Soru, Maninchedda, partiti e sindacati: confesso son confuso, mi sento minchione e ne son felice!

9 Ottobre 2019
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Amsicora

 

Agenda Industria, l’ex governatore Soru potrebbe essere scelto dal centrodestra come consulente

(Renato Soru)

Vi confesso che in cuor mio ho sempre pensato di essere uno scafato, cioè smaliziato ed esperto, di essere uno che sa come va il mondo. Presunzione? Forse sì, forse no. Circa mezzo secolo di politica in parte attiva, in parte da osservatore mi hanno reso convinto di saperne assai. E invece? Invece, oggi tutto mi crolla intorno. Certezze, riferimenti, categorie traballano. Siate sinceri con me almeno una volta, non bluffate! Ma vi sareste onestamente aspettati di leggere questa notizia: “Renato Soru potrebbe essere scelto dalla Giunta regionale sarda per partecipare, in qualità di tecnico esperto, al Tavolo di confronto permanente Agenda-Industria”? Avreste mai pensato che ad indicare il suo nome sarebbe stata l’assessora all’Industria del centrodestra Anita Pili? E ancora a chi sarebbe mai potuto venire in mente che, se la sua nomina diventasse ufficiale, l’ex presidente della Regione nonché ex segretario regionale del Pd potrebbe aggiungersi al Tavolo tecnico a partire dalla prossima convocazione, prevista per venerdì? Ora, voi direte pura fantasia, fakes news, bufale. Soriani di terra, di mare e di cielo, avreste mai ipotizzato tutto questo! Anch’io ho creduto all’invenzione di qualche giornalista buontempone. Ma, ahinoi!, contattata dall’Agi, la Pili non ha smentito né commentato, il che fa pensare che la notizia non sia campata in aria.
Ora, per rincoglionimento senile, lo ammetto, faccio spesso comparazioni col passato. Vedo Solinas e penso al buon Mario Melis, guardo Zingaretti e vedo l’onbra di Berlinguer, compare Renzi e, chissà perché?, penso a Lussu. Ve lo immaginate un segretario regionale del PCI, che a un certo punto va a fare il consulente in una giunta DC? Che so io? Renzo Laconi, senza parlare del suo vice e successore Enrico Berlinguer, o, giù giù anche Gavino Angius o Mario Pani. Di più e peggio, Soru non solo è stato segretario regionale, ma ancor prima Presidente della Regione. E che presidente! Voleva in cinque anni mettere a posto l’amministrazione, riavviare lo sviluppo, ridar fiato alla lingua sarda e tanto altro ancora. Il Presidente dell’identità e dell’orgoglio sardo! Novello Giomaria! E ora finisce banalmente a fare il consulente di tale Anna Pili? Ma dai! Dovete ammettere che la notizia una certa confusione la genera. Non negate. Non fate i fighi! Neanche i visionari più pessimisti potevano arrivare a ipotizzare tanto!
Se poi guardo la pagina accanto de L’Unione, leggo delle prodezze dei dirigenti del PDS (partito dei sardi) a Oristano. Pensando alla ASL, mi sono venute in mente, al rovescio ovviamente, le mitiche “basi rosse” di Mao, durante la gloriosa rivoluzione. Lui, a differenza di altri condottieri del passato, quando conquistava un luogo, un paese, una zona, imponeva il massimo rispetto delle persone, delle popolazioni e dei beni. I suoi uomini dovevano dare esempio di probità, di onestà e di attenzione ai bisogni della popolazione. Conquistata la fiducia e consolidata la posizione, si muoveva, sicuro d’avere un solido terreno alle spalle. Così ha vinto la rivoluzione, con la pazienza e la virtù, niente assalto al palazzo d’inverno, lavoro di lunga lena in mezzo ai contadini. Qui invece c’è il contrario, c’è spirito di conquista, fondato però sul favoritismo, sulla mala amministrazione, sull’uso delle funzioni amministrative in chiave di scambio elettorale. Non dico nulla sugli aspetti penali. Quelli li vedranno procure, giudici e difensori, ma non mi sembra imprudente dire che c’è una questione morale grande come una casa. E anche qui, scusate la confusione, pur non condividendo molte posizioni politiche del PDS, ho sempre creduto (son coglione!?) che fosse un partito seriamente impegnato sulla questione morale. Per questo lo guardavo con simpatia. E ora? Mettiamo anche - come auspico sempre e per tutti - che i giudici non rinvengano condotte illecite ed assolvano, ma che ci sia qualcosa che non torna sul piano dell’etica pubblica mi pare indubbio. Non vi pare? E anche qui, ingenuamente torno al passato, quando quello di sinistra combattevano l’immoralità pubblica, insieme al sindacato, alla CGIL. Non c’era luogo di lavoro dove questa trincea non venisse aperta. E qui tocco un altro tasto che mi crea dolore e grave disorientamento. Può svilupparsi un fenomeno non dico penalmente rilevante, ma anche solo corposamente clientelare, senza che il sindacato interno ne sappia nulla? Ma dai! Neanche i più abili illusionisti riescono a celare favoritismi seriali e a senso unico. Sì, sono confuso, anche il sindacato, la CGIL (degli altri neanche parlo), non vede, non sente, non parla.
Amici e compagni, a cuore aperto vi confesso di non sapere dove sbattere la testa, di sentirmi un ingenuo minchione! Un donchisciotte, fuori tempo. Eppure, a pensarci bene, ne sono felice. Meglio rimanere ingenui e pensare a un mondo migliore.

 

 

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