Carbonia. Su Il Lavoratore, la Pagina Sarda de L’Unità, la stampa socialista e sardista, si parla di Carbonia e delle lotte in miniera. In città si leggono anche Gramsci e Marx

17 Settembre 2023
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Gianna Lai

 

Oggi, domenica, nuovo post, dal 1°.9.2019, sulla storia di Carbonia.

Prima de L’Unità, in Sardegna si legge Il Lavoratore, “settimanale comunista sardo, sorto per iniziativa del Comitato Regionale del PCI nel febbraio del 1945, con redazione e amministrazione a Cagliari in via Roma 45”. Che svolge “funzione di orientamento per il partito, di dibattito e di confronto con le altre forze politiche, di direzione e di propaganda, fino a quando si crearono le condizioni per un regolare arrivo de L’Unità e del suo ufficio di corrispondenza”: lo dirigono Antonio Dore, segretario regionale del Partito, e poi Luigi Pirastu e, dal novembre ‘46, Girolamo Sotgiu. E si rivolge ai lavoratori l’organo dei comunisti isolani, “combatteremo in Sardegna una difficile battaglia… per rinnovare l’atmosfera politica della nostra isola, per conquistare alle masse un migliore tenore di vita, per creare una Sardegna autonoma e progressiva nel quadro dell’unità italiana,… guidati dallo spirito di un uomo che è nato in quest’isola,… Antonio Gramsci, il nostro indimenticabile compagno”. Come poi su La Pagina Sarda de L’Unità, tanti gli spazi dedicati a Carbonia, la diffusione assicurata nelle sezioni attraverso la rete dei militanti, fino a raggiungere, in poco tempo, le 10.000 copie vendute; a finanziarlo, le campagne di sottoscrizione lanciate in tutta la regione.

Dal governo Parri alla ricostruzione della città di Cagliari, alla battaglia contro gli speculatori e a sostegno dell’epurazione, “l’onerosa opera educativa e di direzione delle masse nella lotta per la loro emancipazione”. Riprendendo i passaggi significativi della storia del partito in Sardegna durante quegli anni, le Federazioni provinciali già unite in una Federazione Regionale. E per il Primo Maggio del 1945 si apre con L’ora della libertà di Renzo Laconi seguito, l’8 maggio, da I lavoratori sardi e l’autonomia di Velio Spano. .

Corposi gli articoli sui Congressi del Partito e sulla Consulta Regionale e sulla Assemblea Costituente e sui Consigli di gestione. E poi il programma per le elezioni amministrative del 1946 in uno scritto di Pirastu; in Forza Paris, di Velio Spano, “la proposta di una rifondazione del sardismo”, dato che “la nostra bandiera è quella stessa di Giomaria Angioi”. E poi gli articoli sui rapporti con la Dc e col Psi, e Mario Corona, Polano e Spano sull’occupazione delle terre nel settembre 1946, e il I Congresso Nazionale della Cgil, nel giugno ‘47, e ancora Laconi sull’Ente Regione e sul Convegno regionale dei quadri, 1947, alla presenza di Togliatti. E Girolamo Sotgiu sulla politica nazionale e Spano sulla campagna elettorale del 18 aprile. Inchieste giornalistiche e scritti dei dirigenti ad arricchire la formazione dei militanti e dei quadri della sinistra: si comprende bene come una massa consistente di lettori sia pronta ad accogliere L’Unità e la sua Pagina della Sardegna, a partire dal 1948, un grado di cultura più elevato, laddove i comunisti stanno crescendo, a sostegno della democrazia e della cittadinanza.

Dice Spriano in Le passioni di un decennio, tratteggiando i caratteri del Pci, “un partito per il 70% costituito da operai, braccianti, contadini, artigiani, a dirigerlo Togliatti un uomo nel quale l’interesse per la cultura era così profondo, un uomo attentissimo alla produzione, alla battaglia e alla diffusione delle idee. A creare il partito nuovo, il suo carattere di partito di massa e l’accento posto continuamente sulla nazione, sulla patria, sull’interesse generale. Come intendeva Togliatti la funzione degli intellettuali? In gran parte - è evidente - come l’aveva vista e indagata Gramsci nei Quaderni dal carcere: come gruppo, come ceto, come cerniera, come cemento e insieme armatura flessibile di un nuovo blocco sociale da costruire”. Ed è da questo intenso legame che nascono le collane destinate ai lettori, comunisti e non e, in particolare, la redazione stessa de L’Unità, 1945, organo del Pci diretto da Velio Spano e da Mario Montagnana e infine da Pietro Ingrao: il suo “ruolo certamente essenziale nella formazione del partito di massa”, come ribadisce lo studioso Renzo Martinelli. “In un’Italia in cui… il 25% degli italiani non legge mai un quotidiano”, a chiudere di nuovo Spriano, “il sostegno finanziario che veniva alla stampa comunista dai lettori, era decisivo per la sua sopravvivenza: lo strillonaggio domenicale arrivava a consentire tirature di un milione e mez8zo del quotidiano, in certe occasioni eccezionali, di un milione spessissimo”.  

E poi Paese Sera e poi Rinascita, diretto da Palmiro Togliatti e destinato ai quadri; al mondo degli intellettuali, Il Politecnico, Società e Belfagor, mentre Vie nuove, diretta da Luigi Longo, svolge “una funzione importante anche nella prima conoscenza e divulgazione di Gramsci, pubblicando estratti dai Quaderni e articoli del periodo precedente il carcere”. Attraverso la lettura di Gramsci “l’opera di radicamento sociale, culturale, politiconella società italiana”, l’esplicarsi della “funzione socializzatrice del partito nuovo, il suo mettere in contatto strati e ceti diversi”.

Ed infine, riservato ancora ai militanti di base, Il Calendario del popolo, 1945, per raggiungere “gli strati più umili del partito e dell’opinione di sinistra, diffondendo una versione assai semplificata del marxismo e della Storia d’Italia”.

Un’ampia opera di divulgazione in grado di raggiungere le sezioni comuniste, anche le più decentrate, con le edizioni della Cooperativa del Libro Popolare, la Colip, 1949: Letteratura, Storia e Filosofia, Scienze, Teatro, Grandi avventure per il largo pubblico, a cura di Marchesi, Salinari, Montale, Russo, Platone, Geymonat, Musatti e Pavone. Nell’Italia della Guerra fredda, i classici italiani e stranieri, le edizioni Rinascita, Cultura sociale, Editori Riuniti, che pubblicano Marx e i Clasjisici del marxismo, da Lenin a Gramsci a Mao. E importanti e significative tracce di queste letture presso la Camera del lavoro di Carbonia, nella mia prima ricerca risalente agli anni Settanta, tra cui, a mò d’esempio, Il Diciotto Brumaio di Marx, Edizioni in lingue estere, 1947, e una edizione Rinascita de La quistione meridionale di Gramsci, 1951. Per ricordare come le collane complete di quei titoli fossero facilmente rintracciabili nella Biblioteca comunale cittadina, già aperta al pubblico dai primi anni Sessanta presso gli spazi del Muncipio.

E poi, nelle sezioni dell’isola, Sardegna socialista e Sardegna Avanti, politica e classi sociali; Il Solco, organo del Psd’az, sardismo e autonomia, e il lussiano Riscossa Sardista: sempre ampio lo spazio dedicato a Carbonia e alle sue lotte per la difesa delle miniere.

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