Oggi assemblea-dibattito contro l’autonomia differenziata per la difesa dell’unità e dell’autogoverno

24 Gennaio 2023
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Andrea Pubusa

No all’autonomia differenziata

federalismo delle regioni e l’idea dell’autogoverno in Sardegna

Assemblea pubblica, indetta dalla Scuola di cultura politica F. Cocco, ore 17 Sala Fondazione Sardegna via S. Salvatore d’Horta n. 2 Cagliari

 

Introduce Andrea Pubusa - Univ. Cagliari

Relatori Massimo Villone - Univ. Napoli

Fernando Codonesu - Scuola di cultura politica F. Cocco

Interviene Alfio Desogus promotore Comitato No Autonomia differenziata

Da circa un ventennio il movimento democratico del Paese e’ impegnato nella difesa della Costituzione. Berlusconi-Bossi nel 2006; Renzi dieci anni dopo ci hanno costretto ad una mobilitazione straordinaria per impedire lo sfregio della nostra Carta, nata dalla Resistenza. Ne abbiamo salvato cosi’ l’equilibrio e sopratutto la tensione verso la tutela del lavoro, dei diritti inviolabili della persona, dell’uguaglianza.
Oggi siamo di nuovo costretti a scendere in campo perché siamo in presenza di un attacco deciso e ravvicinato di forze reazionarie che intendono spaccare in due il paese riproponendo con arroganza quel dualismo fra Settentrione e Meridione, che la cultura democratica italiana ha  respinto, mettendo in luce la valenza antiegualitaria di questa impostazione, su cui si e’ fondata la costruzione dello Stato unitario dopo il 1861, e, per quanto riguarda la Sardegna, il rapporto col Piemonte, prima e dopo la c.d. fusione perfetta del 1847.
Purtroppo l’autonomia differenziata e’ frutto di un errore storico delle forze del centrosinistra. Erano i tempi di maggior slancio della Lega Nord di Bossi, si voleva toglierle l’aria con una modifica della Carta, protesa verso forme maggiori di autonomia. Ma si e’ dimenticato il principio unitario dell’ordinamento e si e’ dimenticato che la Costituzione vede neĺl’autonomia uno strumento di crescita e di eguaglianza, non di ulteriore divaricazione.
E’ stato previsto così un meccanismo di differenziazione delle funzioni e delle risorse che favorisce le regioni ricche a danno di quelle meno sviluppate, una inversione di marcia rispetto alla riflessione meridionalistica penetrata anche in Assembliea costituente.
L’art 116, 3 comma, e l’art 117 sanciscono questo è per di più prevedono una procedura deliberativa che esclude il parlamento e diventa irreversibile perché si fonda su un’intesa con la regione interessata, che certo non consentirà a perdere le funzioni avute in precedenza.
Di questo ha parlato molto Villone in questi mesi. Illustrerà la sua posizione critica al convegno insieme alla proposta di legge popolare che modifica gli articoli 116 e 117, mettendo di nuovo al centro il parlamento, l’unita’ dell’azione statale sulle materie di rilievo nazionale e l’autogoverno sulle altre.
In sintonia con questa impostazione e’ il richiamo alla linea sarda del federalismo, che rafforza il principio unitario dell’ordinamento, dando allo Stato funzioni nazionali come difesa, diritti inviolabili, sanità, istruzione e lasciando alle Regioni materie di rilievo esclusivamente regionale.  Quindi nessun confusionarismo, ma al contrario una definizione chiara delle potestà dello Stato e delle Regioni.

La Sardegna ha negli ultimi secoli, coi suoi uomini più illustri di area democratica, da Angioy a Tuveri, ad Asproni, a Gramsci e Lussu, avanzato una meditata e coraggiosa azione contro l’accentramento sabaudo e il dominio arrogante del Nord. Questi grandi sardi erano tutti federalisti. Su questa linea intendiamo scavare, creando un movimento unitario e diffuso che batta l’autonomia differenziata nella prospettiva di un ordinamento più unitario e con più autogoverno delle comunità regionali e locali.

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