Cari Pigliaru e Ganau, che furboni!, con questa legge elettorale rischiate di far scomparire il PD dal Consiglio regionale

19 Dicembre 2016
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Andrea Pubusa

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Cari Pigliaru e Ganau,

voi sapete, in cuor vostro, che io vi sono amico più di quanti vi scodinzolano intorno in cerca di commessa ed anche di chi nel PD trama per giocarvi qualche tiro. Lo so, per farlo, devo essere franco e perfino ruvido con voi. Ma è sempre stato così: la mano amica non sempre è o dev’essere leggera. Ora, dopo avervi ammonito fino all’impossibile a tenervi fuori dalla campagna referendaria in quanto rappresentanti di tutti i sardi, dovrete darmi atto che vi avevo consiliato per il vostro bene. Volevo preservare i sardi dall’umiliazione di avere i due presidenti delle nostre massime istituzioni regionali genuflessi al capo del governo centrale all’attacco anche della nostra autonomnia speciale e volevo risparmiare a voi quella bastonata, che girando e annusando l’umore nei territori, sapevo che sarebbe arrivata sulla vostra testa, anche se - lo confesso - non in quella misura.
Ora, voglio mettervi in guardia su un’altra questione: la legge elettorale-regionale-truffa. Su questo imbroglio già Marco Ligas, Antonello Murgia, ed altri 25 compagni vi abbiamo inviato una lettera nella primavera del 2014, subito dopo le elezioni regionali. e Ganau ci ha anche accolto e poi “audito” in Consiglio, promettendoci interessamento per la modifica. Ma nulla. Nulla di nulla! Noi abbiamo perfino fatto un ricorso  al Tar e poi al Consiglio di Stato per contrastare questa legge nel silenzio più rumoroso de l’Unione e dei media regionali. L’Unione sarda non ha commentato neppure le due sentenze piltatesche dei giudici amministrativi e neppure il contenuto dei ricorsi volti a difendere non posizioni dei ricorrenti, semplici elettori, ma la democrazia sarda.
Cari Francesco e Gianfranco, rivolgendoci ai giudici abbiamo tentato vanamente di difendere l’eguaglianza del voto e la rappresentanza dei sardi, attaccata dal PD e dal PDL (ora FI) e non difesa dai sardi stessi. Che senso ha dare al candidato presidente, che ottiene il 25% dei voti, ben il 55% dei seggi se non quello di prostrarre la volontà degli elettori che non hanno espresso quella volontà? On questo modo non si rafforza una maggioranza espressa dagli elettori, la si crea artificialmente, si trasforma una minoranza in larga maggioranza. Di più e peggio, che valore ha porre due alte soglie di sbarramento il 5 e il 10% a singole liste o a coalizioni non vincenti? Certo, non quello di assicurare la governabilità, già garantita dal sovrabbondante premio di maggioranza. Ha solo il senso di espungere dal Consiglio le voci fuori dal coro, quelli che non s’inquadrano nelle coalizioni dei due partiti maggiori. E infatti le voci più critiche dell’uno e dell’altro schieramento, Michela Murgia e Mauro Pili, sono rimasti fuori nonostante abbiano preso più di 70 mila e più di 40 mila voti. Ora, è ben noto che l’opposizione vera è il sale della democrazia; precostituire due schieramenti che si alternano alla maggioranza e all’opposizione senza essere alternativi è il peggiore dei mali sul piano democratico. E così è oggi in Sardegna. Un finto gioco di contrapposizione di forze sostanzialmente omogenee. Non a caso il patto scellerato che ci ha dato questa legge è stato vergato da PD e PDL.
Qualcuno recentemente ha fatto anche un’altra grande scoperta: si è accorto che il nostro Consiglio con le sue sole quattro donne su 60 consiglieri è un’assemblea più da califato islamico che da regione di uno Stato democratico. Anche questo contrasto con la Carta faceva parte del nostro sfortunato ricorso.
Caro Pigliaru, avevi promesso di non costituirti in giudizio nel nostro ricorso e, invece, hai difeso questa porcata davanti ai giudici, richiamando addirittura, come modello, la legge elettorale turca…sì quella di Erdogan, che mette uno sbarramento del 10%! 
Acqua passata, sporca, ma passata. Veniamo all’oggi.
Cari Pigliaru e Ganau, ascoltatemi bene, voi rischaite di essere gli utili idioti che cancellano il PD dal Consiglio regionale. Direte: che esagerazione! No, no, amici miei, ragionate: voi del PD avete cucinato questo imbroglio elettorale quando il PD e FI (allora PDL) erano sicuramente le due prime forze. Quindi allegramente vi siete accordati per far fuori gli altri, quelli non disposti a genuflettersi davanti a voi per avere un posto nella coalizione. Una banchetto, sancito dalla legge in odio alla Costituzione e allo Statuto, per papparvi la democrazia e la sovrantò dei sardi.  Ma oggi voi del PD siete proprio sicuri che sarete la seconda forza? Non vi dice nulla la valanga di NO del 4 dicembre in Sardegna? Al NO della media nazionale si aggiune un buon 10% che è specificamente contro la Giunta e contro il PD sardo. E allora? Allora fate un po’ di conti e il risultato sarà chiaro. Se il M5S presenta un candidato forte per la presidenza della Giunta regionale, voi avete molta probabilità, anzi -. direi - la certezza di essere terza forza, e farete la fine di Michela Murgia. Un bel po’ di voti, ma niente seggi. D’altra parte, fatta eccezione per Zedda e Uras, ormai di complemento al PD, le altre piccole forze già si smarcano, non volendo essere fra i perdenti e cercano altre collocazioni. Il Partito dei sardi, ad esempio, come il pendolo, potrebbe virare dall’altra parte,,.sempre nell’incessante moto verso l’indipendenza, s’intende!
Dunque, cari Francesco e Gianfranco, ascoltatemi! E’ un amico che vi parla! Mettete mano subito alla legge elettorale regionale. Vi dico io cosa dovete fare, gratis senza l’obolo che vi chiedono i vostri costituzionalisti a libro paga, ormai poco credibili. Rimettete al centro la Costituzione, lo Statuto speciale, che ne è parte, e la sovranità dei sardi, che si manifesta anzitutto attraverso una legge elettorale che riconosce a tutti gli elettori un voto uguale e libero, senza stravolgimenti dopo lo spoglio delle schede. E l’uguaglianza - ricordatelo! - è una spinta incessante anche a creare un’Assemblea regionale con tante donne quanti sono gli uonimi. Anche questa è sovranità! Del resto voi ben sapete perché non sgovernate: non perché siete degli incapaci (anche per questo, s’intende), ma perché non rappresentate nessuno. Avete il 60% dei seggi a fronte del 19% dei voti, perché a questo gioco truccato molti sardi non partecipano, si astengono. Alle ultime regionali non hanno votato circa il 50% dei sardi. Un disastro! La rappresentanza è un cosa seria, la governabilità non è frutto di trucchi o truffe, ma solo di un coinvolgimento forte dei cittadini, che si manifesta innanzitutto, anche se non solo, attraverso il voto, alle elezioni. E allora ecco i miei disinteressati consigli: eliminate lo sbarramento o riducetelo al 3%, eliminate il premio di maggioranza, introducete un meccanismo equilibratore della presenza di maschietti e femminucce.
Se non lo farete - amici micei cari - passerete alla storia  o, forse meglio, alle cronache della Sardegna per essere quei furboni che, volendo far fuori gli altri, avete finito per far fuori voi stessi (Renzi docet!). E non potrete neanche dire di non essere stati avvertiti! Uomo avvisato….

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