La questione kurda nell’Europa dei popoli e dei diritti

22 Ottobre 2019
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Rosamaria Maggio

Non me ne vorranno gli amici con i quali ho condiviso nel 2001 una esperienza nel Kurdistan turco, come componente di una delegazione internazionale organizzata dal “Comitato di solidarieta’ con il popolo kurdo” di Cagliari, se ho mutuato il titolo di questo articolo da quello che scegliemmo per il convegno internazionale organizzato nel 2002 assieme anche alla sez. cittadina di Magistratura Democratica, alla Fondazione del Banco di Sardegna, alla Fondazione “Luca Raggio” e all’IT” P. Martini “di Cagliari. Esso mi sembra ancora di estrema attualità.
Che dire, dunque, di questo ennesimo attacco al popolo kurdo di Siria?
Il riconoscimento del popolo kurdo come identità nazionale distinta e autonoma, risale al trattato di Se’vres del 1920 tra forze alleate ed i turchi ottomani. Tale trattato sanciva il diritto dei kurdi ad uno stato autonomo e indipendente, con un impegno della Turchia a dare esecuzione all’accordo. Tale accordo fu firmato e mai ratificato ed in seguito al successo del movimento kemalista ed alla sconfitta dell’esercito greco in Anatolia, fu sostituito dal trattato di Losanna del 1923.
I Kurdi non vennero ammessi alla conferenza di Losanna ed in quella occasione venne decisa la definitiva incorporazione di una parte del Kurdistan alla Turchia con conseguente la turchizzazione dei Kurdi.
Nel 1925 venne decisa dal Consiglio della lega delle nazioni, di includere Vilayet di Mosul all’Iraq e successivamente una parte andò all’Iran ed una alla Siria.
Da allora il popolo kurdo di Turchia ha visto negata la sua identità ed ogni diritto ad una lingua e ad una cultura.
Da Se’vres in poi quindi, la Turchia usa ogni mezzo amministrativo, legislativo militare e politico per distruggere il popolo kurdo, molto prima di Erdogan quindi.
Qualcuno addirittura arriva a dire che lo stesso Saddam Hussein nei confronti dei kurdi iracheni, contro i quali si macchiò di un genocidio,  riconobbe l’identità di popolo, arrivando nel 1974 ad emanare la legge sull’autonomia del Kurdistan ed aprì due Università, una ad Erbil ed una a Suleimania in cui si studiava il kurdo.
Negli ultimi anni, in Siria, il popolo kurdo, con l’appoggio degli Stati Uniti, ha combattuto per sconfiggere l’Isis che aveva occupato territori siriani, ma ovviamente dobbiamo chiederci perché gli americani appoggiarono i kurdi. In realtà questi ultimi sconfiggendo l’Isis, hanno creato un territorio cuscinetto tra la Siria e la Turchia che i kurdi hanno amministrato in questi ultimi anni garantendo pace e armonia.
Nel contempo la Siria veniva privata di quel territorio.
Da un lato peroò questa zona cuscinetto rappresentava un pericolo per la Turchia, che, secondo il suo decennale punto di vista, ritiene che esso possa favorire la riunificazione dei kurdi, quantomeno di quelli siriani e turchi.
Dall’altro i kurdi siriani occupavano un territorio che l’Isis aveva strappato alla Siria.
Gli scenari che stanno quindi prendendo piede sono: quello di un intervento siriano che, con l’aiuto russo e l’accordo dei kurdi, costretti alla resa per impedire questa guerra catastrofica con i turchi, si riprende il suo territorio perduto durante la costituzione del Califfato dell’ISIS; il ritiro di Erdogan che ottiene il risultato da lui voluto senza fare più il cattivo.
La Siria avrà il suo territorio e la Turchia la sicurezza che i kurdi di Turchia confineranno con la Siria. Il popolo kurdo di Turchia e di Siria saraà nuovamente silenziato e dimenticato.
L’Europa piuù o meno muta: non dimentichiamo che fino al 2017 e dal 2014 il PKK, partito dei lavoratori kurdi turchi, è stato dichiarato dall’UE organizzazione terroristica.
Solo nel 2017 la Corte di Giustizia della Unione Europea ha dichiarato che il PKK è stato ingiustamente incluso fra le organizzazioni terroristiche, senza adeguata motivazione. Tale lista è aggiornata ogni sei mesi e la Turchia non ha riproposto il PKK nell’elenco delle organizzazioni terroristiche!
Risulta quindi evidente che, nei posizionamenti internazionali, gli USA si ritirano, la Siria riprende il suo territorio sotto l’egida di Putin e la Turchia riconferma la sua sovranità sul Kurdistan turco (per circa il 52%  dell’intero Kurdistan) e sul popolo kurdo. E i kurdi? Torneranno nel dimenticatoio!

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