Tuvixeddu: Zedda ha paura, Italia nostra incalza. Che fare?

11 Febbraio 2012
7 Commenti


Andrea Pubusa

Possiamo concordare su un punto?  La questione Tuvixeddu è estremamente complessa.  Proviamo a riassumere. Il Comune di Cagliari aveva autorizzato due nuovi intereventi di Coimpresa. La Soprintendenza le aveva però annullate, ma il Tar aveva annullato gli atti della Soprintendenza con le sentenze n. 541 e n. 542/2009. Queste, però, sono state impugnate dal Ministero e a loro volta annullate dal Consiglio di Stato; in conseguenza, hanno ripreso vita ab origine gli annullamenti da parte della Soprintendenza delle autorizzazioni paesaggistiche in favore di Coimpresa e così sono stasti stoppati, salvo sviluppi, il progetto “del quartiere giardino unità insediativa E3, prossimità via Is Maglias. Ed ancora è stato bloccato il progetto “dell’unità residenziale comparto F1, in prossimità di via Codroipo, entrambi compresi nella area di Tuvixeddu - Tuvumannu.
Dunque, Coimpresa, priva di autorizzazioni paesaggistiche, non ha potuto mettere in moto ruspe e betoniere per realizzare questi nuovi progetti, mentre ha continuato i lavori dei palazzi già assentiti. Ma Cualbu ha ostentato tranquillità anche di fronte alla sentenza del Consiglio di Stato del marzo 2011 che ha dichiarato la legittimità dell’estensione del vincolo sul colle cagliaritano, disposta dal Piano paesaggistico regionale. Ha sempre detto che quest’ultima decisione non lo tocca. Da quello che si comprende (ma è facile sbagliare per chi non ha seguito dall’interno queste procedure) Cualbu confida in un’altra sentenza del Tar, la n. 84/2009, che - a suo dire - implicitamente farebbe salvi gli interventi inseriti in accordi di programma e convenzioni ante 2004. Ed allora, posto che il Consiglio di Stato nel 2009 ha annullato le autorizzazioni paesaggistiche comunali per vizi in certo senso formali (insufficienza della motivazione), Coimpresa ritiene che il Comune debba riadottare le autorizzazioni paesaggistiche “ora per allora”, ossia senza alcuna influenza dell’ultima sentenza, quella del marzo scorso, del Consiglio di Stato che ha esteso il vincolo paesaggistico a tutto il compendio.
In questo ingarbugliato contesto giuridico, ecco la delibera della Giunta Zedda dei giorni scorsi, che ha dato luogo alla bufera in atto. Ma perché le polemiche? La delibera in alcuni passaggi sembra evocare le posizioni di Coimpresa. In essa si sostiene, ad esempio, che “per le aree comprese nel vincolo occorre valutare la compatibilità delle previsioni del PUC vigente (il Piano urbanistico comunale del centrodestra, n. d. r.) con la disciplina dello stesso vincolo”. Oppure che “la fascia di tutela integrale possa essere fatta corrispondere con la superficie del bene sottoposto a vincolo ministeriale”. O, ancora, si sostiene la possibilità di limitare la fascia di tutela, tutela che “dovrà in ogni caso tener conto delle destinazioni urbanistiche individuate dal PUC”. Cioè, di nuovo, del Piano urbanistico della precedente giunta.
E qui insorgono Todde e Italia Nostra. A chiedere il ritiro della delibera in una lunga e articolata lettera aperta pubblicata sul sito di Sardegna democratica, è l’associazione ambientalista, che si rivolge non solo al sindaco di Cagliari ma anche al ministro dei Beni culturali, Lorenzo Ornaghi.
La premessa di Italia nostra è che “con il Piano paesaggistico regionale i colli di Tuvixeddu-Tuvumannu sono stati inseriti all’interno di un’area caratterizzata da valenza storico-culturale e che il vincolo in questione è stato recentemente riconfermato dal Consiglio di Stato, secondo il quale, tramite il Piano urbanistico comunale di Cagliari dovrà essere individuata una zona di tutela integrale“. Secondo, gli ambientalisti, “il Piano paesaggistico regionale ha delimitato un’ampia zona pari a 120 ettari e l’ha sottoposta alla misura di salvaguardia che prevede l’inedificabilità“ e che “l’unica procedura legittima per individuare l’area di tutela integrale consiste nell’adeguamento del Puc (Piano urbanistico comunale) al Ppr (Piano paesaggistico regionale)”. Di qui la critica all’amministrazione Zedda: “Siamo all’assurdo giuridico: invece di adeguare il piano urbanistico a quello paesaggistico, la Giunta vorrebbe paradossalmente adeguare il Piano paesaggistico regionale al Piano urbanistico comunale”.
Ma cosa preoccupa Zedda? Semplicemente che Coimpresa, se non otterrà la riadozione delle autorizzazioni paesaggistiche annullate nel 2009 dal Consiglio di Stato per insufficienza della motivazione, tornerà davanti ai giudici amministrativi. E tutti sanno che le cause son vinte solo quando risulta da sentenze passate in giudicato. E se l’Amministrazione perdesse? Risponde il sindaco. “Per Tuvixeddu non ce la facciamo, da soli, a fronteggiare eventuali risarcimenti chiesti dai costruttori. Solo per l’annullamento di una piccola porzione del loro intervento, vogliono 12 milioni. E poi c’è l’Ici che hanno pagato”.
Zedda teme i risarcimenti milionari e le eventuali responsabilità per danno erariale, che potrebbero indurre la Corte dei Conti, alla fine, a chiedere la rifusione proprio agli amministratori.
Zedda ha dovuto imparare presto che la musica cambia a seconda che si sia in campagna elettorale o alla guida dell’Amministrazione. E, ragionevolmente, data la rilevanza della questione, invoca l’intervento della Regione. Punta a trovare un’intesa quadrangolaare Regione-Comune-Sorpintendenza-Coimpresa.
Questa pare l’unica  via d’uscita praticabile. Nel marzo scorso, dopo l’ultima sentenza del Consiglio di Stato, mentre infuriava una bufera simile a quella attuale, su questo blog furono avanzate due considerazzioni: la comunità regionale, locale e nazionale debbono assicurare che a Tuvixeddu-Tuvimannu non si possa mettere più un nuovo mattone neppure in forza di accordi e convenzioni pregresse. Ma - a scanso di pericoli per l’integrità del compendio, sempre connessi al contenzioso - occorre un’intesa, che raccolga il grido di civiltà che viene da tutti noi, da Todde e da Italia nostra. Zedda dovrebbe vincere la paura e prendere il toro per le corna. Farsi promotore di una vasta mobilitazione popolare e istituzionale a salvaguardia del colle. Siamo in presenza - come si dice oggi - di un bene comune alla Città, alla Regione e a Paese, occorre una forte sinergia per chiudere la vicenda nell’unico modo accettabile, ossia attraverso un’intesa, che precluda ulteriori interventi. Coimpresa - se titolare di diritti pregressi, per quanto acquisiti a seguito di atti di malamministrazione -venga compensata in altro modo, con permute o in danaro. Anche Italia nostra converrà che questa è la strada più sicura. Le altre sono tutte rischiose… per l’integrità di Tuvixeddu, s’intende. 

