soru nel 2004 sembra incarnare la possibilità di realizzare queste speranze. La sua condizione d’imprenditore di successo in un settore tecnologico d’avanguardia, proiettato in una dimensione europea, ne fa il candidato ideale per porre fine ad una gestione dell’istituto autonomistico regionale sempre più immiserita. Di qui lo straordinario successo elettorale.
Sin dall’inizio non mancano i risultati, spesso frutto di azioni già in precedenza impostate a livello nazionale. E’ il caso, ad esempio, delle annose battaglie contro le servitù militari. Quando nel 2004 gli americani dichiarano di voler abbandonare La Madddalena, l’evento viene rappresentato come una grande vittoria del nuovo governatore della Sardegna. ” Non si dice -evidenzia l’autore - che si tratta di un risultato voluto dalla maggioranza di governo che per lunghi anni si è battuta per smilitarizzare il territorio sardo”. Né si tiene conto dei profondi mutamenti intervenuti nello scenario strategico che fanno venir meno l’interesse statunitense alla base sarda.
Altrettanto avviene per l’azione condotta al fine di salvaguardare le coste dell’ Isola. Tutto questo viene sintetizzato dai media come un’altra conquista del presidente Soru, mentre è in realtà il frutto del lavoro continuo e programmatico del Consiglio e della Giunta. Soru ripiega, invece, sull’emanazione di una Iegge statutaria che dà un carattere accentuatamente presidenzialista all’organizzazione dell’ istituto autonomistico regionale, creando una forte lacerazione all’interno della stessa maggioranza consiliare. Anche i rapporti individuali che il presidente intrattiene con singoli esponenti dei gruppi politici finiscono per creare spaccature, aggravate da abbandoni o allontanamenti all’interno della Giunta regionale. Significative le dimissioni di Francesco Pigliare motivate dall’accentraniento in capo alla presidenza di funzioni proprie dell’assessorato alla Programmazione.
La logica che sovrintende all’adozione dei provvedimenti obbedisce ad esigenze di immagine del presidente piuttosto che a priorità istituzionali e del contesto proprio della realtà isolana. Così - ricorda l’autore - “il termine regolare di approvazione della finanziaria non è mai stato rispettato, e si è ricorso puntualmente all’esercizio provvisorio”.
Questa gestione personalistica ha caratterizzato la gestione di settori centrali dell’attività regionale come la sanità, le energie pulite e la questione dei rifiuti. Problemi ai quali Licheri dedica illuminanti capitoli. In tale modalità di governo è da individuare la decisione unilaterale d’interrompere la legislatura e la successiva campagna elettorale condotta in solitudine, ” a testa bassa, convinto che i sardi premieranno la sua caparbietá”. Quale sia il risultato elettorale di questa caparbietà è noto a tutti, così come appare chiaro che il prezzo è oggi pagato dal popolo sardo.
L’autore attribuisce il comportamento politico di Soru ad una mentalità di tipo cesaristico e vi dedica alcune pagine illuminanti nel capitolo intitolato “Divus Caesar, Imperator et summus Pontefix”. Il titolo la dice lunga sui metodi di governo. Aspetti sui quali poi ritorna nella parte conclusiva: ” … i nuovi cesari consolidano la loro attività su un iniziale e forte consenso dei cittadini, ma poi governano circondandosi di una classe dirigente spesso subalterna e ossequiente. Cosi il cesarismo mortifica la democrazia”.
Sono riflessioni che necessariamente ci inducono a meditare su quanto sia fragile la coscienza democratica di certa intellettualità sarda che in non piccola parte ha avallato un simile comportamento antidemocratico. Soprattutto non può non sconcertare la posizione assunta da forze politiche che dicono di richiamarsi ai valori del movimento operaio.
Come già ricordato. c’è qualche passo in cui l’autore sottolinea certo parallelismo col beriusconisnio. Credo occorra però percorrere ancora un passo ed affermare con forza che, tolti gli aspetti scandalistici e valutata solo la natura politica, il sorismo è stata una pagina del berlusconismo in salsa sarda. E’ il passo necessario perché certe avventure di stampo post-democratico non si riaffaccino nel tentativo di schiacciare la nostra democrazia autonomistica- Solo cosi chi si richiama alla democrazia potrà dare una risposta alla sollecitazione che Peretti pone nella sua introduzione, e cosi la sinistra potrà trovare la strada della ripresa.

3 commenti

  • 1 Per Francesco Cocco “il sorismo è stata una pagina del berlusconismo in salsa sarda”. Via al dibattito! « vitobiolchini
    18 Novembre 2010 - 11:26

    […] Questo è ciò che pensa, e commentiamolo senza pregiudizi: http://www.democraziaoggi.it/?p=1662 […]

  • 2 Urban Center Cagliari » Blog Archive » VitoBiolchini: “Il sorismo, pagina del berlusconismo in salsa sarda”
    18 Novembre 2010 - 14:04

    […] Questo è ciò che pensa, e commentiamolo senza pregiudizi: http://www.democraziaoggi.it/?p=1662 […]

  • 3 A.P.
    24 Novembre 2010 - 21:20

    Penso che affermare che Soru ha incarnato un berlusconismo in salsa sarda, vuol dire essere davvero accecati dall’avversione per l’ex presidente.
    Soru è l’opposto perfetto di Berlusconi, ha dimostrato di preferire decisioni fortemente impopolari per pure questioni di principio. Leggasi legge sulla tassazione delle seconde case al mare, accettazione dei rifiuti napoletani, il PPR che ha gli ha causato una fortissima ostilità, una innegabile sobrietà nella vita pubblica e privata (bando ai rinfreschi e alle auto blu, per esempio), la totale estraneità al “sondaggismo”, unico faro della pseudo-politica di berlusconi,
    Insomma, due persone e due modi di fare politica agli antipodi e solo l’avversione viscerale di chi forse ha perso, lui o il suo giro politico, rendite di posizione pluridecennali a causa della politica di Soru, poteva spararla così grossa.
    Tanto più che motivi per una critica motivata e analitica alla giunta Soru non mancherebbero, ma forse sarebbe molto più complicato che spararla grossa e via…
    Concludo dicendo che più leggo i nomi dei nemici “mortali” di Soru della “sinistra”, più mi convico, che al di là dei numerosi errori e limiti, Soru stava davvero imprimendo un rinnovamento importante alla indecente classe politica sarda.
    Ovviamente, dopo aver letto che Soru stava minando la democrazia, ci attendiamo Francesco Cocco e gli altri anti-soriani gridino alla sua morte davanti allo scempio, questo sì indicibile, che l’attuale Giunta ha fatto delle istituzioni sarde (ricordate Cappellacci che va da Verdini a prendere ordini da Carboni? e altre storielle simili?)

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