Compagni del sì, smemorati e senza meta

31 Dicembre 2016
4 Commenti


Andrea Pubusa

Mi giunge notizia da varie parti di vecchi compagni che hanno votato sì. Protagonisti della fronda al PCI, delle battaglie giovanili al Manifesto e al Pdup, di battaglie nei movimenti. Molti di loro non l’hanno detto, ma l’ho intuito. Non li ho visti circolare durante la campagna referendaria e qualcuno in lontananza anziché avvicinarsi, come d’uso, mi ha scansato.
Mi sono chiesto cos’abbiano avuto per la testa questi compagni quando hanno pensato di votar sì. Hanno visto in Matteo Renzi la brillantezza affascinante e la passione trascinante di Lucio Magri? O nelle battute del trombettiere di Rignano hanno ritrovato la verve polemica e l’ironia potente di Luigi Pintor? O nelle promesse generalizzate di bonus dell’agente di commercio toscano il rigore, quasi monacale, di Enrico Berlinguer? O nelle sembianze della Boschi la giovanile bellezza e l’acutezza di Luciana Castellina? O sentendo la Madia hanno avuto reminiscenza della pacata e affilata esposizione di Rossana Rossanda? O ancora vedendo Poletti e il suo Jobs Act il loro pensiero è corso a Bruno Trentin? Oppure sentendo le cifre sull’occupazione  fasulla hanno avuto un flash su Galapagos, alias Roberto Tesi, l’economista eterodosso del Manifesto di una volta? O ancora Padoan richiama in loro le vivaci riflessioni economiche di Valentino Parlato? E i vaucher? Sono apparsi loro un novello piano straordinario per il lavoro? O, riflettendo sulla legge sulla “buona” scuola, nella loro mente è d’improvviso apparso il volto bonario e intelligente del già ministro della P.I. De Mauro? O, vedendo la genuflessione di Pigliaru e Ganau davanti a Renzi, ai piedi di ministri e perfino sottosegretari, si sono stagliate davanti a loro le figure di Lussu e Laconi o anche di Mario Melis e di Umberto Cardia? O udendo le esternazioni del trombettiere sull’Europa non hanno potuto far a meno di vedere l’immagine austera di Altiero Spinelli? E a chi hanno assimilato la figura asciutta di Umberto Terracini, a Graziano Del Rio? O ancora, mentre, quotidianamente, leggevano degli avvisi di garanzia e dei processi di massa contro i dirigenti PD, che al referendum, con faccia tosta, predicava il rinnovamento della politica, loro hanno ricordato la persecuzione giudiziaria e poliziesca diffusa verso i democratici durante il triste ventennio? Insomma, guardando le opere e il testo dei nuovi costituenti, di quali personalità storiche e  di quali contenuti o proposte della sinistra della loro gioventù, questi compagni hanno avuto reminiscenza? O è più probabile che abbiano cancellato i riferimenti giovanili per far posto ai Renzi, Boschi, Poletti e Padoan? Hanno resettato se stessi? Chissà!? O forse non avevano ben compreso chi erano e cosa volessero allora e non sanno chi sono e cosa vogliono ora? Certo è che scambiare Renzi per Magri o Berlinguer non è un bel segno! Era solo un gioco giovanile l’impegno degli anni verdi? Dov’è la loro anima? Smemorati, vagano senza ricordi, senza calore, senza passioni, nudi, e con quale meta?

4 commenti

  • 1 marco
    31 Dicembre 2016 - 11:51

    e con questo “ho detto tutto” diceva Peppino a Totò, grande Andrea buon 2017 a tutti noi, Marco e Clara

  • 2 Oggi sabato 31 dicembre 2016. Verso il 2017 | Aladin Pensiero
    31 Dicembre 2016 - 12:15

    […] Riflessione altre Compagni del sì, smemorati e senza meta. Andrea Pubusa su Democraziaoggi. auguri per il 2017 con Vanni Tola Aladinews, Oggi sabato 31 dicembre 2016. Verso il 2017 […]

  • 3 Marianto
    2 Gennaio 2017 - 20:35

    Grandissimo Andrea! Condivido anche su fb

  • 4 Vittorio
    3 Gennaio 2017 - 09:26

    Certo che c’è da dire che la verve polemica non gli manca. Intervento pieno di energie, le stesse che latitano totalmente nel fronte del No, a cui ho appartenuto convintamente, allorché si pone il quesito: e adesso che si fa? La Costituzione è salva, ma ora bisognerebbe fare in modo che sia applicata, quindi, prof. Pubusa, che suggerisce? Tiri fuori le energie che dissipa nel avvelenare i pozzi.

    Risposta

    Non avveleno alcunché. Descrivo soltanto, a fini conoscitivi e in modo soft, pozzi avvelenati da altri, dagli stessi che li praticano, posto che io da molti anni me ne tengo a debita distanza, anche per non sentire il fetore.
    Sul che fare? ho già detto in un post precedente, e in quell’ambito mi impegnerò in buona compagnia. Buon anno!

Lascia un commento