Silvio Serra, un partigiano sardo caduto per la libertà

21 Agosto 2020
8 Commenti


Pubblicato il 7 Agosto 2015

Onore a Silvio Serra

 

 

Wikipedia

 

Silvio Serra (Cagliari, 20 novembre 1923 – Alfonsine, 11 aprile 1945) è stato un partigiano italiano. Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria.

Ultimo degli undici figli del notaio Efisio Serra - uno dei pochi notai della provincia di Cagliari che nelle elezioni del 1924 autenticavano le candidature antifasciste - frequenta a Cagliari le scuole elementari e il Ginnasio. Dopo la morte prematura del padre si trasferisce con la famiglia a Roma, dove frequenta il Liceo Tasso per poi iscriversi alla facoltà di Giurisprudenza.
Nella seconda metà del 1943 entra a far parte dei Gruppi di Azione Patriottica (G.A.P.) insieme all’amico e conterraneo Luigi Pintor, partecipando alle numerose operazioni di sabotaggio che i partigiani “di città” compivano instancabilmente ai danni delle truppe nemiche occupanti, fra cui anche il noto  attacco di Via Rasella nel marzo del 1944.
In seguito alla delazione del “Blasi”, ex compagno di lotta passato al servizio dei tedeschi, il 15 maggio 1944 è catturato dalla polizia fascista e incarcerato nella famigerata Pensione Jaccarino di Via Romagna - seconda per fama solo al covo delle SS di Via Tasso - dove viene sottoposto ad estenuanti torture da parte della Banda Koch. Viene poi trasferito nel carcere di Regina Coeli e condannato a morte, ma riesce a scampare all’esecuzione grazie al sopraggiungere degli Alleati nella Capitale.
Non pago delle azioni compiute e noncurante delle conseguenze delle torture e della prigionia (fra cui una pleurite), Silvio si arruola volontario nei Gruppi di Combattimento impegnati sui fronti settentrionali per la liberazione del Nord Italia. Nel gennaio del 1945 viene inquadrato nella 7a Compagnia del II Battaglione “Cremona”.
Impegnato lungo la linea Gotica presso il fiume Senio, l’11 aprile del 1945 viene ferito da una scheggia di bomba da mortaio e muore a soli 22 anni nella Battaglia di Alfonsine, una delle ultime azioni di guerra prima della Liberazione.

È sepolto nel sacrario militare della Camerlona, presso Alfonsine (Ravenna).

Onorificenze
Medaglia d’oro al valor militare

«Giovane studente, animato da elevati sentimenti di amor patrio e da puri ideali, aderiva all’armistizio al movimento della resistenza nella Capitale, prodigando tutte le sue energie mentali e fisiche per il trionfo della libertà e mettendo in luce brillanti qualità di iniziativa, di coraggio, di spirito di sacrificio e di fervida dedizione al dovere. Partecipando a numerose rischiosissime azioni di sabotaggio e di guerriglia, si distingueva sempre per audace temerarietà, fredda determinazione, risoluta pronta operatività. Catturato per delazione, sottoposto a lunghi snervanti interrogatori e ad inumane sevizie, sapeva mantenere stoico ostinato silenzio senza nulla svelare sulle formazioni partigiane e sui loro componenti. La condanna a morte decretata contro di lui non trovava esecuzione solo per il sopraggiungere degli Eserciti alleati, a fianco dei quali egli, pur debilitato nel fisico ma saldissimo nello spirito, non esitava a riprendere generosamente la lotta che doveva condurlo all’estremo sacrificio. Esempio luminoso di ardita e cosciente abnegazione nell’impegno per la liberazione della Patria dal tiranno invasore.»
— Roma, 8 settembre 1943 - 4 giugno 1944

8 commenti

  • 1 Aladinpensiero Online
    21 Agosto 2020 - 08:29

    Anche su aladinpensiero online: http://www.aladinpensiero.it/?p=111522

  • 2 Francesco Calia
    22 Agosto 2020 - 22:05

    Non vorrei mai più leggere, quantomeno in “democrazia oggi”, in alcun contesto senza nota critica, asserzioni quali “il noto e deplorevole attacco di via Rasella nel marzo del 1944″.

    Risposta.. Hai perfettamente ragione. L’aggettivo “deplorevole” va eliminato, l’attacco, fu un atto importante e valoroso della Resistenza romana.

  • 3 Simone Serra
    24 Marzo 2021 - 19:54

    Sono il nipote di Silvio Serra e autore della pagina Wikipedia. La frase qui sopra segnalata, giustamente eliminata, comparve su Wikipedia per la faziosa modifica di qualcuno e fu da me prontamente rimossa dopo poco tempo. Evidentemente questo sito copiò il testo proprio in quel momento, prima della correzione, non accorgendosi della frase inappropriata.
    In ogni caso vi ringrazio di cuore per aver dedicato questa pagina a mio zio.

    Risposta

    Caro Simone,
    Luigi Pintor parlava di tuo zio con grande ammirazione e commozione. Anche per questo Slvio Serra ci è caro e lo ricordiamo con piacere e gratitudine. A uomini come lui dobbiamo la nostra libertà. Cordiali saluti Andrea Pubusa

  • 4 Silvio Serra
    16 Aprile 2024 - 13:42

    Sono il nipote del mio omonimo e vorrei comunicare che mio figlio Stefano Serra dopo una riunione di tutti i discendenti, nipoti che portano il cognome Serra , e di comune accordo, hanno estratto a sorte a chi doveva andare questa medaglia d’oro

  • 5 Silvio Serra
    16 Aprile 2024 - 13:48

    Sono il nipote del mio omonimo e vorrei comunicare che mio figlio Stefano dopo una riunione di tutti i discendenti, nipoti con il cognome Serra , e di comune accordo, hanno estratto a sorte a chi doveva andare questa medaglia d’oro

  • 6 Silvio Serra
    16 Aprile 2024 - 13:59

    Sono il nipote del mio omonimo zio e vorrei comunicare che mio figlio Stefano possiede la medaglia a seguito di una riunione di tutti i nipoti Serra questa medaglia d’oro

  • 7 Silvio Serra
    16 Aprile 2024 - 13:59

    Sono il nipote del mio omonimo zio e vorrei comunicare che mio figlio Stefano possiede la medaglia a seguito di una riunione di tutti i nipoti Serra questa medaglia d’oro

  • 8 Silvio Serra
    16 Aprile 2024 - 14:03

    Sono il nipote del mio omonimo zio e vorrei comunicare che mio figlio Stefano possiede la medaglia a seguito di una riunione di tutti i nipoti Serra questa medaglia d’oro

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