Nino Garau, il Comandante Geppe incontra gli studenti

26 Marzo 2016
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Gianna Lai

Pubblichiamo la terza ed ultima parte dell’incontro del Comandante Geppe con gli studenti. Nino Garau ricorda la liberazione di Modena.

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Quando ci fu la riunione dei Comandanti di brigata a Modena, ai primi di aprile, il Comandante di divisione era convinto che dovessimo tutti concentrarci lì per liberare la città. Modena non la toccano, dissi, il Secchia ha le sponde ripide e i cingolati non possono passare, quindi attraverseranno il nostro territorio. Io sapevo che i tedeschi sarebbero scesi dal Panaro per puntare verso il Po, perciò rientrai nella mia zona e diressi l’attacco finale. Ispettore della Brigata, Reclus Monari (quello che poi divenne guardia del corpo di Togliatti, n.d.r.) Si costruì un’operazione a ventaglio, gli uomini divisi in tre gruppi, uno dentro Spilamberto, e la popolazione che spara dalle finestre anche con vecchi fucili da caccia. I miei uomini dietro le truppe tedesche che, quando iniziammmo a sparare, pensaronono di essere stati attaccati direttamente dagli americani, tanta era la forza del fuoco. Fu questa nostra colonna ad attaccare i tedeschi prima della liberazione di Spilamberto: autoblindo e carri armati scortano la colonna tedesca, ci aveva informato una nostra staffetta, ed io studiai i luoghi come si fa per la caccia al cinghiale. 16 combattenti con mitragliatrici pesanti, bazooka… e armi tedesche, conquistate nei precedenti scontri, attenzione al fuoco incrociato tra noi, non sparate alle autoblindo che precedono la colonna dei carri armati. Dopo un pò arrivarono i cingolati e i motocarri che attacammo con grande impeto, per la durata in tutto di 10 minuti, e poi via velocissimi, ciascuno nel luogo di fuga a lui assegnato precedentemente. La colonna tedesca venne distrutta, noi contammo due morti e dieci feriti, 60 i morti tedeschi. In seguito, il Capo dei Servizi Segreti alleati riconobbe ufficialmente che l’ avanzata degli eserciti fu agevolata dal nostro intervento, una vera battaglia con la convergenza di tutti i battaglioni. Così anche Castelnuovo e Castelvetro furono liberate prima dell’arrivo degli alleati, della colonna, cioè, di brasiliani provenienti dal fronte della 5^Armata.Le domandeMauro Tunis, La scuola al tempo dei fascisti. Che influenza ebbe l’educazione fascista sulla sua formazione.R. Siccome il sabato era dedicato alla ‘premilitare’, fasce e moschetti, tridenti e bombe a mano presso la Gil (dove oggi c’è la Rai), io mi diedi allo sport, perchè così potevo essere esonerato. Tutto questo era già allora contro il mio carattere, tanto è vero che mi iscrissi all’Accademia perchè volevo volare, non certo perchè mi piacesse la vita militare. Ancora nel dopoguerra proseguì la mia passione per lo sport, ed ebbi dal Coni una medaglia d’argento. Ho fatto pallacanestro e ho fondato l’Esperia a Cagliari.Ho avuto cittadinanza onoraria di Spilamberto, le chiavi della città, 21 aprile 2005.Michela. Ho provato a immedesimarmi, non riesco a concepire come voi abbiate seguito il vostro sentimento a così caro prezzo. Cosa pensa dell’Italia di oggi?La Resistenza è stata necessaria, avevamo ormai in casa i tedeschi, la liberazione si imponeva: noi dovevamo liberarci dai nazisti, è questo quello che abbiamo fatto. Fui ospite di famiglie di contadini e ho visto come il marchese Rangoni, aristocratico modenese, trattava i lavoratori a mezzadria nei suoi 400 fondi. Contadini poverissimi, vidi la loro sofferenza, e capii che l’umanità si divide in onesti e disonesti.Se penso a quelli che ci hanno lasciato la vita e adesso ci sono Berlusconi e Renzi! Nessuno pensa più a quel tempo perchè la Resistenza dà fastidio. Renzi oggi in Italia sembra come i magliari italiani di un tempo, che spacciavano per lana buona la lana grezza, e si continua a trattare la gente come fa il domatore, esattamente come si faceva durante il fascismo.Dice di aver smosso le acque, ma chi lo ha eletto, chi li ha votati tutti questi? Mentre ai nostri tempi comunisti e preti combattevano insieme per la libertà, oggi tutto è frammentato, i partiti inesistenti, una legge elettorale dichiarata incostituzionale dalla Corte, che tutti abbiamo il dovere di combattere.

Corinna Raimondi, e Mauro Tunis: Cosa avvenne dopo la Liberazione’. Ha ricevuto dei riconoscimenti per la sua attività di partigiano? E’ d’accordo sul modo in cui viene affrontata oggi la questione Foibe?

Quell’Isola dei ribelli di cui si parla, eravamo noi di S.Vito. Subito dopo la fine della guerra rientrai a Cagliari e poi di nuovo a Spilamberto. Noi eravamo collegati con il Comitato di Liberazione e, dopo la liberazione, furono nominati sindaci i partigiani che avevano operato nelle varie zone. Io divenni consigliere comunale a Spilamberto nel ‘46, col voto delle 200 famiglie del paese, e dopo un anno rientrai a Cagliari a studiare. A Spilamberto compilai elenchi di chi aveva fatto parte della mia Brigata, e ne scrissi la storia. Quei documenti son stati bruciati sotto il governo Scelba, quando tanti partigiani vennero arrestati, con l’accusa di aver ucciso dei fascisti a guerra finita. E le casse della Resistenza riaperte solo da Pertini, durante la sua presidenza.

Anch’io, in quel periodo, subii il carcere, 10 giorni a Buoncammino, per una lettera anonima che mi accusava di aver ucciso un fascista nei mesi successivi alla Liberazione. Segurani era allora Procuratore della Repubblica, e Savastano, che fu poi Questore, e mi interrogò, trovò, presso l’Archivio di Stato, una testimonianza che mi scagionava, essendo io a Cagliari nei giorni in cui avvenne l’uccisione del fascista. Se fossi stato trasferito a Modena, come si richiedeva, chissà quanto carcere avrei fatto. Così anche il mio Comandante Borghi che, valoroso e di grande coraggio nei combattimenti, dovette fuggire in Cecoslovacchia e poi in Russia, da dove mi mandò i saluti con Nuccio Pirastu. Una brutta stagione perchè, al contrario, molti dei miei colleghi dell’Aereonautica, che non avevano fatto le nostre scelte, ebbero invece in breve tempo, rapide e folgoranti carriere nell’esercito italiano. Così come fascisti, responsabili di tanti morti, nell’amministrazione dell’Italia repubblicana

Il riconoscimento per me più importante è stato, negli anni scorsi, la cittadinanza onoraria della città di Spilamberto, ho ricevuto un’altra medaglia nel dopoguerra attraverso la segnalazione del Consigliere regionale del PCI Giovanni Lai che era in contatto con Modena e, quindi i combattenti gli avevano raccontato la nostra storia. L’ultima in questi giorni, in occasione del 70^ dalla Liberazione.

E sulle foibe. Nell’Europa in guerra, e occupata dai tedeschi, ricordiamoci cosa hanno fatto in quei territori della Iugoslavia i nostri bersaglieri e i fascisti a fianco ai nazisti. E in Croazia e in Albania, sono stati gli artefici dello sterminio delle popolazioni, i primi a usare le foibe per stipare, a migliaia i morti civili.

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