Renzi, Berlusconi o Grillo?

28 Ottobre 2013
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Andrea Pubusa

Renzi. Grillo o Berlusconi? Questo i tre nomi su cui si gioca il futuro dell’Italia. Il cavalliere, in realtà, è il passato. Ma, visto che tutte la massime cariche  sello Stao sono impegnate a salvarlo, non è escluso che sia ancora un serio pretendente alla leadership del paese. Se così non fosse, perché tenere il Paese paralizzato per lui? Napolitano dirà pure che son “panzane”, ma che la salvezza dei B. sia il centro della politica iataliana oggi è sotto gli occhi di tutti. E’ lo stesso B. a ricordarlo a Napolitano e a Letta. O salvacondotto o crisi di governo. Pacta servanda sunt! E Napolitano che ha messo la testa dentro il nodo scorsoio che B. manovra, si arrovella per trovare la soluzione. Le alternative c’erano e ci  sarebbero ancora, ma presuppone che Napolitano  e i responsabili di questa fase tragica della storia italiana si mettano o vengano messi da parte. Dunque, se anche il PD lavora per l’agibilità di B., ossia per la sua impunità, perché considerarlo fuori gioco?
Poi ci son Renzi e Grillo. E qui c’è un bel paradosso. Renzi è un politico che fa il comico, fa ridere. E Grillo è un comico che fa sul serio e mette paura, una irrefrenabile paura a tutti coloro che hanno ridotto il Paese in un grande luogo di malaffare e in un casino.
A Renzi il PD si affida per far dimenticare il grande tradimento. Le sue battute dovrebbero compiere il miracolo di far domenticare agli italiani che il PD ha promesso di battere B. ed ora è impegnato a salvarlo. Ha poi detto che quella italiana è la Costituxione più bella del mondo ed oggi la scassa con procedure da Stato delle banane. La Convention del sindaco di Firenze è un condensato di luoghi comuni, quello che tutti nel PD e nel PDL dicono di voler fare e non fanno: riforma del bicameralismo, della giustizia, quella del Titolo V e quella del sistema di voto. Tra Porcellum e Porcellinum Renzi preferisce il modello dei sindaci. Secondo lui funziona. Darebbe certezza (e dunque responsabilizza chi governa) e dà forza per fare le cose. Ma cosa abbiano fatto i sindaci dagli anni ‘90 ad oggi è sotto gli occhi di tutti. Impoverimento della democrazia locale, riduzione dei servizi, crescita esponenziale del malaffare in un ambiente, quello comunale, dove un tempo si formavano i nuovi gruppi dirigenti. E la giustizia? Si può parlare oggi di riforma della giustizia, senza entrare nel merito? Senza dire cosa si deve fare? Renzi su questo, come su altro, al di là delle battute non va. Anche B. vuole la riforma della giustizia, per sottoporla al comando dellla politica. Cosa vuole Renzi?
Grillo il miracolo lo ha già compiuto. In pochi anni è riuscito ad avere percentuali che il PCI ha raggiunto solo dopo la Resistenza e lunghi anni di lotta, grazie ad una rete organizzativa capillare e al sacrificio di migliaia di militanti. Il PSI, neppure con Craxi, c’è arrivato. Si è fermato, negli anni migliori, a poco più della metà. Riuscirà Grillo a vincere le elezioni prossime venture? Tutti, da Napolitano, a Belusconi e a Letta jr., lavorano per lui. E’ avversato dai media al servizio dell’attuale sistema di potere, ma miete consensi a livello popolare: il M5S fa storcere il naso a chi è in qualche modo interno al sistema degli schieramenti, oggi alleati, e che hanno finto di contrapporsi negli anni scorsi. Se si esce fuori da questo recinto il giudizio cambia radicalmente. Gli italiani che soffrono gli effetti di questa crisi, che sentono l’ingiustizia di questo sistema e vedono l’ipocrisia di chi promette il benessere di tutti e pensa a solo a se stesso, hanno nel M5S un riferimento forte e credibile. Certo, è un elettorato mobile, non fidelizzato. Grillo però, dopo Letta, può farcela. Perché gli italiani dovrebbero votare il PD, dopo il voltafaccia di questi mesi? Basta Renzi a ridare verginità a questo partito, che si mostra, nei suoi dirigenti, l’opposto di quello che ha voluto sembrare di essere? Grillo ha avuto il merito di mettere in piazza l’inciucio sostanziale fra PD e PDL, ormai praticato da anni nei consigli di amministrazione, nella spartizione di cariche e nella rapina delle risorse pubbliche. Ora, dopo B., questo sistema cerca in Renzi l’ultimo baluardo. Ma questa foglia di fico riuscirà a nascondere la vergogna che ci sta dietro?  A far dimenticare lo scempio bipartisan di questi anni? E’ una partita drammatica, incerta e aperta.

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