Prima di tutto vennero a prendere gli zingari

27 Gennaio 2012
1 Commento


Oggi alle 21 allo Studio dell’Arco in via Portoscalas, 17 Clara Murtas leggerà dei brani scelti sulla Shoah in Italia. 

Letture  con musica a cura di Clara Murtas

 

Musiche di Arvo Part, Gyorgy Ligeti, Gyorgy Kurtag

 Ricerca dei testi Antonio Sitzia   

Mentre la radio trasmette allegre e giocose canzonette come “Mille lire al mese” o “Soldatini di ferro” scopriamo come qualcuno smette di giocare e se fino a quel momento aveva vissuto la sua infanzia serenamente, alla promulgazione delle leggi razziali subisce l’espulsione dalla scuola pubblica e osserva con doloroso stupore la diffidenza dei compagni nei suoi confronti.

Seguiremo poi il precipitare della  situazione e l’annullarsi di ogni  senso logico con l’arresto, la deportazione e l’internamento nei lager nazisti di questi giovani italiani.

Su 733 bambini solo 121 tornarono dai campi di lavoro e la testimonianza di chi vide  finalmente la liberazione ci mostra la dimensione di un sentimento quale può essere solo la gioia incredula di chi risorge dalla morte di tutte le speranze.

Da queste testimonianze di ebrei italiani che al tempo delle persecuzioni razziali erano bambini o poco più, emerge la memoria  della Shoah così come fu vissuta in Italia da quella che è stata definita una Gioventù offesa.Ricordare quell’atroce offesa è tuttora necessario per non dimenticare che l’applicazione delle leggi razziali fu messa in atto in prima persona, dalle autorità di tutti i paesi alleati della Germania di Hitler, Italia compresa.  Le letture sono tratte dai libri di memorie che le vittime sopravvissute a  questa tragedia scrissero nel tentativo di rimarginare una ferita incurabile: Liliana Segre, Memo Bemporad, Nedo Fiano, Cesare Rimini, Italo Bassani, Primo Levi e tanti altri.Ma il principale scopo di queste testimonianze resta la ricerca di una risposta alle domande: che cosa è un Uomo? E,  come si può educare dopo Auschwitz?  Bertolt Brecht


Prima di tutto vennero a prendere gli zingari

e fui contento, perché rubacchiavano.

Poi vennero a prendere gli ebrei

e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli omosessuali,

e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.

Poi vennero a prendere i comunisti,

e io non dissi niente, perché non ero comunista.

Un giorno vennero a prendere me,

e non c’era rimasto nessuno a protestare.

1 commento

  • 1 Stefano
    27 Gennaio 2012 - 11:39

    Si… però l’attribuzione a Bertolt Brecht di questo scritto è erronea. E’ di Martin Niemöller.

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