Regionali. La sinistra (Rifondazione, PCI, Potere al Popolo) batte un colpo

25 Novembre 2023
1 Commento


A.P.

Il secondo polo, la sinistra del panorama sardo batte un colpo: presenta un nuovo documento. E’ il secondo dopo quello, interessante, divulgato due mesi fa. Noi, a dire il vero, di questo atto aspettavamo la declinazione pratica: la scelta del candidato presidente e l’apertura di una discussione di massa. Invece, è calato un gelido silenzio. E siccome non siamo nati ieri abbiamo capito ch’era successo qualcosa, e non certo in positivo.
Manco a dirlo c’è stata una rottura coi Rossomori. Questione di simbolo, c’è stato detto, chi vuole la falce martello e chi no. Ma forse c’è qualcosa di più sostanziale. Proviamo ad immaginare? I grandi federalisti sardi da Angioy ad Asproni, a Tuveri, a Gramsci, Bellieni e Lussu non sono stati indipendentisti. Può capirsi che l’area comunista possa essere federalista, per un’autonomia integrale, per dirla con Umberto Cardia, per un nuovo Statuto. Ed effettivamente ispirarsi alla c.d. linea sarda al federalismo pare sostenibile e auspicabile. Invece proporre tout court il separatismo è meno agevole. Gli indipendentisti di sinistra devono capire che quello è un obiettivo finale, ma che ora occorre lavorare e fare alleanze con chi, ora e subito, è per  una soluzione federalista. Abbiamo dunque pensato che la rottura a sinistra sia avvenuta su questo, e forse in fondo è cosi. Il simbolo è spesso il dato esterno di una più profonda e sostanziale contraddizione. Ma avete visto cosa dice Soru?  Dice di voler fare una lista progressista, indipendentista e anche… centrista! Vacci a capire qualcosa! Eppure c’è chi lo segue, anche fra gli indipendentisti! Boh!
Ma lasciamo perdere…Ora l’area comunista della sinistra sarda (Rifondazione, Partito comunista italiano, Potere al popolo) nel nuovo documento cerca di rassicurare i suoi sostenitori, e si assume la reponsabilità  di ricucire la divisioni e superare le incomprensioni, di andare avanti e presentare una buona la lista. Ma per ora non dice di pìù. Vedremo. Speriamo faccia presto e  bene.

