Deformata la Costituzione, nasce il Comitato per il No

1 Novembre 2015
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Alfiero Grandi

In difesa della Costituziobne contro la “deforma” Renzi-Verdini del Senato si è formato un Comitato nazionale, che ha altresì depositato in Cassazione la richiesta di referendum sull’Italicum. Occorre procedere pure a Cagliari a costituire un Comitato  anche in vista del referendum oppositivo allo “scasso” del Senato. Non c’è tempo da perdere!

La costituzione il 29 ottobre del Comitato che sosterra’ il No nel
referendum confermativo sulle modifiche della Costituzione, che sono state
fortemente volute dal governo Renzi e purtroppo approvate dal Senato, e’ una
scelta politica netta. Il Senato ha approvato queste modifiche senza
ascoltare gli appelli a non manomettere la Costituzione nata dalla
Resistenza provenienti da costituzionalisti, giuristi e in generale persone
che semplicemente pensano che i principi fondamentali su cui si regge la
democrazia in Italia dovrebbero essere affrontati con la prudenza e il
rispetto che meritano.
C’è chi l’ha definita addirittura la Costituzione più bella del mondo, salvo
che poi si è accontentato dell’approvazione di qualche emendamento di poca
sostanza per dare anche il suo consenso a quella che è stata definita
giustamente la “deforma” della Costituzione.
Per di piu’ non va dimenticato che questo parlamento e’ stato eletto con una
legge (il porcellum) dichiarata incostituzionale dalla Corte, che ne ha
salvato le decisioni fino alla sua sentenza, ma non ha certo autorizzato
questo arbitrio decisionale all’insaputa degli elettori. Invece questo
parlamento, nonostante i pressanti inviti a desistere, ha approvato queste
modifiche della Costituzione intaccando l’equilibrio dei poteri che sono a
fondamento del funzionamento della democrazia italiana e approvando una
legge elettorale ipermaggioritaria che riproduce la sostanza della
precedente legge elettorale sanzionata dalla Corte, infatti ha un premio di
maggioranza sproporzionato e gran parte dei deputati sono in realtà nominati
dai capi partito anziche’ votati dagli elettori.
Naturalmente la speranza e’ che il parlamento, che ha ancora 3 voti da
esprimere, riveda le sue posizioni, malgrado il ricatto esplicito di Renzi
di provocare elezioni anticipate. Sarebbe quanto meno importante che
l’approvazione da parte del parlamento in seconda lettura di questo
autentico scasso della Costituzione venisse approvato con meno dei 2/3 dei
componenti in modo da rendere obbligatorio il referendum previsto dalla
Costituzione, cosi’ in quel momento i cittadini italiani finalmente potranno
esprimersi e spero ripeteranno la bocciatura delle modifiche volute da
Berlusconi, come è avvenuto nel 2006.
In ogni caso il governo Renzi deve sapere fin da ora che ci sara’ chi
sosterra’ il no nel referendum senza farsi intimorire dalla propaganda
stucchevole che circonda queste iniziative del governo.
Le critiche di fondo alla “deforma” della Costituzione sono che il Senato
viene ridotto ad una camera di serie b, senza alcuna identita’. La nostra
posizione non e’ certo quella di difendere il bicameralismo attuale ma
riteniamo fondamentale pretendere che il vecchio equilibrio istituzionale
sia sostituito da un nuovo equilibrio democratico e dei poteri, mentre il
governo con queste modifiche della Costituzione combinate con la legge
elettorale disegna un accentramento dei poteri a spese delle regioni
(sarebbe ancora possibile il referendum promosso dalle regioni per bloccare
le trivelle decise dal governo ?), riduce il Senato ad un inutile dopolavoro
di consiglieri regionali e di sindaci, mentre la Camera, unico organo che in
futuro darà e toglierà la fiducia al governo, in realta’ per effetto della
legge elettorale ne diventa subalterna, al punto che perfino l’ordine dei
suoi lavori e’ deciso dal governo. Va notato che il premio di maggioranza
vale quanto i deputati di un partito del 15% e se si arrivera’ al
ballottagio potrebbe essere ancora maggiore. Chi vince le elezioni prende
tutto, ha il potere di decidere per 5 anni tutto e il suo contrario senza
sentire nessuno, di fatto decide il Presidente della Repubblica e influisce
pesantemente sulla composizione della Corte costituzionale e del Csm.
Le modifiche introdotte da ultimo al Senato contribuiscono a creare una
situazione ancora piu’ confusa e contradditoria.
Resta il fatto che si poteva ottenere lo stesso risultato di riduzione dei
parlamentari senza creare uno squilibrio assurdo nella composizione della
Camera e del Senato, come del resto affermava una proposta respinta dal
governo di diminuire i componenti di entrambe le camere.
Per di piu’, al contrario di quanto affermato dal governo, una vera
differenziazione dei compiti motivava ancora di piu’ l’elettivita’ dei
senatori come fondamento del suo ruolo e della sua autonomia, garantendo
un’effettiva rappresentanza delle diverse culture ed espressioni politiche
in campo, senza semplificazioni maggioritarie.
Questo è stato respinto perché si vuole imporre le soluzioni senza tenere
conto delle espressioni sociali, scegliendo la governabilita’ ad ogni costo
a spese della democrazia e della rappresentanza, come e’ del resto accaduto
sul lavoro, sulla scuola, sul rispetto dell’ambiente e del territorio.
Per questo il coordinamento per la democrazia costituzionale ha gia’
depositato i quesiti referendari per abrogare nella legge elettorale premio
di maggioranza e deputati nominati dai capi partito.
Per questo fin d’ora vogliamo rendere evidente ai cittadini che se lo scasso
della Costituzione continuera’ fino all’approvazione definitiva di questa
“deforma” cercheremo in ogni modo di fermarlo con il referendum proponendo
alle elettrici e agli elettori di bocciare queste modifiche, riaprendo così
la possibilità di arrivare a modifiche che abbiano il consenso della
maggioranza degli italiani e non a forzature come quelle che Renzi sta
cercando di imporre al nostro paese.

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