Se Silvio non mi chiama, rimango con la laurea e un calcio in culo!

21 Gennaio 2011
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Amsicora

In una delle tante intercettazioni che girano sui giornali c’è una frase apparsa su L’Unione sarda di Barbara Faggioli (della scuderia di Arcore) che colpisce: “Per l’amor del cielo ci sta costruendo una carriera, ma se non và in porto? Son cazzi! Rimango con la laurea e un calcio in culo! Come tanti altri ragazzi”.
Sta qui la quintessenza del messaggio berlusconiano alle giovani. Agghiacciante!  “Non badate a mezzi. Prostituitevi pure; tutto è meglio che rimanere come tanti ragazzi, con la laurea in cerca di sistemazione. Questa è la condizione peggiore, segno del fallimento”. Ossia lavorare sodo, impegnarsi per trovare una via seria al lavoro e alla professione è la peggior cosa che possa capitare ad un giovane.
E l’aspetto ancora più angoscioso è che il padre pare incitarla: “Ti sei vista passare davanti questa e quella, ma ora svegliati!”, si legge sempre su L’Unione sarda. Sembra che il risultato più grande sia quello d’essere ammesse al bunga bunga di Arcore e quello massimo di essere scelta, a fine serata, dal Cavaliere.
E per ottenere questo bisogna svegliarsi, essere più furbe e combattive! A questo il genitore sprona la giovane figlia.
Quale distanza siderale fra la dignità dei lavoratori di Mirafiori, fra i loro problemi e le loro angoscie, e le “pene” di questa giovane donna e del padre!

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