7 commenti

  • 1 Vito Biolchini
    11 Febbraio 2012 - 09:44

    E no, caro Andrea, Italia Nostra non conviene per niente! E qui sta il problema: Italia Nostra non ritiene assolutamente che Coimpresa sia titolare di diritti pregressi che debbano in qualche modo essere compensati. Per Italia Nostra la sentenza del Consiglio di Stato spazza via tutto il resto. Per questo attacca il sindaco ogniqualvolta pone in essere azioni che mirano ad un’intesa, anche se questa preclude ulteriori interventi.

  • 2 Vito Biolchini
    11 Febbraio 2012 - 09:49

    Un’altra considerazione: se questa delibera è così devastante come affermano Todde e Italia Nostra, perché finora Legambiente non ha avuto nulla da ridire? E perché lo stimatissimo e preparatissimo Stefano Deliperi del Gruppo di Intervento Giuridico ha liquidato con un “Mah…” sul suo blog l’uscita di Todde? Cementificatori anche loro? Amici di Cualbu anche loro?

  • 3 Anonimo
    11 Febbraio 2012 - 16:46

    C’é una confusione di fondo, come sempre. Si dice che la sentenza del CdS proclama l’inedificabilità. In realtà questa proclama la mera legittimità del procedimento che ha portato ai vincoli che, non dimentichiamolo sono paesaggistici, né archeologici, né integrali. Sono vincoli conformativi che non escludono l’edificabilità ma la sottomettono alle decisioni e ai nulla osta di chi è competente per giurisdizione. O no, professore?

  • 4 Biffai m
    11 Febbraio 2012 - 17:04

    Questo Vito è vitalissimo. Saltella da un blog a in blog..,e spara certa roba. La prova verità paesaggistica? Se dà il parere Vincenzo e Deliperi. Bo bo. I quali si sono guardati bene dal fare una cosa concreta su malfatano. Perché ? Mah ha detto Deliperi. Uffa. Ha detto Vincenzo. Bau Bau senza mordere come piace a sitas. Ecco Vito senza la determinazione di Italia nostra? Dica lei.

  • 5 Biffai m
    11 Febbraio 2012 - 19:00

    E torra! I vincoli paesaggistici possono essere integrali. Ficcatelo in testa, anonimo.

  • 6 Vito Biolchini
    11 Febbraio 2012 - 19:25

    Biffai m, la tua prosa funziona sul sito di Sardegna Democratica: qui fa semplicemente pena.

  • 7 paolo carta
    14 Febbraio 2012 - 04:14

    Ma dai però che palle: questi di sardegna democratica sono quattro e scrivono con venti nomi diversi. ufff… e firmatevi, dai…

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