Gianfranco Sabattini
In un editoriale apparso sul “Corriere della Sera”, Ernesto Galli della Loggia denunciava il disinteresse dell’attuale intera classe politica per la celebrazione, nel 2011, del 150° anniversario dell’Unità dell’Italia. A tale scopo, nel 2007, era stato costituito un “Comitato dei Garanti”, presieduto dal Presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi e includente “personalità” presunte incarnazioni di autentici presidi dell’idea unitaria dello Stato-nazione italiano. Dal loro insediamento, tuttavia, ai “garanti” la classe politica non ha mai assegnato alcuna direttiva; un fatto sorprendente, che trova spiegazione nella considerazione che il “committente” ha ormai affievolito, per la sua subalternità al leghismo, la consapevolezza storica riguardo allo scopo che ancora tiene insieme tutti gli italiani. La provocazione di Galli della Loggia ha suscitato molte reazioni; alcune scomposte, altre scoraggiate, altre ancora reattive e non prive della fiducia su un possibile ricupero da parte degli Italiani della loro memoria storica.
Certamente, l’opposizione al leghismo, come osserva Alessandro Campi sul “Riformista” del 24 luglio, con una celebrazione sorretta solo da “un contorno di retorica e parole al vento”, per riproporre alla nazione la “coscienza di sé, una qualche consapevolezza del proprio passato e una minima speranza riguardo al proprio futuro” non può bastare. Le cause della disaggregazione dell’Italia sono di natura politica; è, dunque, su questo terreno che deve essere promossa l’inversione della disposizione degli animi di molti italiani che il leghismo disgregante sembra avere incanalato verso la disaffezione nei confronti dell’Unità nazionale che, nell’arco di 150 anni, ha condotto l’Italia dalla periferia del mondo all’essere oggi uno dei Paesi più progrediti ed affermati a livello internazionale. Sennonché, tutte le forze politiche, potenzialmente alternative alla Lega, sono depotenziate dal fatto che il leghismo sembra essersi impossessato della loro capacità di elaborare un’effettiva strategia politica aggregante per la nazione italiana. E’ ormai palese a tutti che i due partiti maggiori (PdL e PD) sono orientati a darsi una articolazione territoriale per proporsi come concorrenti interlocutori del leghismo. Gli italiani si trovano così di fronte ad una nuova questione nazionale: i partiti presunti unitari non sono in grado di far valere qualsiasi ipotesi di soluzione della “questione meridionale” e della “questione settentrionale” inscritte all’interno di un’unica cornice nazionale. Perciò, il pericolo che oggi gli italiani stanno correndo è che la crisi dei due partiti maggiori stia dando vita a due aggregazioni partitiche orientate a stringere patti e compromessi politici, i quali, anziché contrastare la Lega nel perseguimento del suo obiettivo disgregante dell’Italia, stanno diventando la causa della definitiva dissoluzione dell’Unità del Paese.
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