Aleida Guevara: il Che e la lotta di Cuba per il socialismo

28 Maggio 2017
1 Commento


Gianna Lai


Argentinian rebel Ernesto Che Guevara who helped Castro run the Cuban revolution with his left arm in a sling

 Invitata dall’Associazione Italia Cuba e dal Circolo Josè Marti, ‘Diritti salute istruzione, viaggio intorno a Cuba’, il titolo dell’incontro alla Mem, Aleida Guevara ha subito parlato di suo padre, ’sono onorata di essere figlia di un uomo così bello’, e  dei rapporti di profonda amicizia tra la sua famiglia e Fidel Castro. ‘Ma sono una donna socialmente utile, ha proseguito, mia madre diceva che una donna deve imparare a tenere i piedi per terra, ben piantati in terra, e che l’importante è, prima di tutto, sentirsi utile. Sono una dottoressa cubana e son stata educata, proprio da mia madre, a rispettare gli esseri umani in ogni condizione, religiosa, ideologica, perché abbiamo necessità di vivere come esseri umani’.
Al centro del suo discorso, l’embargo Usa, il bloccao, la ragione importante che la spinge a girare il mondo, perché lì i diritti vengono meno proprio a causa del blocco. ‘Cuba, disgraziatamente, si trova in una posizione geografica che risulta molto interessante per l’America. Vaffanculo- dice scandendo bene le sillabe, e sapendo di avere l’approvazione completa, la solidarietà, dell’affollatissima assemblea - non abbiamo alcun problema col popolo americano, ma con  quel governo sì. Anni difficili per noi questi 50 anni dalla rivoluzione, con il blocco gli Stati Uniti vogliono bloccare l’economia cubana, imporre al mondo intero di  non commerciare con Cuba, e questo è del tutto inaccettabile.
Il Paese è  impedito nelle sue attività, e io soffro per questo blocco criminale, che stiamo vivendo, sopratutto quando si tratta del destino dei  bambini, come di quella bambina di otto mesi gravemente malata, che si poteva curare solo con un farmaco venduto negli Stati Uniti e che ci fu negato. Qualunque impresa americana l’avesse venduto, sarebbe stata sanzionata duramente e impedita nella vendita dei suoi prodotti nel resto del Paese. La bambina è morta ed è grande il dolore delle famiglie cubane, ma sempre forte la solidarietà di uomini e donne  per combattere questo blocco. Combattiamo per eliminare il  blocco economico che stiamo soffrendo da più di 50 anni, e per la chiusura di Guantanamo e la restituzione del  territorio al popolo cubano’.
 E siccome a noi europei le notizie ci giungono dalla grande stampa, ‘la stampa europea ineggia sulle aperture di Obama, che di buono ha ben poco, ha detto che è caduto l’ultimo muro, la stampa europea. Quale muro, quello del Messico, quello del mare contro i migranti che vogliono raggiungere l’America? La stampa equivoca quando parla di noi, paese socialista, come paese che va verso il capitalismo. Perché Cuba vive in questo pianeta e la crisi mondiale colpisce anche noi e i nostri disoccupati. Da noi ci sono le cooperative sociali del lavoro, quelle dei servizi e per l’agricoltura: vogliamo riscattare la povertà, e combattere in tal modo la crisi. Parlare ed applicare la parola del Che, il nuovo modello economico cubano, non vogliamo certo andare verso il capitalismo. Da noi la maggior parte della produzione è statale, così come l’esercito è sotto il controllo dello Stato, e la terra di Cuba non si vende, appartiene al popolo cubano. Ci sono capitali stranieri investiti nella industrializzazione  dell’agricoltura, e danaro che viene dall’Europa, ma il capitale straniero deve essere finalizzato al bene del popolo cubano, e rispettare le leggi del nostro paese e la nostra sovranità, questo deve fare prima di tutto chi vuole investire a Cuba.  I progetti del nostro Paese per il futuro sono i principi per cui abbiamo lottato, dignità e libertà, e siamo convinti che  una persona è veramente libera se è colta, se è istruita, nessuno può ingannare  o manipolare una persona istruita. Così ci occupiamo molto dei bambini e dei giovani e se diminuisce la natalità a causa della crisi, facciamo leggi sulla maternità che allarghino le garanzie anche ai familiari che si occupano del bambino. Cosi seguiamo bene i i giovani, vogliamo pensare al loro futuro, perché vogliamo mantenere il socialismo e non possiamo permettere che se ne vadano. Noi li abbiamo educati con l’esempio, come diceva il Che, è un’esperienza nuova Cuba e il giovane è naturale che si chieda  perché è necessaria e perché è utile. Se glielo spieghi e lo convinci, questo è per noi  il lavoro più importante da svolgere con loro. E ci teniamo tanto, perché in America Latina la condizione dei giovani è molto difficile: Brasile, Argentina Venezuela, un ruolo molto negativo, rispetto ai giovani, svolge la disinformazione. Faccio solo un esempio, quando Chiavez nazionalizzò la televisione si gridò al dittatore, ma tutte le TV presenti nel paese avrebbero dovute essere nazionalizzate, quale libertà garantisce la TV? I giornalisti rispondono ai grossi interessi economici delle grandi aziende, e la realtà viene modificata, la verità distorta, così il popolo non può capire. Ieri lo hanno fatto a Cuba, oggi in Venezuela. Se non si è padroni di quello che produce il popolo, come garantire diritti a tutti, istruzione e salute a tutti? E se lì il petrolio è la risorsa, e la ragione dell’oppressione del popolo venezuelano, il popolo venezuelano deve mantenere la sua produzione in beneficio di se stesso, per garantire istruzione e salute.
Non è perfetta la rivoluzione cubana -dice Aleida, avviandosi alla conclusione- ma gli unici che possiamo risolvere i nostri errori siamo noi. La solidarietà la pratichiamo, e siamo molto cresciuti: in Brasile, in Venezuela, in America latina, ci sono medici nostri, medici cubani nel mondo intero, ed è il risultato più importante, che si ottiene quando si tratta l’essere umano con rispetto’. 
Un discorso appassionato e molto istruttivo, grande sostegno e partecipazione tra il pubblico. E la risposta  pronta dovrebbe venire dall’associazionismo e dai cittadini democratici, e dalle istituzioni, di forte solidarietà e impegno, perché, se da noi i diritti vengono cancellati dalla finanza internazionale, che impone attraverso l’Europa l’austerità ai poveri, sempre più poveri, ai ricchi sempre più ricchi, i privilegi, lì è direttamente il blocco Usa a cancellare i diritti. Ma, direte, non sembrano gli stessi i soggetti che affamano i popoli, il nemico contro cui combattere, noi e Cuba, non sarà per caso lo stesso?
 

1 commento

  • 1 Oggi domenica 28 maggio 2017 | Aladin Pensiero
    28 Maggio 2017 - 08:22

    […] Aleida Guevara: il Che e la lotta di Cuba per il socialismo 28 Maggio 2017 Gianna Lai su Democraziaoggi. Invitata dall’Associazione Italia Cuba e dal Circolo Josè Marti, ‘Diritti salute istruzione, […]

Lascia un commento