Ecco il nuovo documento di Rifondazione comunista - PCI - Potere al popolo

IL “SECONDO POLO” NON SI IMPRIGIONA

 Riteniamo che non siano venute meno le condizioni politiche, sociali ed economiche che hanno dato seguito e animato con un’inaspettata vivacità la creazione del “secondo polo”.Se per la prima volta nella storia dell’autonomia sarda la sinistra di classe, l’autonomismo, il federalismo e l’indipendentismo hanno deciso di mettere a valore l’unità nella diversità riteniamo fortemente sbagliato da chiunque produrre frizioni e rotture a discapito del dialogo e della partecipazione collettiva. In quest’ottica pare evidente che la progettualità su cui si sta investendo con estrema convinzione noi non la riteniamo un mero progetto elettoralistico ma una prospettiva reale ed efficace che abbia testa e gambe in Sardegna. Una progettualità che trae delle origini politiche unitarie nella sedimentazione di battaglie storiche comuni. Battaglie che spaziano dall’antimiltarismo, alla giustizia sociale passando tutte per ’autodeterminazione del Popolo sardo. Per questo riteniamo che un progetto di sinistra, che si dichiari apertamente anticapitalista, inceramente alternativo al quadro politico esistente possa e debba convivere con matrici politiche ideologiche plurali di diversa estrazione così come riaffermato più volte dai nostri documenti unitari del “secondo polo”. La collocazione di autentica sinistra del progetto politico di alternativa, si accompagna all’affermazione preliminare di alcuni principi rrinunciabili che fanno da cornice alla futura definizione delle proposte programmatiche:
riconoscimento del diritto alla autodeterminazione, antiliberismo, anticolonialismo,
antimilitarismo, ambientalismo, femminismo, solidarismo, equità, legalità e giustizia
sociale…..” Tale progetto si fonda sulla duplice presa d’atto che, da un lato, nessuna delle numerose criticità che pesano sulla Sardegna può essere superata da chi ne è storicamente e politicamente responsabile, ed è pertanto indifferibile l’esigenza di costruire un’alternativa credibile ai ceti politici che hanno guidato la Regione negli ultimi decenni e ai fallimentari modelli di sviluppo da essi unanimemente promossi…” “Il “Secondo Polo” nasce quindi, fin dal nome, come alternativa radicale, democratica e artecipata al cartello politico-elettorale formato dalle coalizioni oggi presenti in Consiglio Regionale. Tuttavia, se da un lato è naturale che questo sforzo collettivo produca una <proposta autonoma e di rottura rispetto ad essi, in vista delle Regionali del 2024, dall’altro la sua azione e il suo orizzonte ideale non possono esaurirsi in una dimensione puramente elettorale.”.
Riteniamo opportuno e utile anche in questo caso citare testualmente un passaggio del documento sottoscritto da tutte le sigle che animano il “secondo polo”: I partiti >promotori….in qualità di garanti della natura aperta, partecipativa, e democratica dello stesso, si offrono di mettere a disposizione di tutte e tutti la propria esperienza politica e le proprie risorse organizzative e relazionali, ma rinunciando fin da subito ad assumere un ruolo egemone all’interno di tale percorso, in base ad un principio di uguale dignità tra pari”.
Consideriamo questo passaggio talmente tanto essenziale nel metodo e nel merito che rinnegarlo o disconoscerlo, come già avvenuto da parte di qualcuno, produrrebbe a tutti gli effetti un deficit di linearità rispetto a quanto sostenuto in questi mesi e nei documenti politici citati in precedenza e un vulnus operativo di difficile risoluzione quando esso si palesa in una interruzione unilaterale del dialogo.
Le scelte unilaterali di rottura dei rapporti politici praticate da altri non possono ricadere sul progetto stesso del “secondo polo” e noi non lo permetteremo. Cosi come nella storia della civiltà le scelte unilaterali, non hanno mai prodotto nulla di buono e la triste storia del conflitto israelo-palestinese in tutta la sua drammaticità lo mostra con sprezzante crudezza anche 0ggi.
Richiamiamo a un grande senso di responsabilità e sensatezza a tutti coloro che hanno animato il “secondo polo”.
E con lo stesso senso di responsabilità richiamato, assumiamo con chiarezza quel ruolo di “garanti”, e, invitiamo gli altri soggetti a fare altrettanto per la salvaguardia di una progettualità comune che ci siamo impegnati tutti a costruire in tutti questi mesi.
Se esistono delle divergenze di vedute nelle segreterie dei partiti proponiamo che questa stessa discussione ritorni alla base. Che sia data parola, capacità e autorevolezza di scelta agli iscritti non solo dei partiti garanti del “secondo polo” ma di tutti coloro i quali hanno apprezzato e condiviso il percorso realizzato fin qua. Coloro che si battono quotidianamente meritoriamente come singoli e/o all’interno di comitati o associazioni nel territorio sardo a difesa dell’ambiente, della salute e dei beni comuni. pensiamo che il principio della “testa un voto” sia l’unico elemento democratico per superare a positivo le divergenze e salvare così con intelligenza il progetto politico del “secondo polo”.
La democrazia risulterà sempre rivoluzionaria. E in virtù di ciò sarà indispensabile costruire momenti partecipativi di natura territoriale su tutta la Sardegna. E su questo bisogna lavorare fin da subito perchè il “secondo polo” non si imprigiona!
Cagliari 23/11/2023
Partito della Rifondazione Comunista
Partito Comunista Italiano
Potere al Popolo

1 commento

  • 1 Giorgio
    25 Novembre 2023 - 10:19

    Non si capisce dove viva chi scrive questi documenti. Più che di secondo polo credo si tratti di persone che vivono al polo nord (o sud, fate coi, tanto è lo stesso).
    Mi creda, Professore, in questo momento la preoccupazione dei sardi non è quella di stabilire se sia meglio seguire la via dell’indipendentismo o del federalismo.
    I problemi che devono affrontare quotidianamente le persone (che poi sono anche gli elettori votanti) riguardano il prezzo della benzina, la spesa al supermarket, il lavoro per i propri figli, una sanità che funzioni. Invece qui si continua a produrre documenti in cui si disquisisce di “… matrici politiche ideologiche culturali di diversa estrazione …” e altre amenità.
    Saluti

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