Nasce il Polo della Nazione. Ma dove butta?

16 Dicembre 2010
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Amsicora

Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini hanno risposto con prontezza alla sconfitta parlamentare e all’offerta di Berlusconi all’Udc di un ingresso al governo attraverso una crisi pilotata. Hanno creato il Polo della Nazione, un’area rilevante, che potra’ contare su un centinaio di parlamentari. E’ una risposta forte al tentativo di dividere i ”futuristi” dai centristi: adesso il premier sara’ costretto a confrontarsi con la nuova formazione che presto dara’ vita anche a un coordinamento parlamentare. Questa iniziativa vuole essere l’antidoto all’idea del cavaliere di smembrare sul nascere l’area moderata.
Il voto della Camera ha mostrato l’inesistenza di una maggioranza alternativa al Cavaliere, e cio’ sgombra il campo, almeno nell’immediatezza, da una delle varianti che Bersani e D’Alema avevano propugnato: un governo di responsabolità nazionale da Fini al PD. Restano le altre due opzioni: un accordo di legislatura, al quale Casini sembra disposto a contribuire solo alla guida di una forza assai piu’ vasta della sola Udc e dunque piu’ determinante (il Polo della Nazione, appunto, ben visto anche da Montezemolo); oppure il ritorno alle urne con tutte le incognite del caso. Nelle ultime ore la bilancia sembra pendere piu’ verso la prima ipotesi, ma non è detto che butti a sinistra, verso il PD; può buttare anche a destra e l’intesa ricercata dalla maggioranza con i centristi sul decreto rifiuti ne e’ un po’ la dimostrazione.
Berlusconi auspica questa ipotesi, ma proprio per questo vuole rafforzarsi e così proclama che la campagna acquisti non è chiusa nel tentativo di allargare il perimetro della sua ristretta maggioranza e con l’intento di indebolire i centristi, ancora disorientati dall’insuccesso, con una guerra di movimento. Non a caso i finiani che hanno abbandonato Futuro e liberta’ continuano a ripetere che altri seguiranno il loro esempio e Massimo Calearo, ex Pd ed Api, ipotizza defezioni anche nel Partito democratico. La voce di un clamoroso abbandono dell’ex ministro Beppe Fioroni, sebbene prontamente smentita dall’interessato, si inserisce in questo panorama di veleni e dimostra che il rasserenamento del clima e’ ancora di la’ da venire.
Sullo sfondo di questo braccio di ferro, si inserisce poi la polemica sulle dimissioni di Fini da presidente della Camera, reclamate dal Pdl e dalla Lega, e negate invece da tutta l’ opposizione. La lettera di Sandro Bondi a Giorgio Napolitano, con la quale il ministro dei Beni culturali denuncia le ombre che ne accompagnano l’influenza sui dibattiti parlamentari, e’ una dichiarazione di guerra alla quale Fini risponde secco di non avere nessuna intenzione di compiere un passo indietro: ma tradisce tutta la difficolta’ di future trattative tra i due poli.
In realtà, coi numeri registrati alla Camera, Fini e Casini, pur non vincenti, mantengono una grande forza contrattuale. Senza di loro sarà difficile approvare leggi. Insomma, una fase incerta, aperta a vari esiti, a seconda delle mosse dei protagonisti. La creazione del Polo della Nazione è la prima. Vedremo ora la risposta del PD, al di là della immediata apertura. Se regge, il Polo centrista è una novità importante, anche se rimane da sciolgiere un mistero: la sua linea politica.

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