Da scontro sul testo Zan a unità nel governo. Que sera? Una lunga notte conservatrice con la benedizione di SuperMario dal Colle

30 Ottobre 2021
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A.P.

Sorprende lo scontro sulla legge Zan e l’unanimita’ nelle deliberazioni del governo. Possibile che forze cosi’ divise su questioni elementari di liberta’ e civilta’ possano essere poi unite su questioni politiche fondamentali? In realta’ tutti tengono a galleggiare all’ombra di un Draghi che ecumenicamente lascia fare, tirando dritto per la sua strada.
Ma cosa puo’ volere? Quale il disegno? Niente di nuovo sotto il sole. Il disegno e’ quello di dare una stabilita’ moderata al paese come si tento’ di fare senza successo con Monti e Renzi. Draghi sembra finalmente l’uomo giusto. Monti non aveva carisma, fu poco accorto nell’attacco ai lavoratori e spreco’ in poco tempo il credito creatogli dal solito battage dei media. Renzi si bruciò attaccando a testa bassa subito la Costituzione, sottovalutando l’attaccamento degli italiani ad un testo che in fondo ha garantito per alcuni decenni un’accettabile vita democratica.
Travolto Renzi, sorge subito il problema di stoppare l’unica vera opposizione al disegno moderato, il M5S, sgangherato ma fuori dal perimetro. Mattarella ci prova col grottesco incarico a Cottarelli, che muore prima di nascere. Poi ci pensano PD e lo stesso M5S ad azzopparsi.  Non si alleano e si scottano con scelte innaturali., l’uno con la Lega, l’altro all’opposizione Poi, indeboliti, si alleano, ma in un contesto ricco di ambiguita’ e di doppigiochismi. A Renzi di nuovo il compito di riportare tutto verso un assetto di centro moderato con pulsioni anticostituzionali. Ed ecco la rottamazione di Conte e il lancio di Draghi, attorno al quale la gran cassa crea l’alone di infallibilita’.
Cosa vuole Draghi? La sua mission di eliminare dal paese qualsiasi germe di cambiamento, che implica una ridefinizione dei rapporti di classe a favore del mondo del lavoro, e’ tracciato: il Colle e da li’ - come si dice nel calcio - controllare la partita, impedendo agli altri di giocare e sopratutto che a fare gol siano i lavoratori e le forze progressiste del paese, ormai prive di partito e di organica rappresentanza politica. Inizia una lunga notte conservatrice o, meglio, continua. E non se ne vede la fine. Le associazioni di base, i comitati e tutta l’articolazione democratica indipendente può evitare il peggio, ma non cambiare le cose.

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