Il Sulcis base della politica energetica nazionale. Dentro la miniera.

10 Novembre 2019
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Gianna Lai

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Proseguiamo nella storia di Carbonia con questo undicesimo post sul lavoro dentro la miniera. I precedenti ogni domenica a partire dal 2 settembre. 

Se per giacimento minerario si intende ‘una massa di minerale utile e industrialmente sfruttabile’,per quanto riguarda i metodi di coltivazione, si può dire che quelli del Sulcis sono sostanzialmente gli stessi adottati nella miniera di Arsia: a seconda della pendenza, dell’inclinazione dello strato, fronti ‘a taglio in direzione’, e fronti ‘a taglio montante’ (vedi Manuale del sorvegliante, cit. pag.219), sulla cui scelta incide la sicurezza dell’armamento e i vantaggi per la ventilazione. E poi il costo dell’abbattimento e della preparazione dello sterile, in vista della sistemazione della ripiena, del trasporto del materiale fuori dal cantiere e dell’apporto di ripiena esterna, quando occorre.
Nel Sulcis, ‘in via di sempre maggiore applicazione il metodo delle lunghe fronti in direzione’, dice il Manuale del sorvegliante di miniera, nel paragrafo dedicato a ‘La coltivazione nelle miniere del bacino sardo’, a pag.218. Ed anche ‘applicato il metodo delle lunghe fronti montanti e quello del tracciamento e ripresa dei pilastri’. Seguono le descrizioni alla fronte di carbone e sulle varie fasi del lavoro nel cantiere, ‘l’abbattimento si fa con mine nello sterile e con martello piccone nel carbone’, macchina ad aria compressa, che esegue meccanicamente il lavoro del piccone da carbone. Si aprono i lunghi cantieri nel Sulcis, il cui armamento risulta dunque più o meno sicuro, la ventilazione più vantaggiosa, per un più rapido smaltimento dei gas eventualmente presenti, a seconda dei metodi di coltivazione utilizzati nelle diverse condizioni della miniera.
La coltivazione degli strati, il lavoro cioè di avanzamento di galleria, da mantenere della minima lunghezza, per renderla più sicura, consiste nell’uso degli esplosivi, nella preparazione e nel brillamento delle mine in volate, che si accendono elettricamente, spiega a pag.9 il Manuale del minatore, operando cioè, con la tagliatrice elettrica, un taglio alla base del carbone, profondo m.1,20, per preparare, con i martelli perforatori elettrici, i fori da mina. Sulla lunghezza di mezzo cantiere, intorno ai cinquanta-sessanta metri, si fanno brillare dalle venti alle trenta mine, alla fine di ogni turno che smonta, e si conclude così il brillamento della volata. Non prima di aver bagnato e pulito il cantiere ‘da tutta la polvere di carbone, per evitare l’esplosione di polvere con il brillamento, esplosione resa più facile dal fatto che lo spostamento d’aria solleva la polvere da terra, rendendola più infiammabile’, specifica Il manuale del sorvegliante, a pag.226.
Il successivo turno, che monta subito dopo, lavorerà al disgaggio, l’abbattimento di tetto o di parete smossi dai colpi di mina, e allo sgombro del materiale abbattuto, cioè all’allontanamento dei detriti, cui sono preposti gli operai sgombratori; e il successivo ancora, all’armatura dello scavo con il legname. Perciò la squadra del cantiere è formata da un capo cantiere, due addetti alla tagliatrice, due perforatori, alcuni allievi e apprendisti picconieri, sotto la sorveglianza di un picconiere esperto, due addetti alla revisione delle tavole oscillanti, su cui viene caricato il carbone-materiale abbattuto. E quindici sgombratori, otto armatori delle gallerie, due addetti al recupero del legname, due addetti alla pulizia del carbone in cantiere, un addetto all’innaffiamento, due spingitori nella galleria di base, all’arrivo delle tavole oscillanti. Normalmente 37 uomini divisi in tre turni giornalieri, due di coltivazione, brillamento di mine e disgaggio, per cui la squadra montante, appena arriva in cantiere, provvederà innanzitutto al disgaggio di sicurezza, controllo, cioé, che non vi siano altre mine inesplose e che gli spari non abbiano causato spostamenti alle armature più vicine, già in opera. La terza squadra, di manutenzione, per il lavoro di armatura