I cani come i figli o i figli come i cani?

19 Febbraio 2020
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Amsicora

 

Si sa, ciò che avviene negli States, specie se cavolate, prima o poi vengono imiportate anche da noi, in Italia. E’ la modernità bellezze! Ora, d’oltreatlantico ci viene un’altra suggestione. I cani son come i figli, in caso di separazione o divorzio si combatte per sottrarli all’odiato ex. Così qualche anno fa, per l’incrocio tra un bracchetto e un carlino, ‘papa” Craig ha speso migliaia di dollari, creato un sito web intitolato ‘Knux Libero’, organizzato una raccolta fondi per avere l’affidamento della bestiola, pardon …del figlioletto.
Anche in Italia finisce l’amore fra coniugi, ma non quello per bobby. Anzi fra le persone esplode la guerra per amore del cane. E chi ne paga le conseguenze? Le parti in causa o le povere bestiole? Chissà?
Sentite la storia. Caronte, un attempato Bracco italiano, si è improvvisamante intristito, e sapete perché? Dall’oggi al domani, senza preavviso, è andato a vivere con uno dei due conviventi che, disgraziatamente per lui, si sono separati; stava con uno dei due, senza più poter vedere l’altro. Immaginate il disastro! Il cane va in depressione, non vede più l’amato padrone. Ma va in depressione anche l’uomo. Può stare, anzi sta benone senza la moglie, ma non senza quel quattrozampe, che la ex gli ha perfidamente sottratto. E dire che lui, ai tempi era un duro, un ispettore di polizia che ne ha viste di tutti i colori. Ma senza Caronte ora non esce, non mangia, non dorme e non beve. E’ uno straccio.
C’è però un giudice a Berlino, anzi a Lucca. In quattro e quattr’otto, senza lungaggini, data la sofferenza del caso, in sette mesi, il giudice ha deciso: il cane ha il diritto di vedere quell’uomo o quell’uomo ha il diritto di rivedere il cane? Sia come sia, mentre la dottrina giuridica sbroglia il quesito, Caronte coccola e porta in giro in giorni e orari stabiliti l’ex poliziotto o costui coccola e porta in giro in giorni e orari stabiliti Caronte. Poco importa chi coccola chi e chi porta in giro chi, ciò che è importante è che  il giudice ha disposto l’affido condiviso del cane ad entrambe le parti, e, per punire l’insensibilità della ex, l’ha condannata pure a quattromila euro di spese legali.
Una decisione d’avanguardia, visto che non si fanno più figli, l’interesse si sposta sull’affido del cane nei casi di separazione o divorzio.
C’è però un vuoto normativo sul diritto dell’animale (o sul diritto delle persone sugli animali?). Ma, tranquilli!, presto tutto cambierà. C’è una proposta di legge in discussione in Commissione Giustizia sulla materia. Cosa prevede? Il diritto delle persone o il diritto degli animali? Il rispetto della natura di “essere senziente” dell’animale, si legge nella relazione. Che il proponente ritenga la persona che ama l’animale “essere non senziente”, fuori di senno! Chissà!? Sembra riconoscere e sancire il diritto del primo, non del secondo.
Ahinoi!, di questo vuoto ha fatto le spese una donzella cagliaritana. Il tribunale ha respinto la sua domanda a vedere e tenere con sé in giorni e orari stabiliti Fuffi, il cagnetto che si è tenuto tutto per sé l’ex fidanzato. Ma il giudice non ha voluto punire la relazione extraconiugale, ha solo detto che la pretesa della ragazza non ha fondamento giuridico: i cani non sono figli. Che follia!
Maledetto vuoto normativo! Il difensore della donna, invocando il precedente di Lucca, ha chiesto al giudice di applicare la normativa più vicina alla fattispecie, ossia quella relativa all’affidamento dei figli minori (idest: i cani come i figli). Ma il Tribunale è stato irremovibile. Senza legge, niente affido congiunto: i cani sono cani, non son figli.
Chissà se l’avvocato anziché farsi rilasciare la procura dalla cliente, se la fosse fatta rilasciare dal cane, con l’impronta sulla carta bollata, forse il giudice avrebbe accolto la domanda dell’animale. Sarebbe bastata una perizia attestante la depressione del cane per la lontananza della padroncina oppure l’avvocato avrebbe potuto chiedere di sentire il cane. Audizione del cane? Semplice, no? Sarebbe bastato introdurre il figlio al cospetto della madre, una prova elementare. Vedendo la mamma, Fuffi avrebbe certo fatto le feste, scodinzolato assai, segno inequivocabile del suo buon diritto a non essere separato dalla genitrice. “Fatto concudente“, avrebbe sentenziato il magistrato. Causa vinta! Chissà forse Fuffi avrebbe ottenuto anche le spese legali. Ora invece la giovane le deve pagare. Ma non è certo finita. Ci sarà l’appello! Alla fine il cane sarà come il figlio? O rimarrà cane? Chi vivrà, vedrà.

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