Indignez-vous! - Indignatevi!

10 Febbraio 2011
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Stéphane Hessel

Ci è pervenuta la traduzione, ad opera di Tonino D’Orazio, valoroso militante della Sinistra abruzzese (Socialismo 2000), del pamphlet “INDIGNEZ-VOUS!” (20 paginette), scritto dall’ultranovantenne Stéphane Hessel per le edizioni Indigène di Montpellier. In Francia questo breve lavoro, già alla decima ristampa, ha venduto circa un milione di copie, e tuttavia non è stato ancora edito in Italia.
Questo pamphelet è un appello all’“indignazione attiva” rivolto  ai giovani francesi. I continui richiami di Hessel alla Resistenza antinazista e antifascista in Francia e alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo dell’ONU (alla cui redazione ha partecipato attivamente), fanno da filo conduttore all’intero testo. Sono evidenti le analogie storiche con la situazione italiana, con il nostro Comitato Nazionale di Liberazione e la ricostruzione dello stato sociale in forza della Costituzione fondata sul lavoro e sui diritti sociali, alla cui stesura hanno partecipato attivamente Giuseppe Di Vittorio in Italia e al pari di Jean Moulin in Francia. La descrizione dello sfacelo delle società europee di oggi, nella descrizione di Hessel, è di una essenzialità disarmante. Non servono migliaia di pagine per capire da dove bisogna ripartire dopo due decenni di collasso della giustizia sociale e della democrazia. Bastano le 20 pagine di questo intellettuale ultranovantenne!
Per questo noi ne pubblicheremo a partire da oggi, in diverse occasioni, degli stralci, mentre l’intero pamphelet verrà pubblicato nei documenti.
Ecco il primo stralcio. Buona lettura!

L’indifferenza: il peggior atteggiamento

È vero, le ragioni di indignazione possono sembrare meno evidenti oggi, con un mondo troppo complesso. Chi controlla, chi decide? Non è sempre facile distinguere tra tutte le correnti che ci governano. Non abbiamo più a che fare con una piccola élite di cui capiamo chiaramente le azioni. E’ un mondo grande, e capiamo quanto sia interdipendente.
Viviamo in una interconnettività come mai ne sia esistita una. Ma in questo mondo, ci sono cose insopportabili. Ma per vederle dobbiamo guardare bene, cercare. Dico ai giovani: cercate un po’, troverete. L’atteggiamento peggiore è l’indifferenza, dire “ non posso farci nulla, mi arrangio.” Dicendo questo, si perde una componente chiave, quella che ci rende umani. Una componente indispensabile: la facoltà di indignazione e l’impegno che ne consegue.
Possiamo già individuare due grandi sfide:
1. L’enorme divario che esiste tra i molto poveri e i molto ricchi e che continua a crescere. Questa è una novità del ventesimo e ventunesimo secolo. I più poveri nel mondo di oggi guadagnano meno di due dollari al giorno. Non possiamo permettere che il divario si ampli ulteriormente. Questo fatto da solo dovrebbe suscitare un impegno.
2. I diritti dell’uomo e lo stato del pianeta. Ho avuto la possibilità dopo la Liberazione di essere coinvolto nella stesura della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani adottata dalle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948, a Parigi, presso il Palais de Chaillot. Come capo di gabinetto di Henri Laugier, Segretario Generale Aggiunto del’ONU, e Segretario della Commissione dei diritti dell’uomo nella quale, con gli altri, ho partecipato alla stesura di questa dichiarazione. Non posso dimenticare, nella sua elaborazione, il ruolo di René Cassin, commissario nazionale alla Giustizia e all’Educazione del governo della Francia Libera a Londra nel 1941, che è stato premio Nobel per la Pace nel 1968, né Pierre Mendes France nella sede del Consiglio economico e sociale al quale sottoponevamo i testi elaborati prima di essere esaminati dalla Terza commissione dell’assemblea generale, incaricata degli aspetti sociali, umanitari e culturali del Comitato.
Contava all’epoca cinquantaquattro Stati membri delle Nazioni Unite, e assumevo la segreteria. Dobbiamo a Rene Cassin il termine “universale” dei diritti e non “internazionale” come proponevano i nostri amici anglosassoni. Perché lì era la scommessa alla fine della seconda guerra mondiale: emanciparsi dalle minacce che il totalitarismo aveva fatto pesare sull’umanità.
Per liberarsene bisogna che gli Stati membri dell’ONU si impegnino a rispettare tali diritti universali. Si tratta di un modo per contrastare la piena sovranità che uno Stato può far valere quando si lascia andare a crimini contro l’umanità sul suo suolo. E’ stato il caso di Hitler, che pensava di essere padrone a casa sua e autorizzato a provocare un genocidio. La Dichiarazione universale deve molto alla repulsione universale contro il nazismo, il fascismo, il totalitarismo e anche, con la nostra presenza, allo spirito della Resistenza. Sentivo che bisognava agire in fretta, non farsi ingannare dall’ipocrisia che c’era nell’adesione proclamata dai vincitori a questi valori che non tutti avevano intenzione di promuovere con lealtà, ma che tentavamo di imporre3.
Non posso resistere alla tentazione di citare il paragrafo 15 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo: “Ogni individuo ha diritto ad una cittadinanza”, capitolo 22:” Ogni individuo, in quanto membro della società, ha diritto alla sicurezza sociale nonché alla realizzazione dei diritti economici, sociali e culturali indispensabili alla sua dignità ed al libero sviluppo della sua personalità, grazie allo sforzo di cooperazione nazionale e internazionale, tenendo conto dell’organizzazione e delle risorse di ciascun paese.” E se questa affermazione ha una portata dichiarativa, non giuridica, essa ha comunque svolto un ruolo potente fin dal 1948; abbiamo visto appropriarsene i popoli colonizzati nella loro lotta per l’indipendenza; ha influenzato le loro menti nella lotta per la libertà.
Noto con piacere che negli ultimi decenni sono aumentate le organizzazioni non governative, i movimenti sociali, come Attac (Associazione per la Tassazione delle Transazioni finanziarie), FIDH (Federazione Internazionale dei Diritti dell’Uomo), Amnesty .. . che agiscono bene e sono efficienti. E’ chiaro che per essere efficaci oggi, dobbiamo agire in rete, utilizzare tutti i moderni mezzi di comunicazione.
Ai giovani dico: guardatevi intorno, troverete tutte le tematiche che giustificano la vostra indignazione, il trattamento fatto agli immigrati, ai privi di documenti, ai Rom. Troverete situazioni concrete che vi porteranno ad una forte azione di cittadinanza.
Cercate e troverete!

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