dello scavo e di ripiena: importantissimo, specifica il Manuale, che nel riempimento dei vuoti, il materiale sia spinto completamente contro il tetto, a garanzia di sicurezza. Completano il quadro i fochini o fuochini, che sovraintendono all’uso degli esplosivi, sorveglianti, aiutosorveglianti, capicantiere, capiscarico, fabbri, muratori, elettricisti, spingitori di galleria. Nei cantieri esterni, le figure sono quelle del capo operaio, operaio specializzato, operaio qualificato, manovale specializzato, manovale comune: impone la legge che ‘nelle miniere o cave sotterranee, nessun lavoro di escavo, armatura, riempimento, potrà mai essere affidato ad un solo operaio, ma ce ne vorranno almeno due, sempre, i quali dovranno recarsi e rimanere sul posto insieme, per eseguirlo’.
‘Il primo a entrare in miniera, con il locomotore e il vagone, sono il perforatore e il palista’ che, ‘arrivati alla fronte e aperta la valvola della tubazione dell’acqua, bagnano il materiale abbattuto per deprimere i gas dell’esplosione di cui era impregnato. Poi arrivano gli altri, di solito c’è da mettere in opera uno spezzone di binario, che deve essere avvicinato alla fronte; aperta la valvola della tubazione dell’aria compressa, che serve per la pala e per il vagone, comincia lo sgombero’: così Manlio Massole in ‘Stefanino nacque ricco’, manni 2008, pag. 39, sintetizza i passaggi significativi della miniera, appena il turno monta al lavoro.
Ed ancora, il carbone e lo sterile possono essere caricati sui vagoni, a pala o con mezzi meccanici, la trazione del carbone nelle gallerie avviene attraverso operai spingitori, come specifica a pag. 100 il Manuale del sorvegliante, oppure con argani azionati ad aria compressa o a elettricità. Quella principale, con locomotori elettrici che, trainando i vagonetti, pesanti dai sei ai settecento kg., scorrono su rotaie di ferro. Anche se a Carbonia resistono, nei primi anni della miniera, mezzi e mansioni più ‘tradizionali’, ben documentati nelle testimonianze dei protagonisti: ‘Albino entra a lavorare nella miniera di Nuraxeddu, prima come manovale poi da cavallante. Deve condurre i muli che trainano all’esterno i vagoncini (le berline) carichi di carbone’, come leggiamo in Sandro Mantega, Senza sole né stelle, Edizioni della Torre, 2017, pag. 16.
A differenza di Serbariu, dove il trasporto del minerale si avvierà, subito dopo, con i nuovi mezzi adottati al tempo in tutte le miniere italiane. L’estrazione del carbone avviene mediante un impianto di argani, la trasmissione del movimento dalla macchina agli apparecchi mediante funi (vegetali o metalliche), alla cui estremità è attaccata la gabbia, quella che trasporta le maestranze della miniera, ma anche i vagoni del materiale, calati o sollevati da un livello all’altro, dal livello di estrazione al livello delle macchine
E il sorvegliante, ogni giorno, deve presentare rapporto a caposervizio e direttore sull’andamento del turno e, particolarmente, sull’assegnazione del personale ai vari luoghi di lavoro, sui materiali impiegati nei cantieri e, cantiere per cantiere, le maestranze di ciascun turno, il numero di vagoni di carbone o sterile caricati, a pala o con mezzi meccanici. E poi fare rapporto sulla quantità e l’uso degli esplosivi, sul funzionamento delle pompe elettriche e di tutti i macchinari della miniera (vedi Manuale del sorvegliante, cit., pag.265)
Macchine elettriche operatrici sono anche le pompe centrifughe per l’esaurimento delle acque di miniera, che vengono sollevate fino all’esterno: a svolgere la funzione, una camera delle pompe di eduzione delle acque. I ventilatori per arieggiare e trasportare dal sottosuolo fumi e gas nocivi, che si liberano dagli esplosivi e dalla decomposizione del legname, e quelli dovuti alla respirazione e traspirazione degli uomini, una ventilazione che può essere naturale o artificiale, con aspiratori elettrici o ad aria compressa. E poi le catene trasportatrici per la traduzione dei vagoni nel servizio pozzi e laveria. E il funzionamento infine dell’illuminazione della miniera, che si affianca all’acetilene, la lampada portatile dei singoli minatori.

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