“Dalla parte dei lei”. L’amore non può essere un’illusione

31 Maggio 2021
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Stefania Falzoi

In un mondo dove la sensibilità è patetica e i tempi lenti della tenerezza e delle confessioni sono squalificati, si esiste e si percepisce da invisibili. Alessandra, la protagonista del romanzo “Dalla parte dei lei” di Alba de Cespedes, non voleva vivere in un mondo nel quale si deve necessariamente ricorrere alla parola espressa per esortare la compresione dell’altro e nel quale gli accenti  dell’anima sono grida afone.
Alessandra è portatrice di un’intensità assoluta in una realtà arida, una condizione che la porterà ad essere consapevole fin dall’infanzia, che questa intimità preziosa non potrà mai raggiungere una credibilità esterna. É una ragazza in equilibrio tra passato e presente, mai rassegnata alla convenzionalità , si rifugia in un’esistenza fatta di percezioni e di sete di vita. No, lei non potrà mai venire rimpicciolita dal grigiore quotidiano, lei, che ogni istante accorcia le distanze tra se stessa e la natura, i suoni e gli odori della terra, lei, che viaggia in compagnia di sua nonna e di sua madre, che parla con loro, che respira al ritmo del frusciare dei loro vestiti.
Ecco perchè lo sconcerto diventa insopportabile quando ci si domanda se si può essere disposti a tutto per la libertà della patria, sognare un futuro forgiato dagli ideali di fratellanza ed eguaglianza tra i popoli, e contemporaneamente svalutare la propria compagna di vita e creare il gelo nel letto nel quale ogni notte si torna esausto.
Il corpo dell’uomo, un “muro” come ripete l’autrice incessantemente, è un muro sordo, ce lo ricorda la de Cespedes come un tamburo crudele il cui suono rigido rimbomba per tutto il romanzo, è  indifferente quel muro… lo conoscono tutte le donne del mondo. Nella  prefazione all’edizione del 1994 l’autrice sostiene che “forse per una giovane donna di oggi è difficile comprendere tutto ciò” riferendosi alla condizione “irritante del sentirsi sotto tutela” vissuta dalle donne della sua generazione e resa ancora più penosa quando, dopo il fascismo, ci si era illuse che sarebbe stato quello il momento propizio per il cambiamento definitivo.
Eccome se lo comprendiamo… mi permetto rispettosamente di risponderle. Non c’è piazza per urlare quel riconoscimento d’amore delicato e ricettivo, non c’è legge che lo possa riconoscere, è alle profondità di ogni uomo che questo romanzo rivolge ogni sua pagina, a quello spazio sentimentale così impenetrabile e risolutamente ostile all’accoglienza gentile di una donna innamorata.

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