Senato. Bersani, come al solito, abbozza

24 Settembre 2015
3 Commenti


Amsicora

Che Bersani sia un brav’uomo è convinzione di molti. Anche la mia. Che sia inadeguato al ruolo è un dubbio che molti hanno avuto. Non io. Ma chi non se ne fosse convinto quando ha fatto buon viso alla porta in faccia di Napolitano, adesso non dovrebbe avere più dubbi: Pierluigi non è all’altezza della situazione. Ora sullo stravolgimento del Parlamento, parla nientemeno di  “un bel successo del Pd e di “clima nuovo” in cui “tutti assieme e senza più strappi si possa lavorare ancora per perfezionare la riforma. Gli elettori scelgono i senatori: questo è il principio costituzionale, i dettagli li si vedranno come giusto nella legge elettorale“. Ma l’ha letto l’emendamento? E, se sì, lo ha capito? “I senatori - si legge nel testo dell’emendamento all’articolo 2 del ddl  - saranno decisi in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasione del rinnovo dei medesimi organi, secondo le modalità stabilite dalla legge“. Questo testo non fa riferimento ad alcun “listino”, ma - come vuole Renzi - dispone, seppure in modo fumoso, che i futuri senatori saranno eletti dai consigli regionali. Infatti, non si parla di elezione, si dice che i senatori ”saranno decisi“, pessimo anche in lingua italiana (che sfregio questo linguaggio nel bel testo della nostra Carta!). ”Decisi”, comunque lo si voglia interpretare significa che il senato sarà formato da membri non eletti direttamente. Cosa voglia dire che si dovrà tenere conto delle “scelte” fatte dagli elettori al momento del voto per i consigli regionali, nessuno sa. Anche perché si tratta di una banalità. Sempre si deve tener conto della volontà del corpo elettorale. E’ un principio insito nella rappresentanza, anche se tante volte violato. Ma certo, il “tradimento” del voto non viene scongiurato dalle previsioni normative che lo vietano. Sta di fatto che il Senato sarà “deciso” “in conformità alle scelte degli elettori“, ma non sarà più eletto direttamente da costoro. Sarà espressione di quel magmatico e inquietante ceto politico regionale, che oggi inquina la vita politica  e sociale del Paese.
Bersani invece ha capito il contrario e annette una funzione decisiva alla legge elettorale: “Gli elettori scelgono i senatori: questo è il principio costituzionale, i dettagli li si vedranno come giusto nella legge elettorale“. Intanto è sbagliata la premessa, perché l’emendamento non dice questo, anzi dice il contrario, per cui quelli che Pierluigi chiama “dettagli“, non potranno che regolare le modalità di scelta dei senatori da parte dei consigli regionali. Il dato rilevante è che gli elettori non c’entrano più nulla, la decisione “in conformità” spetta ad altri.
Renzi dunque sbaraglia la minoranza, che finge di aver avuto soddisfazione. Si noti poi la pericolosità, oltre che la dubbia costituzionalità, di una disposizione, a dir poco non chiara nello stabilire la formazione di un organo costituzionale quale è il senato.
Quanto alle funzioni del “nuovo” senato regna una gran confusione. Ora si dice che avrà anche “funzioni di raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica“: è questa la novità, oltre alla rappresentatività delle istituzioni territoriali. L’emendamento introduce inoltre la possibilità di verificare l’impatto delle politiche del’Unione europea sui territori. Inoltre il nuovo Senato “concorre ad esprimere pareri sulle nomine di competenza del Governo nei casi previsti dalla legge e a verificare l’attuazione delle leggi dello Stato“. Aria fritta, che non modifica l’aspetto di fondo, e cioé che il Senato non è più elettivo. E la cosa non può non essere inquietante poiché s’inquadra in una linea d’attacco alla elettività degli organi: le province hanno il podestà, i comuni. grazie alla legge elettorale, un quasi podestà e una ridefinizione del ruolo. Sono diventati enti sanzionatori e impositori di gabelle per i cittadini. Non più, dunque, enti democratici preposti principalmente all’erogazione di servizi alla persona e alla tutela del proprio territorio. Le Regioni divengono l’unico referente locale del governo, con presidenti sempre più slegati dagli elettori, in forza di leggi elettorali fortemente maggioritarie. volte ad escludere le opposizioni vere, il sale della democrazia. Insomma, per chi non si vuole tappare gli occhi ogni limite di guardia dal punto di vista democratico è largamente superato! Ma la minoranza Pd fa come le tre scimmiette: non vede, non sente, non parla.

3 commenti

  • 1 Antonello Murgia
    24 Settembre 2015 - 13:12

    A quanto scrivi aggiungerei, se non hanno cambiato la norma negli ultimi 2 giorni, un altro elemento eticamente grave: la riforma del Senato concede il privilegio dell’impunità ai sindaci che entreranno a farne parte, perché senza autorizzazione del Parlamento non potranno essere più arrestati, intercettati o perquisiti, grazie ad una “svista” del governo e delle competenti commissioni parlamentari

  • 2 matteo
    24 Settembre 2015 - 13:15

    pasticcio pasticciando in perfetto stile bersaniano… dire e non dire.. abbozzare e far finta di aver vinto…. indigesto. Io ho capito bene e so leggere le leggi. La decisione spetta ai consigli regionali.

  • 3 Tonino Dessi'
    24 Settembre 2015 - 21:04

    La minoranza PD e’ ormai giunta al capolinea. La sua residua credibilità cola definitivamente a picco. Dopo questo accordo non è difficile prevederne la dissoluzione.

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