Torna in campo la linea stragista?

21 Maggio 2012
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Amsicora

Questa volta c’è anche un video, “immagini terribili” - dice chi le ha viste - in cui si vede l’uomo azionare il telecomando che innesca l’ordigno e attendere il ‘botto’. Voleva la strage e strage è stata. Torna un ingrediente tragico della storia d’Italia: nei momenti più difficili per il Paese, quando si diffonde l’insoddisfazione e si delineano o s’intravedono scenari possibili di cambiamenti politici, torna a creare paura e a distrarre l’opinione pubblica la linea stragista. Una linea solitamente definita in alto, con la partecipazione di corpi dello Stato e che cambia le tendenze della politica nazionale. In tutti i casi si tratta di episodi caratterizzati da depistaggi e dall’impenetrabilità: l’impunità ha attraversato tutte queste storie nere. In esse poi, insieme alla strage, è stata pensato anche il depistaggio, per cui le prime indagini sono state sempre indirizzate dove ha voluto chi ha organizzato la strage. Guidate da chi ha ordito le trame criminali. Ricordate gli anarchici Valpreda e Pinelli per la strage della Banca dell’Agricoltura del 1969? Tutta aria fritta. Ma quale impatto hanno avuto queste prime indagini fasulle sull’opionione pubblica? Ci sono voluti anni per mostrare il contrario. Ma luce non si è mai fatta. Come per Piazza della Loggia o per l’Italicus.
Ecco perché vanno presi con le pinze i primi indizi, verso cui orienta le indagini proprio chi ha posto in essere il gesto criminale. Gli investigatori stanno passando al setaccio tutte le rivendite di bombole e i supermercati della Puglia, per cercare di capire dove l’uomo possa aver acquistato le componenti dell’ordigno e il cassonetto: una sorta di corsa contro il tempo. Grazie alle immagini estrapolate dal video, si attendono presto risposte positive. E se questo fosse solo un abile diversivo?
Si cerca anche di capire il movente.Semplicemente il gesto di un folle? Collegato alla scuola o al nome dell’istituto? O magari con il vicino tribunale? Ma, salvo il possibile effetto imitativo di analoghe follie che ci vengono d’oltreatlantico, va presa con molta cautela l’ipotesi del gesto isolato, l’idea di una “persona arrabbiata e in guerra con il mondo, che si sente vittima o nemico di tutti e che utilizza una simile occasione per far esplodere tutta la sua rabbia”. Confezionare un ordigno richiede conoscenze di elettronica sopra la media. Implica preparazione e un disegno. I folli allo stato puro, di solito, imbracciano un fucile e sparano nel mucchio. Qui c’è organizzazione. Anche il procuratore ritiene “impossibile che tutta l’organizzazione sia opera di una persona sola”. Anche se c’è scontro fra fli inquirenti sulla finalità eversiva o meno del fatto per spiccioli calcoli di bottega, la competenza delle Procure, una cosa è certa: i fatti di Brindisi ci dicono che la linea stragista è in campo anche in questa fase tormentata della vita dell’Italia. Oltre le Procure, questo fatto dovrebbe interrogare le forze e le coscienze che vogliono un’alternativa al berlusconismo e sono insoddisfatte del montismo.

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