Prefetti e questori: l’istituzione di un sindacato facente capo al Msi, “sembrerebbe volersi opporre ai sistemi del Pci di cui resta intensa la propaganda nei piccoli centri, tra una popolazione priva di coscienza politica e senza evoluzione spirituale”. Soddisfazione per arresti e condanne di operai e contadini

14 Aprile 2024
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Gianna Lai

Oggi, domenica. un nuovo post sulla storia di Carbonia, dal 1° settembre 2019.

Così a gennaio il questore sulla necessità di una legge repressiva della libertà di sciopero: “Si vorrebbe che le speculazioni che si vanno facendo sui futili motivi di malcontento, trovassero una repressione in una specifica legge che potesse servire di remora ai mestatori che, celando di sindacalismo la loro azione, tentano di scuotere e di intaccare il prestigio dell’autorità costituita e, quindi, del governo. I fatti di Modena, frutto di una incomposta violenta azione sindacale, dimostrano la necessità di una norma giuridica che possa infrenare l’azione degli agitatori di professione”. Succedono cose simili anche a Carbonia, dove “l’attività sindacale trova sfogo nell’ambito del bacino minerario e metallifero. Esponenti della Camera del lavoro riescono ad esercitare una certa influenza sulle masse, ostacolati dai liberi sindacati, dai partiti di destra, i quali però non riescono ad annullare l’azione degli avversari… I partiti continuano la loro propaganda, il comunista organizza comizi, balli, assemblee”. E si sente tuttavia alleviato, il rappresentante del governo, dal fatto che “la Dc, con la sua opera assistenziale, sta molto vicina alle masse e, in una coi sindacati liberi, opera in profondità grazie alle iniziative dei suoi dirigenti animati da molta fede politica” . A febbraio, ancora il questore, ostentatamente in lode della destra estrema, “nei bacini carboniferi e metalliferi il predominio delle organizzazioni sindacali e di sinistra e degli esponenti dei partiti di massa, rappresentati dal partito comunista, costituscono intralcio al sereno sviluppo delle attività politiche, che sembrano collettivizzate in quanto unica e sola è l’iniziativa. Solo di recente l’istituzione di un sindacato di azione sociale facente capo al Msi, sembrerebbe volersi opporre a sistemi di quel partito che resta forzatamente nell’ambito della legalità grazie alla continua e vigile presenza delle forze di polizia. Ed è questo partito (il Pci) che, in concomitanza all’attività della Camera del lavoro, svolge un’intensa propaganda in tutto il territorio della provincia, con numerosi comizi tenuti in piccoli centri, dove si crede che la parola dell’oratore possa infljenzare la popolazione  priva di una coscienza politica e senza evoluzione spirituale” (sic!). 

E a marzo il prefetto, “intensa attività del Pci e del sindacato, numerose le riunioni presiedute da dirigenti e deputati, nelle quali viene tendenziosamente rappresentata all’opinione pubblica la situazione”. E però, contraddicendosi con la precedente nota, “in risposta, manca una apprezzabile azione ad opera dei partiti della coalizione governativa e in particolare della Dc”. Da qui il suo incontro col segretario provinciale: “confido che le mie preoccupazioni saranno intese dagli organi locali Dc e sapranno attivizzare organizzativamente il partito, al fine di costruire una più salda politica locale”.

Sull’occupazione delle terre e gli scioperi dopo i fatti di Lantella, il questore: “propaganda deleteria della sinstra a mezzo stampa con l’intento di catechizzare e accattivarsi, col vilipendio istituzionale, le simpatie di quella popolazione che, amorfa e senza dirittura politica, facilmente si lascia trascinare in una lotta improba e illegittima… Responsabili, Camera del lavoro e Federterra,… speculazioni politiche degli agitatori.” E tuttavia, “le decisioni dell’autorità giudiziaria han costituito remora agli organizzatori di manifestazioni violente e ai capeggiatori di occupazioni di terre, istigatori a delinquere e a disubbidire alle leggi: arresto del consigliere regionale comunista Dessany, e Torrente, e Branca socialista, in flagranza di reato… In consiglio regionale i consiglieri di parte hanno sfogato il loro livore contro le organizzazioni di polizia… Intensa l’attività dei partiti socialcomunisti, inesistente da parte degli altri”. E, sotto la voce Pubblica opinione, “ognuno spera che la cessazione dell’odio fra le classi, voluto dalle sinistre, porti a una distensione degli animi, a una ripresa dell’attività sociale”, in attesa del varo della riforma agraria, per ora in preparazione. Nel mentre, “l’arresto degli agitatori, unico espediente per porre fine all’occupazione delle terre, e la denuncia dei capeggiatori all’autorità giudiziaria, sono valse come esempio per tutti; le pene irrogate hanno infrenato la violenta reazione”. Arborea, Muravera, Villaputzu, Giba, Santadi, Narcao, Palmas, Siliqua e Domusnovas, arrestati i promotori e giudicati per direttissima: da 15 giorni a 3 mesi di reclusione, le condanne. E proibite per un mese le pubbliche riunioni nel territorio di Guspini, Sa Zeppara, su ordinanza del questore il quale, ad aprile, dice che le sentenze della magistratura han fatto crescere senso di sfiducia verso i rappresentanti comunisti e i sindacalisti Cgil. Pur se ripresa la protesta il 29 marzo, contro gli arresti “per arbitraria occupazione delle terre e abusiva intrapresa di lavori non commissionati”. E a maggio l’epilogo: condanna a 8 mesi per il consigliere regionale Dessanay e per Torrente, dirigente della Federterra e per Branca, dirigente socialista, responsabili di istigazione a delinquere e di correità nell’occupazione delle terre. Il questore, finalmente rasserenato, “viva soddisfazione ha determinato l’esito del processo ai noti agitatori di sinistra che per 40 giorni han tentato di turbare l’ordine pubblico in provincia e nell’isola: cessate le proteste e l’occupazione di terre”. Ed il prefetto, “più che ricadere su singoli individui, la responsabilità dovrebbe essere attribuita a un partito che si vanta di porre a proprio fondamento l’illegalità e l’azione rivoluzionaria”.

Del resto, benché sempre in vigore l’intesa nazionale per il funzionamento delle Commissioni interne (sottoscritta nel 1947 tra Confederazione generale del lavoro e padronato), sulla serrata del 21 e del 22 marzo a Bacu Abis, così si era espresso il rappresentante di governo, giustificandone le ragioni, pur se vietata dalle leggi della Repubblica: fra i “3.000 minatori di Bacu Abis prosegue la protesta per la revisione dei cottimi, la direzione chiude i pozzi; licenziati due operai per aver tenuto comizi all’interno dei cantieri, senza l’autorizzazione della direzione, incitanti le masse a astenersi dal lavoro”. Prefetto e questore, per i minatori di Carbonia sempre in serbo un affettuoso pensiero, sempre grande il rispetto del lavoro e della Costituzione!

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