Berlusca: da pifferaio a grande direttore d’orchestra?

30 Marzo 2009
Nessun commento


Sergio Ravaioli

Tranne i soliti tifosi della curva sud, intenti a gridare slogan e fare botti, siamo in molti a credere che il centrosinistra si comporti come un pugile suonato: non va al tappeto e continua a menare fendenti come può. Qualche colpo va anche a segno ma nel complesso suscita più tristezza e compassione che non entusiasmo per la prossima vittoria. Sentimento confermato dai patetici tentativi di analisi delle ultime sconfitte che si accomunano per tenersi alla larga dal nocciolo del problema: al centro sinistra manca una leadership capace di mettere d’accordo le diverse componenti, capace di promettere e di mantenere, capace di risolvere i problemi dei suoi sostenitori.
Mancanze non da poco. E non si vede all’orizzonte nulla di nuovo. Ieri Bertinotti oggi Vendola, ieri Veltroni oggi Franceschini, impegnati a fare bei ragionamenti e bei discorsi in TV, mentre operai e ceti medi non riescono a prender sonno per i problemi che li attanagliano.
A mio avviso questa situazione crea problemi strategici nel centro destra, il quale dà segni di aver ben compreso la crisi dell’avversario.
Enuncio subito la mia tesi: Berlusconi sinora si è comportato da pifferaio magico e scommetto che non saprà trasformarsi in acclamato direttore d’orchestra (ruolo per il quale sta studiando - con buon profitto - Gianfranco Fini). In mancanza di avversari, dal cavaliere non si pretende più che sia il migliore dei combattenti in campo e metta KO l’avversario, ma che divenga uno statista capace di risolvere i problemi strutturali della Nazione, e cioè di tutti gli Italiani, non solo dei “suoi”.
Non potrà più ricorrere a colpi bassi come quelli dell’ultima campagna elettorale, nella quale – con l’abolizione dell’ ICI su 19 milioni di prime case – ha compromesso per il fisco Italiano quello che nei paesi occidentali sviluppati è il principale cespite: la proprietà immobiliare (impossibile da nascondere e facile da misurare). E non potrà neppure ammiccare verso chi valuta di essere troppo tassato e quindi si sente autorizzato ad aggiustarsi i conti. Le conseguenze di queste azioni da filibusta (cassaforte vuota!) dovrà gestirsele lui stesso, il signor Berlusconi, e non altri.
Seppure non mi sento di sposare la tesi di Sabina Guzzanti, che rappresenta il Berlusca come un vecchio rincoglionito (peraltro non avendo difficoltà a trovare spunti), non credo che riuscirà ad operare la trasformazione in cigno ormai necessaria. Berlusconi ci ha abituato a cambi di strategia inaspettati e spesso vincenti, ma quest’ultima trasformazione sarebbe troppo profonda per l’uomo (e per la sua età).
Non ci credo. Pronto a dare atto nel caso i fatti mi smentiscano. Per adesso auguro a Berlusconi di godersi la compagnia dei nipotini in una delle sue molte belle case.
Intanto faccio voti che l’Italia riesca a trovare un suo Obama. Ma ho paura che sia ancora nella culla!
Ed alla Sardegna auguro di trovare un condottiero abile e generoso come Amsicora, ma più fortunato di lui.

0 commenti

  • Non ci sono ancora commenti. Lascia il tuo commento riempendo il form sottostante.

Lascia un commento