Rapporto 2017. Povertà sanitaria: Banco farmaceutico, una persona su tre costretta almeno una volta a rinunciare ad acquisto medicinali

21 Novembre 2017
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E’ stato recentemente pubblicato il Rapporto 2017 del Banco farmaceutico. Il documento delinea un quadro preoccupante della “Povertà sanitaria” in Italia: una persona su tre costretta almeno una volta a rinunciare ad acquisto medicinali. Eppure la Costituzione all’art. 32 annovera la salute fra  i diritti fondamentali, ossia fra quelli incommerciabili, non soggetti al mercato e, dunque, non subordinati dalla condizione economica del soggetto interessato. Il Rapporto ci dice quanto sia violato questo diritto e quanto la Costituzione sia calpestata  anche in questa parte come sul diritto al lavoro, allo studio e altro ancora. Una ragione in più per non rimanere indifferenti (come ci ha detto anche Francesco) e riprendere la mobilitazione. A Cagliari su questi temi un riferimento accogliente e unitario è il Comitato d’iniziativa costituzionale e statutaria, già Comitato per il NO, che ora è impegnato sul terreno dell’attuazione della Carta e dello Statuto sardo. Chiunque voglia aderire o ricevere le comunicazioni del Comitato può inviare la sua mail al seguente indirizzo:

referendumiovotono.cagliari@gmail.com

Ecco ora una sintesi del Rapporto 2017, preceduto dal testo dell’art. 32 Cost.

Un’indagine commissionata da Banco Farmaceutico a Doxa Pharma e condotta su un campione rappresentativo di utenti ha rilevato che in Italia una persona su tre è stata costretta a rinunciare almeno una volta ad acquistare farmaci o ad accedere a visite, terapie o esami; il 16% ha cumulato tutte le tipologie di rinuncia. Se ne è parlato a Roma, nel corso della presentazione del “Rapporto 2017 – Donare per curare: Povertà sanitaria e donazione farmaci”, promosso dalla Fondazione Banco Farmaceutico onlus e BFResearch. Il 23% degli intervistati ha rinunciato almeno qualche volta ad acquistare farmaci. A rinunciare è soprattutto chi ha un titolo di studio basso (40,85%), chi ha più figli (42,1%) e chi vive al Sud (50,6%). Rinunciano casalinghe (40,2%), pensionati (39,8%) e – più di tutti – i lavoratori atipici (51,2%). Chi ha rinunciato a farmaci in 4 casi su 10 ha dovuto ridurre in modo molto consistente anche visite, terapie ed esami. Più ampia (26%) la platea di chi ha rinunciato almeno una volta a visite, esami o terapie. Poco meno della metà di questo sottogruppo ha dovuto rinunciare tre o più volte alla cura nel corso dell’anno. Anche dentro il perimetro degli utenti coperti dal Servizio sanitario nazionale ci sono problemi: più del 10% degli intervistati ha rinunciato a visite ospedaliere o a esami del sangue, non potendosi permettere il ticket. Il Banco farmaceutico informa inoltre che nel 2015, le persone indigenti hanno potuto spendere per curarsi 29 centesimi al giorno, ovvero 106 euro all’anno (14 euro in meno rispetto all’anno precedente), contro i 695 euro (+13 euro) del resto della popolazione. Contestualmente, le famiglie povere hanno potuto spendere solo il 2,4% del proprio budget in salute (22,18 euro su 905.84 euro mensili), contro il 4,5% (111,92 euro su 2.498,58 euro mensili) delle famiglie non povere.

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