Governo Draghi un carro per tutti in attesa di elezioni

13 Febbraio 2021
2 Commenti


A.P.

Cos’e’ il governo Draghi? Come dev’essere intesa questa corsa a esserci senza paletti e condizioni? Come sembrano interpretarlo i partiti che si sono affrettati ad aderire, senza neanche conoscere il programma? Come e’ stato inteso l’appello di Mattarella all’unita’ nazionale?
Non è facile rispondere, ma alla buona e all’ingrosso pare che i partiti e i gruppi lo intendano piu’ o meno cosi’. Draghi deve fare alcune cose indifferibili (Recovery, lotta pandemia, misure mitigatrici in campo economico e sociale, scuola sanita’ ecc.). Se le avesse fatte Conte, se ne sarebbe intestato il merito o il corpo elettorale glielo avrebbe riconosciuto. La sua popolarità è già alta; è pericoloso per tutti (anche per il M5S?) incrementarla. Meglio un governo nel quale il merito è di tutti o di nessuno. Ecco perche’ tutti vogliono esserci. E tutti vogliono tutti. E ci sono. Si va da alcune eccellenze ad alle ragazze di B. fino alla Catarbia, che sembra una collegiale. La ratio delle composizione? Lasciamo da parte la vulgata della competneza, bla, bla, bla (non se ne può più!). Volete la verità? Nessuno ritiene vantaggiosa la partecipazione alle elezioni dall’opposizione. “Il potere logora chi non ce l’ha“, diceva uno che se ne intendeva, e non incrementa i voti. Quindi, lasciamo fare a Draghi alcune cose rognose, senza che nessuno possa trarne esclusivo merito (o demerito) in chiave elettorale, poi tutti in lotta contro tutti. E si vedrà. Anche per i ministri, non è tanto importante che ci siano i miei, l’importante che non ci siano neanche quelli altrui. Oppure - come è stato - par condicio, un po’ di tutto. Nel mezzo c’e’ l’elezione al Colle, e Draghi ha interesse a essere buono, a non scontentare nessuno. Niente figli e figliastri. Se no, tiro dal muretto a secco e impallinatura, come con Marini o Prodi. Ricordate? Sembrava impossibile, e invece…Draghi, dunque, è avvisato. Stia calmo e buono, se vuole salire al Colle. Ma lui questo ben lo sa e tutto vuole fuorché essere crocifisso. Tutto sommato lassù meglio lui di qualche inprobabile uomo o donna del centrodestra, con umori antiCarta, razzisti e nostalgici.
E poi? Poi la partita riprendera’. E il gioco sara’ pesante. Gli unici fuori dai radar sono ancora una volta i ceti popolari. A loro ci pensa solo Francesco nelle sue preghiere. Molta fede e buona volontà, ma non fa miracoli.

2 commenti

  • 1 Franco Meloni
    13 Febbraio 2021 - 10:01

    Il nuovo Governo comincia. Un’apertura di credito, nonostante tutto. E la Sardegna? Ancora al palo, ma qualcosa eppur si muove!

    Non è esattamente quanto ci aspettavamo. Avremo voluto maggior coraggio, maggiore investimento innovativo, anche nella scelta delle persone. Comunque Draghi e la nuova compagine sono in grado, sulla carta, di traghettare l’Italia verso una normalità democratica, quando si dovrà tornare alla sana dialettica maggioranza/opposizione, passando per un rinnovamento dei partiti e un nuovo sistema elettorale proporzionale, che promuova la partecipazione istituzionale. Auspichiamo questo nuovo quadro, nella transizione che deve essere governata, ancora nella pandemia ma con tutte le risorse già a disposizione (Next Generation Eu – Recovery Fund in primis). Dobbiamo uscire dalla crisi sapendo che dobbiamo superare la pandemia e la sindemia, cioè quel complesso di situazioni sanitarie, ambientali, sociali (disuguaglianze, povertà, disoccupazione, diritti negati…) che ci hanno travolto. Dalla crisi, ci ricorda ogni giorno Papa Francesco possiamo uscire migliori o peggiori. Insieme e con duro lavoro possiamo uscirne migliori. Tutti dobbiamo fare la nostra parte. Noi qui, in Sardegna, che rischia di essere ignorata e non resa partecipe dell’impresa comune. Una cosa è certa: se come sardi non ci facciamo sentire, nessuno ci terrà in considerazione. Noi nell’ambito della comunicazione e in quello politico-sociale-culturale faremo la nostra parte, in collaborazione con tutti coloro che intraprenderanno o hanno già intrapreso questo percorso.
    Al riguardo, per una volta, pur sapendo in quale situazione di disagio sociale e anche di disperazione versiamo, lasciateci volgere lo sguardo verso i segnali delle cose che vanno in senso ostinatamente contrario: la ripresa della partecipazione, specie giovanile, l’attività (poco riconosciuta dalle Istituzioni) del terzo settore e del volontariato. In questo contesto vediamo crescere una piccola esperienza lanciata da un gruppo di cattolici sardi, che ora comincia a prendere il largo come iniziativa coinvolgente tante altre persone, “gli uomini e le donne di buona volontà”: il Patto per la Sardegna. Ci ritorneremo.
    ( Franco Meloni, su Aladinpensiero online
    http://www.aladinpensiero.it/?p=118831 )

  • 2 Tonino Dessì
    13 Febbraio 2021 - 10:06

    Una “ribollita” di centrodestra.
    Che un Governo “di unità nazionale” o “di salute pubblica” o di “emergenza” espresso da questo Parlamento sarebbe stato spostato in senso più moderato rispetto al Governo Conte 2, si poteva darlo per scontato.
    Vedere tuttavia così plasticamente incarnato in persone fisiche un Governo che è difficile non definire di centrodestra fa abbastanza impressione.
    E parlo tanto della della componente politica quanto di quella tecnica.
    Come spiegare, se non come assunzione dell’interim implicito del ministero in capo a Draghi, il senso del siluramento di Gualtieri all’economia, per esempio, per sostituirlo con un tecnico dalla lunga carriera svolta fra Regioneria generale dello Stato e Direzione generale di Bankitalia?
    In parallelo, tuttavia, allo sviluppo economico nientemeno che il numero due della Lega, Giorgetti.
    E Brunetta alla pubblica amministrazione non inganni: ce lo ricordiamo con lo stesso incarico in una precedente occasione e il giudizio non mi pare fosse dei più positivi, ma soprattutto, come storico, principale riferimento berlusconiano in materia economica, completa abbastanza linearmente il quadro degli equilibri interni che caratterizzano l’Esecutivo.
    Colpisce sotto questo profilo anche il fatto che la composizione del Governo sia accentuatamente nordista: è vero, al Mezzogiorno c’è la pur volenterosa, intelligente e napoletana Carfagna, ma non riequilibra per nulla il contesto.
    Si, naturalmente per esprimere una valutazione compiuta aspettiamo il programma (Recovery, vaccini, ripartenza, poco altro di più, magari niente di esplicitamente antipopolare).
    Certo, niente elezioni anticipate in cui scontare meriti e demeriti di questa legislatura.
    Infine si tira avanti senza strappi fino all’elezione del nuovo Capo dello Stato, scongiurando il rischio che possa eleggerselo da solo un centrodestra del quale si pronosticherebbe “allo stato” un largo successo elettorale.
    Sai però che entusiasmo.

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