Verso il 4 marzo: per chi e per cosa votare?

20 Febbraio 2018
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Comitato d’iniziativa costituzionale e statutaria

Oggi il Comitato d’iniziativa costituzizonale e statutaria indice un’incontro in cui i candidati vengono interrogati dai presenti. Non tutti i candidati, però, ma solo quelli delle liste che hanno votato NO al referenduma costituzionale e che non hanno votato la legge elettorale vigente il Rosatellum.
Come sapete, il Comitato non partecipa alla campagnna elettorale in  favore di un partito o di una lista. Dà però un’indicazione semplice e chiara. Non si devono votare le liste di centrodestra e quelle che si sono schierate col SI’ al referendum costituzionale. Invitiamo a votare solo le liste e i candidati che hanno fatto vincere il NO il 4 dicembre 2016.
Dopo averla difesa, siamo ora impegnati nella battaglia per l’attuazione della Costituzione e dello Statuto speciale per la Sardegna. La costituzione materiale - come si sa - è diversa e talora del tutto opposta a quella formalmente vigente. Occorre ridurre la forbice e giungere al più presto all’inveramento dei principi costituzionali, dalla sovranità popolare al lavoro, dalla promozione dei diritti inviolabili all’uguaglianza, dalla difesa dell’ambiente e del paesaggio alla salute, dal diritto allo studio agli altri diritti sociali. In Sardegna poi c’è da riprendere il discorso sullo Statuto speciale, ormai negletto anche da chi vuole maggiori forme di autonomia o addirittura ambisce all’autodeterminazione.
Come si vede, c’è un ampio spazio di impegno politico e culturale che parte dallo studio delle proposte alla creazione di un vasto e unitario movimento popolare per sostenerle.
In questa ottica, il Comitato nazionale per la democrazia costituzionale sta gettando le basi per arrivare al più presto ad una nuova legge elettorale. Per questo ha avviato la raccolta delle firme a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare, che ha due obiettivi principali: 1) gli elettori debbono potere scegliere direttamente tutti i loro deputati e senatori; 2) il numero degli eletti deve essere sostanzialmente proporzionale ai voti ricevuti. Avere parlamentari che rappresentano i cittadini e non sono nominati dai capi partito è oggi il problema dei problemi.
La  modifica del rosatellum può essere messa in discusione rapidamente. Quando la proposta di legge del Comitato avrà raggiunto le 50.000 firme autenticate, nei sei mesi previsti, verrà presentata al Senato che, entro tre mesi, grazie al nuovo regolamento, la dovrà discutere. A quel punto la palla passa ai partiti.  Noi cercheremo di sollecitare le forze parlamentari democratiche e ci sforzeremo di mettere in piedi un movimento per approvare una nuova legge elettorale, anche se sappiamo che avere la maggioranza  in parlamento non sarà facile. Per questo teniamo  in serbo  un’ulteriore iniziativa. Se la proposta di legge popolare non verrà approvata, abbiamo intenzione di promuovere un referendum abrogativo di questa legge elettorale e il voto degli elettori, come dimostra la vittoria del NO il 4 dicembre 2016, avrà finalmente l’occasione di seppellire il rosatellum definitivamente.
Comunque, ora occorre andare a votare. Non votare è un errore ed in una certa misura è quello che alcuni partiti sperano perché più sono gli astenuti più pesano i voti espressi a loro favore. Bisogna impegnarci a battere Forza Italia e Lega, che hanno visto in questa legge l’opportunità di rientrare in gioco, accarezzando perfino l’idea di vincere le elezioni. Il PD di Renzi è stato l’artefice del rilancio di Berlusconi, col quale non nega di volersi alleare, a seconda dell’esito elettorale. Occorre creare le condizioni perché questo disegno salti e ci siano i numeri per una maggioranza orientata verso l’attuazione della Costituzione e il rilancio delle autonomie locali.
Su questi punti sentiremo oggi alle 17 all’Hostel Marina i candidati sardi delle liste del NO, che risponderanno pubblicamente alle domande del pubblico.

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