Mare Jonio sbarca i migranti a Lampedusa. La magistratura (finalmente) batte un colpo?

21 Marzo 2019
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Red

© ANSA

Tutti a terra. Questo è ciò che conta. L’altro viene dopo e si può dicutere senza animosità.
Bene lo sbarco, dunque. Cosa è successo dopo? La Guardia di Finanza ha notificato al comandante della Mare Jonio il sequestro probatorio della nave, disposto dalla procura di Agrigento, che indaga per  favoreggiamento dell’immigrazione clandestina dei 49 immigrati. L’importante è che migranti abbiano passato la prima notte a Lampedusa e che sia stato sventata la loro rispedizione in Libia come avvenuto per taluni - secondo il loro racconto - più di una volta nei precedenti tentativi di attraversare il Canale di Sicilia.
Nulla di nuovo rispetto al caso Diciotti? Beh, no, una novità c’è. Lo sbarco è stato immediato e sembra di vedere una presenza attiva della magistratura, che è mancato o è stato tardivo nel caso Diciotti. Insomma, c’è il segutio giudiziario, che tuttavia, a differenza del caso precedente,  non tiene in mare i migranti. Cosa è accaduto dunque? Il comandante della Mare Jonio, Pietro Marrone, è stato convocato d’urgenza dalla Guardia di finanza di Lampedusa. In queste ore l’equipaggio dovrebbe essere ascoltato dalla polizia giudiziaria nell’ambito dell’inchiesta, a carico di ignoti, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. In questa direzione c’è una spinta del Viminale, per il quale “è certo che questa imbarcazione non abbia soccorso naufraghi che rischiavano di affogare ma sia inserita in un traffico di esseri umani, organizzato, concordato e programmato”.
Sembra dargli man forte il portavoce della Marina libica, l’ammiraglio Ayob Amr Ghasem. Ha confermato che la nave Mare Jonio avrebbe agito irregolarmente nel salvataggio dei migranti. Una pattuglia portatasi nell’area dove era stato segnalato il gommone “ha scoperto che una ong non aveva preso contatto” con la Guardia costiera libica, ha detto il portavoce. “Hanno preso contatto dopo l’intervento e hanno sostenuto che “i migranti erano in una condizione che necessitava un salvataggio” ma “ciò é scorretto”, ha sostenuto Ghasem. Salvini ha tratto spunto da queste dichiarazioni per fare dei paragoni discutibili: “Se un cittadino forza un posto di blocco stradale di Polizia o Carabinieri, viene arrestato. Conto che questo accada”. Ed ha soggiunto: “Nessun pericolo di affondamento né rischio di vita per persone a bordo, nessun mare in tempesta”, e aggiunge: “ignorate le indicazioni della Guardia Costiera libica che stava per intervenire, scelta di navigare verso l’Italia e non Libia o Tunisia, mettendo a rischio la vita di chi c’è a bordo, ma soprattutto disobbedienza alla richiesta di non entrare nelle acque italiane”. In realtà, però il Ministro dell’Interno con queste parole ammette che le valutazioni sull’accaduto e le decisioni del caso non spettano a lui, ma alla magistratura. Lui, come si ricorderà, aveva ripetuto il vecchio ritornello: “possono essere curati, vestiti, nutriti. Gli possiamo dare ogni genere di conforto ma in Italia con il mio permesso non mettono piede”. Invece, ha dovuto fare un passo indietro. E se questa è stata un’operazione di salvataggio, come affermano i soccorritori, o un favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”, lo stabilirà la magistratura. Salvini, forse reso più prudente dalla vicenda della Diciotti, prende atto - a modo suo - che l’accertamento dei fatti è riservato ai giudici, e capisce altresì che chi decide se si deve sbarcare o meno lo dispone l’autorità giudiziaria. Qui sembra di cogliere anche un nuovo atteggiamento della magistratura. Nel caso Diciotti il procuratore della Repubblica aveva fatto un sopralluogo nella nave e non aveva disposto alcunché, mentre un ordine di sbarco avrebbe scongiurato la permanenza in mare dei migranti e il seguito della vicenda. Insomma, la tesi di Salvini secondo cui “c’è un’organizzazione che gestisce, aiuta e supporta il traffico di esseri umani”, rimane pur sempre una ipotesi fin quando la magistratura non la dichiara in propri atti dopo puntuali accertamenti. Siccome qui vengono in rilievo diritti fondamentali della persona non può mancare la garanzia giurisdizionale. E’ la magistratura l’ordine preposto alla tutela dei diritti. E questa presenza è mancata in passato.
In proposito, si deve anche rilevare che, quand’anche si accertassero, violazioni della legge da parte di Luca Casarini ed altri, non si può omettere di considerare che la disobbedienza civile è sempre uno strumento di lotta importante contro leggi o fatti ingiusti. A monte di tutta questa vicenda c’è la violazione dei diritti umani in Libia. Questa è la chiave di volta in tutte queste storie. E qui prende di nuovo risalto la carenza di una politica europea sul tema. L’UE non può tollerare i campi di concentramento libici e non può dichiarare i porti libici come approdi sicuri. Inoltre, la UE deve varare misure per la distribuzione fra i vari Paesi europei dei migranti in qualunque porto sbarchino e deve apprestare una accettabile ed efficace accoglienza. Senza questi interventi, la situazione sarà sempre precaria e penosa, anche se l’intevento tempestivo della magistratura può evitare violazioni dei diritti umani.

2 commenti

  • 1 Aladin
    21 Marzo 2019 - 10:42

    Anche su Aladinews: http://www.aladinpensiero.it/?p=94896

  • 2 Tonino Dessì
    21 Marzo 2019 - 13:26

    21 Marzo 2019 - 10:41
    Caro Andrea, se non ci fosse stata in Italia una mobilitazione civile imponente contro il razzismo governativo, sicuramente Salvini non sarebbe stato indotto alla relativa prudenza di questi giorni.
    Forse si accontenta di aver ulteriormente avviluppato il M5S nella morsa suicida del voto parlamentare contro la richiesta di autorizzazione a procedere.
    Tuttavia non darei per scontata la direzione delle indagini della Procura della Repubblica competente, che si, è vero, ha aperto un fascicolo (contro ignoti) per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e disposto il sequestro (probatorio, per un tempo limitato) della Nave Mar Jonio, ma potrebbe (voci che corrono) aprire un nuovo procedimento per abuso d’ufficio contro il Ministro, non sembrando che una circolare, scritta ed emanata in poche ore ad hoc da un’autorità la cui competenza è dubbia, possa contravvenire neppure essa a obblighi di salvataggio, di soccorso e di accoglienza stabiliti dalle leggi, tanto più che stavolta la nave batte bandiera italiana e comandante ed equipaggio alle leggi debbono rispondere, non alle circolari.
    Segnalo anche questa opinione “sul campo”. https://www.avvenire.it/attualita/pagine/direttiva-illegittima-un-abuso-di-potere-come-negli-stati-autoritari?fbclid=IwAR3NrmH1RQBHx9D4WueoEmRBMZ6bMSUKP7OMy6MlgzM60DsbVFuh7vDqf14

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