Montevecchio: ritrovare la storia comune

25 Maggio 2010
1 Commento


Francesco Cocco

Gli eredi della famiglia Sanna-Castoldi, già proprietaria sino al 1933 della azienda mineraria di Montevecchio, hanno donato al comune di Arbus una preziosa collezione di beni archeologici e di gioielli.
Nei territori di Arbus e di Guspini ricadono le strutture della vecchia miniera: pozzi, palazzi, museo minerario, scuole, ospedale, alberghi destinati ad operai ed impiegati. Così la vecchia circoscrizione amministrativa fa sì che il bel palazzo della direzione, costruito nella seconda metà dell’ottocento, appartenga a Guspini mentre la foresteria e le palazzine destinate alla dirigenza appartengano ad Arbus.
E’ un grande patrimonio, frutto di una storia mineraria durata dal 1848 agli anni ottanta del secolo scorso, suscettibile di notevole potenzialità turistica, sia per l’eco-sistema in cui questi immobili sono inseriti sia per la vicinanza al mare. E già s’intravedono i segni di una svolta in questa direzione col recupero degli edifici costruiti durante la lunga epopea mineraria.
Tutti i sardi devono guardare fiduciosi a queste potenzialità, anche per l’alto significato ideale incorporato da questo patrimonio materiale, che richiama gli inenarrabili sacrifici compiuti dai minatori di quei comuni dell’ isola.
In fondo anche la donazione Sanna-Castoldi nasce dal riconoscimento di questa storia. Che è storia di sacrifici comuni: comune era il lavoro in galleria, comune la fatica delle donne cernitrici dei minerali, comune l’ impegno degli operai nelle officine.
Ecco perché suscita perplessità che le Amministrazioni di Guspini ed Arbus non riescano a trovare un percorso unitario per programmare un comune futuro per Montevecchio. E’ assurdo che due comunità così ricche di storia sociale, capaci in passato di grandi lotte democratiche non riescano oggi ad accordarsi e vivano questa loro eredità come certe famiglie litigiose che sperperano il patrimonio perché non riescono a trovare l’armonia……ma le comunità istituzionali non possono vivere i loro rapporti in una dimensione di “disamistade” : il ricordo dei caduti e di coloro che in passato si sono logorati nella comune fatica deve oggi impedirlo.

1 commento

  • 1 ANTONIO
    26 Giugno 2010 - 13:51

    Condivido quanto scritto dal Signor Francesco Cocco: è ora di SMETTERLA.
    Arbus e Guspini debbono valorizzare il proprio territorio in armonia, senza sovrapposizioni, nel rispetto delle proprie realtà, a beneficio della Comunità.

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