Renzo Laconi, una vita per la Costituzione

11 Agosto 2017
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Gianluca Scroccu

In una stagione in cui la Costituzione  repubblicana è vilipesa ed è sotto attacco, è bene non dimenticare il rigore morale e intellettuale dei Padri costituenti. Non è neppure fuor di luogo ricordare che Renzo Laconi fu segretario regionale del PCI (Enrico Berlinguer era il suo vice) e che nella sua biblioteca, donata post mortem al PCI, sono contenuti circa 5.000, volumi, fra cui anche alcune rare cinquecentine. Questo era solitamente il tasso culturale dei dirigenti del PCI di allora, che Togliatti voleva avessero sempre un libro in borsa o sul comodino.
Colti erano anche i dirgenti socialisti (De Martino, ordinario di Storia del Diritto Romano e autore di una monumetale Storia di quel diritto; Aldo Moro e Fanfani idem, e così tanti altri). Ora negli scranni già occupati con onore da queste persone siedono i vari Biondi, Gelmini,  Carfagna & C.  Anche questo è un elemento importante di raffronto con la realtà attuale. Il segno dei tempi.

Insofferente e persino sprezzante verso ogni forma di sardismo esteriore e folkloristico, egli concentrò la propria attenzione e i propri studi sulle ragioni storiche e strutturali che hanno dato alla Sardegna una fisionomia e una collocazione del tutto originale nella società italiana”. Così Enrico Berlinguer ricordava Renzo Laconi, poco tempo dopo la scomparsa, al Comitato Centrale del Pci del luglio 1967.
Quella di Laconi è una figura importante della storia della sinistra sarda e nazionale, di cui resta come testimonianza fondamentale il suo impegno all’Assemblea Costituente eletta il 2 giugno del 1946. Ora è possibile ripercorrerne gli interventi e gli scritti nel volume Per La Costituzione. Scritti e discorsi, a cura di Maria Luisa Di Felice, (Carocci, pp. 449, 43 euro). Presentato nelle settimane scorse a Roma presso la Biblioteca del Senato della Repubblica, in una giornata che ha visto anche la donazione dell’archivio privato del deputato sardo alla Fondazione Istituto Gramsci, il libro si concentra sul periodo relativo all’impegno nella Costituente, sia durante gli interventi in Assemblea che nella Commissione dei 75. Dopo gli studi fondamentali di Mariarosa Cardia che hanno tracciato il percorso per comprendere l’originalità e il ruolo strategico della riflessione dell’esponente comunista sui temi legati alla rinascita della Sardegna, dove peraltro egli anticipò molte delle tematiche regionaliste del suo partito emerse solo successivamente, il libro curato dalla Di Felice, ricercatrice di storia contemporanea presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’università di Cagliari, arricchisce, anche grazie ad un corposo saggio introduttivo che ne ricostruisce la formazione e l’attività politica sino al 1948, la conoscenza del pensiero e dell’azione di Laconi analizzando il suo contributo, assolutamente di primo livello, all’interno del dibattito che portò alla redazione della nostra Costituzione. Giovane dirigente del Pci, molto apprezzato da Togliatti per le sue qualità intellettuali, stimato per le sue doti oratorie che ne facevano uno dei più richiesti in occasione delle campagne elettorali nazionali e locali, egli divenne uno dei più interessanti esponenti di quel nuovo tipo di dirigente e intellettuale militante destinato a gettare le basi del “partito nuovo”.
Le tematiche dei suoi interventi, riportati nell’appendice documentaria, si concentrarono su problematiche relative alla funzione delle autonomie, al ruolo della Corte Costituzionale e alla importanza della sovranità popolare come base del nuovo ordinamento giuridico. Senza dimenticare i riferimenti alla centralità del Parlamento quale organo centrale competente in materia di potere legislativo, argomento che evidentemente stava molto a cuore ai costituenti dopo l’esperienza del totalitarismo fascista, e la riflessione sul regionalismo inteso come valorizzazione delle tematiche dell’autonomie per le quali avrebbe sempre manifestato interesse anche negli anni successivi, sino alla morte prematura avvenuta nel 1967. Basato soprattutto sull’analisi degli interventi parlamentari e sugli scritti politici, oltre che su alcune carte inedite dell’archivio compresa un’inedita Breve storia della Costituzione italiana, il volume ci restituisce l’impegno di un politico importante della nostra storia repubblicana e della storia della Sardegna dell’Autonomia, consentendo al lettore di ritornare sulla vitalità di un processo, quello della scrittura della nostra carta costituzionale, che ancora oggi resiste al tempo e mantiene il suo ruolo di pilastro e di garanzia per l’affermazione dei diritti di tutti i cittadini italiani.

25 Giugno 2010

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